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Operazione Bluemoon. Eroina di Stato

Italia-Anni '70, disinformazione e criminalizzazione pubblica del tossicodipendente, screditamento sociale della generazione di giovani alternativi/antagonisti che faceva uso di sostanze, contrasto poliziesco alle droghe leggere e diffusione strategica dell'eroina, convertendo al suo consumo specifico centinaia di migliaia di persone, riducendo gli altri consumi e poi togliendo prima l'anfetamina e poi la morfina dal mercato (in un tempo in cui non c'erano nemmeno sostanze per affrontare le tossicodipendenze da eroina).

Un pezzo della guerra psicologica, dentro la guerra fredda, all'opposizione sociale più radicale. Una tesi da sempre denunciata, almeno nel suo carattere oggettivo, dai movimenti extraparlamentari alla fine degli anni '70, che trova alcune conferme anche all'ipotesi del coinvolgimento organizzativo e diretto dei servizi segreti occidentali, qualche testimonianza e qualche riscontro oltre a un illustre e accreditato precedente: l'operazione COINTELPRO che la CIA condusse contro le Pantere Nere e che prevedeva l'immissione massiccia di eroina nei loro quartieri di radicamento per demotivare e annichilire la loro base di reclutamento (documenti disponibili perchè a differenza che in Italia i documenti dei servizi americani vengono desecretati dopo un tot di anni).

Una strategia raffinata che naturalmente non inventa il fenomeno culturale e sociale del consumo di sostanze psicotrope, ma lo coglie pienamente e cerca di enfatizzarlo, direzionarlo e utilizzarlo in chiave consumistica e autodistruttiva per una generazione "troppo ribelle".

Quello che l'epica di Gomorra non ci racconta…

(Alfonso De Vito)

Sull'operazione Bluemoon vedi anche: https://contropiano.org/news/cultura-news/2012/03/29/loperazione-blue-moon-07842

Schermata del 2016-12-30 10:03:23

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2 Commenti


  • Lor8

    Carissimo Alfonso, non tutte le forze dell’ordine e non tutti i servizi furono a favore o appoggiarono tale operazione. Ci furono Uomini (con la U maiuscola) che rimasero fedeli e tentarono di contrastare l’operazione nel suo complesso.


  • Franco Malosso von Rosennranz

    Ha ragione Lo8. L’eredità logistica tra cui modalità, trasporto delle droga, piano di volo.. insomma, le forniture protette fino a chi, come e dove può essere diffusa e spacciata cioè la drogatura che passavano dall’aeroporto militare Dal Molin di Vicenza a fine pericolo Rosso-Russo, fu raccolta dalla Mafia, e coperta dalla DC attraverso le sezioni Vicentine e Padovane Da qui si fornivano l’on. Emilio Colombo, collega doroteo del tangentista Mariano Rumor alias “Antenope Cobbler “la cui eredità politica in Provincia come a Vicenza è stata raccolta con orgoglio dal Sottosegretariato al Ministero degli Interno, presidente dell’Unione delle province d’Italia, consigliere e vicepresidente regionale del Veneto e della l Provincia nonchè ex Sindaco Achille Variati. Per molti anni qualche magistrato, militari e poliziotti, uomini dei servizi di sicurezza, giornalisti si opposero a questa logica di drogatura arrivando a identificare correttamente i canali di spaccio e rapportando su quei misteriosi omicidi legati alla vicenda. La prospettiva per loro e per quelli che non si piegavano alla mazzetta fu l’immediato trasferimento, l’eliminazione fisica , il terrorismo psicologico. . Dalla fine del pericolo Rosso comunque la drogatura dei giovani è divenuta competenza solo di mafia. Non più di CIA . Anche perché il pericolo di alleanza Rosso-Russa per la NATO è era ormai stato scongiurato con lo spostamento geografico della Cortina di Ferro. Oggi il traffico coinvolto un questa “preziosa” risorsa. sopravvive solo attraverso il vicino aeroporto civile di Villaverla ” Quello di Thiene Villaverla. Dedicato a ” Arturo Ferrarin . Tra l’altro questo è l’anno che Vicenza non celebra la trasvolata atlantica del pilota navigatore Vicentino a Pechino-Tokio. e del suo secondo, il Padovano Masiero . (da: L’uomo “K 626 ” ( Franco Malosso) di Lago Franco .

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