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Sanità. Tagli alle prestazioni e all’orizzonte nuova “terapia d’urto”

Dopo il Senato, anche la Camera (che i soldi servano per le medicine di chi ha votato a favore, ndr) ha votato la stangata sull’acquisto di beni e servizi e dispositivi medici per 2,35 miliardi nella sanità. Di questi, 1,33 miliardi di tagli riguardano centottanta prestazioni di specialistica ambulatoriale che saranno concesse con il contagocce. Si tratta della prestazioni per tac, risonanze magnetiche agli arti e alla colonna vertebrale, per i test su colesterolo e trigliceridi che saranno ripetibili solo ogni cinque anni in assenza di fattori di rischio documentati, di medicina nucleare, dialisi, test di genetica e allergologici, prestazioni di odontoiatria.Chi ha votato questo provvedimento, nella stragrande maggioranza dei casi, ignora o finge di ignorare che nel servizio sanitario pubblico quanto tempo occorre per riuscire a fare questi esami. Chiunque abbia cercato di prenotare una tac o una risonanza in una qualsiasi Asl, sa di cosa stiamo parlando.

Non solo. Vengono annunciate decurtazioni premiali ai medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale e a quelli convenzionati che “esagerano” con le prescrizioni in queste prestazioni. Tagli annunciati anche sui ricoveri per riabilitazione con la decurtazione dell’1% del tetto di assistenza specialistica ambulatoriale con gli erogatori privati accreditati.

Cinque giorni dopo il voto del Senato, ieri è arrivato anche il secondo e definitivo voto di fiducia (364 sì, 185 no) per il decreto enti locali con i tagli incorporati per 2,35 miliardi alla spesa sanitaria per quest’anno. Il decreto 78 adesso è legge e così anche la manovra 2015 per la sanità – conseguente ai tagli per 4 miliardi alle regioni già assestati dal Governo con la legge di Stabilità 2015.
Ma il calvario – il nostro ovviamente – non è finito, perchè il Governo a breve metterà sul piatto anche i tagli della legge di Stabilità 2016. A quel punto, scrive il Sole 24 Ore “sarà possibile quantificare l’effettiva portata dei tagli al settore sul piatto, quanto basterà la spending per poter insistere nell’affermazione che «non sono tagli ai servizi, ma risparmi su spese improduttive. E quanta e quale quota dei risparmi il Governo intenderà reinvestire nel Ssn”. Sarà dunque la legge di il vero banco di prova.

Ieri la ministra della salute Lorenzin si è incontrata con i sindacati dei medici niente affatto soddisfatti delle misure adottate e dell’aria che tira. La ministra ha negato l’esistenza di tagli indiscriminati sulle prestazioni («puntiamo sul buon senso, non a fare gli sceriffi»), confermando che il decreto sull’«appropriatezza» sarà reso operativo dopo un confronto con loro e con le società scientifiche. Aggiungendo che con la Stabilità ci sarà il testo sulla responsabilità professionale della “sua” commissione sia per il civile che per il penale e la rivalsa. Ma i sindacati hanno ben chiaro che lo snodo finale sarà la Legge di Stabilità 2016 e dichiarano il loro rifiuto ad essere sanzionati per le prestazioni ai propri pazienti ritenute “inappropriate” su basi contabili e non sulle patologie che le richiedono.

 

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