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Eurostop e gli appuntamenti per il nuovo anno

Una assemblea nazionale il 28 gennaio, una manifestazione nazionale a marzo contro il vertice dell’Unione Europea. Eurostop affronta le sfide del nuovo anno con un passaggio politico.

I dati sociali hanno confermato la giustezza dell’impostazione sul NO sociale ed hanno creato le condizioni idonee per il rilancio del percorso di Eurostop, alla luce dei risultati referendari e della situazione del paese.

Eurostop intende adesso procedere con un salto di qualità alla costruzione e sperimentazione di un movimento/fronte politico e sociale, che unisca la lotta contro le controriforme sociali di questi trenta anni alla  battaglia per l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea, dall’Eurozona e dalla Nato.

Oggi nel senso comune e nella disponibilità di ampi settori popolari c’è una crescente chiarezza su questo. Il governo fotocopia Gentiloni susciterà a sua volta, persino in misura maggiore, quel rifiuto popolare che ha colpito il governo Renzi. Per questo la radicalizzazione della opposizione politica deve accompagnarsi allo stesso processo in quella sociale.

Inoltre occorre ormai collegare tra loro regime politico, controriforma sociale, vincolo europeo. Sono tre aspetti dello stesso avversario e compito di Eurostop e di tutte le forze che vorranno partecipare a questa iniziativa comune è quello di costruire un movimento sociale politico che fronteggi sempre tutti e tre volti dell'avversario. Un movimento che costruisca e diffonda consapevolezza della indissolubilità della lotta contro i governi del PD, contro le controriforme sociali liberiste, contro l'Unione Europea e i suoi strumenti e vincoli.

Per queste ragioni Eurostop non si dichiara interessato a generici processi di "riaggregazione della sinistra cosiddetta radicale" che non sappiano, o non vogliano, partire da questi dati politico-programmatici di fondo. Così come so ritiene che il sindacalismo confederale e la sua complicità siano alternativi al progetto di Eurostop, a maggior ragione ora che la debolezza politica del PD e della stessa Confindustria porterà ad un rilancio della peggiore concertazione, come dimostrato dal contratto dei metalmeccanici e dell’igiene urbana o  dalla conclusione della vertenza Almaviva

Per Eurostop il giudizio negativo sul gravissimo contratto liberista firmato da Fim Fiom Uilm e quello altrettanto negativo sul patto pre elettorale di CGILCISLUIL per il pubblico impiego, sono discriminanti. I primi interlocutori sono quindi tutte e tutti coloro che, pur partendo da posizioni e storie diverse, condividano questi giudizi di fondo. Questo naturalmente non esclude la partecipazione nostra a mobilitazioni democratiche con forze anche lontane da noi. L'esperienza referendaria diventa un modello di comportamento, Eurostop è stato in campo spesso in modo rilevante- vedi le giornate del 21 e 22 ottobre – con forze diverse e lontane, senza perdere la propria identità, anzi rafforzandola. 

Eurostop vuole quindi lanciare un progetto sociale e politico, che abbia l'ambizione di dare forza e organizzazione ad un mondo di sfruttati ed emarginati, che oggi non ha vera  rappresentanza. In questo progetto si vuole incrociare il conflitto di classe con quello che emerge dalla esclusione sociale e politica, che coinvolge anche ceti sociali diversi dalla tradizionale classe operaia.

Eurostop vuole essere parte della costruzione di una grande rottura democratica e socialista da parte del popolo sfruttato, una rottura contro tutti i poteri della globalizzazione.

A tale scopo il coordinamento nazionale Eurostop convoca per sabato 28 gennaio una grande assemblea nazionale e di massa a Roma, che sia la prima risposta del NO sociale al governo e alla continuità delle politiche liberiste italiane ed europee.

Contestualmente Eurostop intende avviare  da subito la discussione e l’organizzazione per una manifestazione nazionale a marzo, in occasione del Sessantesimo anniversario del Trattato di Roma, che mise in marcia il progetto che oggi è diventato l’Unione Europea. A Roma ci sarà il vertice con tutti i capi di stato europei e coinciderà con la richiesta di manovra finanziaria aggiuntiva della Commissione Europea rispetto alla Legge di stabilità varata dal governo dimissionario di Renzi.

Per Eurostop quello di marzo è l’appuntamento per portare in piazza esplicitamente la battaglia per l’Ital/Exit.

 

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