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Nola, un ospedale di frontiera. Anche per colpa di Lorenzin e De Luca

Intervista realizzata da Radio Città Aperta.

E' con noi al telefono Vito Storniello, dell'Usb sanità nella regione Campania. Grazie intanto per il tuo intervento e per il tuo contributo.

Grazie a voi.

 

Vogliamo parlare con te di questo episodio sconcertante che abbiamo visto in tv: i malati in terra nel pronto soccorso dell'ospedale di Nola. Il governatore della Campania De Luca accusa i dirigenti e i medici di non aver relazionato sullo stato del pronto soccorso, mentre la ministra Lorenzin parla di “eroi”. Dove sta la verità? Soprattutto. la sanità pubblica italiana ha bisogno di eroi?

No. La sanità pubblica ha bisogno di professionisti che devono semplicemente assistere i pazienti che arrivano nei nostri ospedali. Ma io credo che quello che è successo a Nola è – come dire – una emergenza straordinaria dovuta a tante condizioni che si sono verificate quel giorno. Dal maltempo, dalla impraticabilità delle strade per arrivare negli altri ospedali e alle carenze strutturali dello stesso ospedale nolano. Carenze che sono legate alle politiche governative degli ultimi anni, avallate da tutti i governi regionali. Cosa voglio dire? Se noi riduciamo in Italia decine di migliaia di posti letto, se noi riduciamo i livelli di assistenza, se noi non abbiamo la possibilità di coprire il turnover – per cui c'è una carenza straordinaria di medici e infermieri – è ovvio che prima o poi accadrà anche da altre parti, così come non è successo solo in Campania. Se vi ricordate, è successo anche al San Camillo di Roma; e anche in Toscana, in Lombardia, nel Veneto si sono verificate queste situazioni di emergenza straordinaria. I problemi sono nelle politiche governative di smantellamento del servizio sanitario pubblico. Noi della Unione Sindacale di Base, da anni stiamo denunciando questo attacco al welfare sanitario. Purtroppo però non troviamo sponde né in alcuna forza politica presente in parlamento; sembra che ci sia questo “pensiero unico” sulla insostenibilità dell'attuale servizio sanitario pubblico italiano, nonostante che sia invidiato da tantissime altre regioni europee e non – e questa insostenibilità presta il fianco alla riduzione dei posti letto.

 

Ritorniamo un attimo sul perché di questa diversità di comportamenti tra il governatore della Campania e il ministro Lorenzin? Perché uno attacca dirigenti e medici e l'altro invece li chiama eroi, secondo te?

Potrei dire che ieri sera ho letto alcune dichiarazioni del presidente De Luca che, forse, si è reso conto di aver – come dire – sparato nel mucchio. E ieri ha cominciato a dire: “ma io apprezzo i medici…”. Ma al di là di queste dichiarazioni politiche o diplomatiche, di circostanza, io dico a questi due nostri vertici istituzionali: i mandanti di quello che è successo a Nola siete voi! Si dovrebbero licenziare loro, si dovrebbero sospendere loro dalle loro funzioni… per quanto riguarda la nostra posizione come Usb. Non è possibile che loro, quelli che hanno determinato questi risultati, siano quelli che decidono anche la sospensione o il licenziamento di dirigenti che fanno solo il loro dovere in condizioni estreme. Ecco, questa è la nostra posizione.

 

Che bacino di utenza ha l'ospedale di Nola?

Il bacino di Nola ha un'utenza grossomodo intorno ai 500mila abitanti. Il problema, quella sera, è che è aumentato a dismisura perché sabato 7 gennaio erano impraticabili tutte le strade a causa del ghiaccio. E qui vi sono responsabilità precise di altre istituzioni, a partire dal sindaco di Avellino – perché l'ospedale Moscati sarebbe stato il punto di riferimento di tutti quelli che poi sono andati a Nola – ma anche del prefetto e di tutti coloro che dovevano prevenire l'impraticabilità delle strade. E' successa una tempesta perfetta: sono andati tutti all'ospedale di Nola che, con una dotazione di 150 posti letto, non poteva assolutamente far fronte a tutto quello che è accaduto quella sera. Ecco perché noi siamo dalla parte dei medici e degli infermieri. Li difendiamo, perché hanno dato quello che potevano, quella sera.

 

Tu hai parlato delle responsabilità dei governi, cioè i tagli che sono stati fatti alla sanità, la chiusura di ospedali, la riduzione di posti letto pubblici. Ma quale è il futuro?

Per quello che è da sempre la nostra visione, la nostra posizione politica, i governi vogliono far sbarcare in Italia il cosiddetto “sistema del mercato assicurativo”, in maniera tale che i cittadini devono versare quanti più soldi possibili alla migliore assicurazione possibile per avere la migliore sanità possibile; con una deriva verso l'industria farmaceutica sanitaria privata, dove alcuni grandi gruppi vogliono cominciare a costruire ospedali privati. La deriva è questa. Poi, se leggiamo ancora più in là, se fosse siglato il Ttip, quel famoso mercato internazionale della cosiddetta globalizzazione, entrerebbe in campo anche la cosiddetta globalizzazione sanitaria. Con il Ttip, in Europa, noi avremo spazi sempre più ridotti di sanità pubblica, mentre invece aumenterà sempre di più la sanità privata. La deriva è questa. Io invece ritengo che il nostro sistema – che è universalistico, ripeto; significa che in Italia si presta soccorso a tutti, a prescindere da ceto, censo e qualsiasi altre condizioni sociale – si interviene, si salva la vita al cristiano, e poi dopo si vede… Eventualmente, poi si vede quello che dovrà essere pagato, se deve essere pagato oppure no. E' un sistema universalistico che – come dire – ha ammiratori in tante parti del mondo, in particolare nei paesi Ocse; e che però, per politiche legate alla grande finanza internazionale, al profitto che vogliono fare i grandi gruppi privati, viene affossata in Italia per dare spazio, appunto, a questi altri interessi. Privati.

 

Tu hai parlato del Ttip. Ma anche l'Unione Europea – su direttive e tagli – ha delle responsabilità?

Certo, certo… La discussione sul Ttip, a Bruxelles, viaggia… Nessuno ne sta parlando, ma sta viaggiando, quindi arriverà… Non so quando, ma ci potrebbero calare addosso ulteriori riduzioni di spazi pubblici. Il cosiddetto welfare, tanto amato negli ultimi 20 anni da alcune forze politiche, ormai è stato messo da parte e si sta facendo spazio invece all'abbandono sociale. Un abbandono che determina 10 milioni di italiani che non riescono più ad avere accesso alle cure sanitarie, per povertà. Questo è un dramma che nessuna forza politica, attualmente, sta prendendo in considerazione; perlopiù fanno finta di discuterne. Questo è il dramma. Il dramma è che noi dovremmo mandare via, a casa, tutti quelli che adesso ci stanno propinando queste politiche.

 

Un'ultima domanda Vito. Voi avete chiesto la sospensione sia di De Luca che della ministra Lorenzin, e avete avviato delle mobilitazioni. Di che genere?

Noi abbiamo rispedito al mittente quello che, il primo giorno, sia la Lorenzin che De Luca avevano detto. Poi hanno fatto marcia indietro perché hanno capito che era un autogol… Probabilmente si sono resi conto che i mandanti veri e propri di quello che è successo a Nola sono loro e hanno fatto un passo indietro, cominciando a parlare di apprezzamento, o addirittura di eroi. Provocatoriamente abbiamo detto: sospendetevi voi. Magari lo facessero… Era una provocazione, perché noi da anni stiamo lottando per il ripristino di un servizio sanitario nazionale pubblico, con ospedali che diano assistenza adeguata e quindi bisognerebbe coprire i turnover, bisogna dotare di tutte le strumentazioni tecnologiche adeguate per affrontare tutte le acuzie. Le acuzie negli ospedali, attualmente, non sono garantite. In Campania purtroppo, devo dire, ancora meno delle altre regioni, tanto è vero che in Campania le aspettative di vita sono nettamente inferiori alle altre regioni d'Italia.

 

Sull'iniziativa che avete fatto o che avete in programma…

Ieri abbiamo fatto una conferenza stampa all'ospedale di Nola, dove abbiamo parlato con i medici, abbiamo spiegato le ragioni, quello che sto dicendo a voi lo abbiamo spiegate ai media presenti. Ed erano tante le televisioni presenti: Canale5, Sky tg24, RaiTre e tutte le televisioni locali. Abbiamo fatto un presidio di protesta a Palazzo Santa Lucia, dove c'è la sede del presidente De Luca…

 

Avete una buona rappresentanza all'ospedale di Nola come sindacato indipendente?

Discreta, solo discreta. Perché la nostra organizzazione sindacale paga un prezzo, quello di essere conflittuale, antagonista con un sistema politico pieno di clientele. E purtroppo anche gli ospedali sono piene di clientele; quindi il nostro sindacato fa fatica, deve sgomitare per cercare di trovare spazi di rappresentanza. Però ce l'abbiamo, stiamo crescendo in tutta Italia.

 

Una buona notizia… Fuori dalla Campania, da Nola, ci sono altre iniziative?

Sì. Noi stiamo programmando una sotto il ministero della Salute, quindi direttamente dove è il ministro Lorenzin. Stiamo organizzando una manifestazione, un presidio di protesta proprio lì dove ci sono i poteri forti, o cosiddetti forti, che decidono il futuro del nostro servizio sanitario nazionale. Poi lo faremo nei maggiori capoluoghi di regione, mi riferisco a Bologna, Firenze, Milano e Venezia.

 

Bene, Vito, ti ringrazio per questo tuo intervento e buon lavoro.

Grazi a voi e buon lavoro.

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