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Napoli. La trappola del bilancio sull’amministrazione De Magistris

In questi giorni l’Amministrazione de Magistris è ad uno snodo importante: l’approvazione del bilancio di previsione 2017-19. I tagli governativi ai trasferimenti (13 milioni) e alcune “tegole” cadute tra capo e collo addosso al Comune di Napoli fanno nutrire dubbi sulla tenuta antiliberista di quest’ Amministrazione che altre volte abbiamo segnalato come positiva anomalia nel panorama del Paese. Ne parliamo con Rosario Marra del Coordinamento Provinciale Confederale dell’USB di Napoli.

 

Allora, il 20 e 21 aprile ci saranno le sedute del Consiglio Comunale per l’approvazione del bilancio di previsione, voi dell’USB che idea vi siete fatta?

Si tratta del classico bilancio lacrime e sangue che aggrava una situazione già pesante dovuta al fatto che il Comune, essendo in pre-dissesto, già deve avere per legge le aliquote dei tributi al massimo. Le responsabilità politiche sono diverse e vanno da quelle del Governo nazionale, a quelle della Regione ma anche a quelle del Comune.

 

Potresti fare qualche esempio sia per quanto riguarda il bilancio che le responsabilità politiche?

Ad es., nel bilancio è previsto l’abbassamento della soglia di esenzione IRPEF da 15.000 a 8.000 euro e siccome…. non siamo a Bolzano…. comprenderai che la misura è socialmente pesante, inoltre si opta per il ricorso ad una ricetta di stile “greco” in quanto per pagare i debiti si prevede la vendita di infrastrutture strategiche come la rete del gas o l’alienazione delle quote comunali all’interno di una delle poche partecipate attive, ossia la GESAC che gestisce i servizi aeroportuali.

Per le responsabilità politiche, sono elevate quelle del Governo nazionale che, sinora, non ha mosso un dito per i circa 130 milioni di debiti gravanti sull’attuale Amministrazione e retaggio di altri periodi come quelli dell’emergenza rifiuti o dell’emergenza per il terremoto del novembre 1980; poi da non sottovalutare le responsabilità della Regione che attraverso il proprio Presidente De Luca non nasconde la propria ostilità politica verso il Comune di Napoli e ciò, a volte, determina “ritardi” nei trasferimenti per alcuni campi delicati come quello del TPL o delle politiche sociali.

Tuttavia riteniamo che ci siano anche responsabilità comunali come, ad es., nel campo dei trasporti dove il piano di risanamento dell’Azienda cittadina l’ANM sembra un accompagnamento al prossimo processo di privatizzazione messo in moto dalla Regione Campania con la divisione in lotti di gara del bacino regionale.

Infatti la nostra proposta di legare il risanamento all’avvio di un processo sfociante nella costituzione di un’Azienda Unica metropolitana a gestione pubblica con la creazione di economie di scala attraverso la fusione con l’Azienda di trasporto pubblico dell’ex-Provincia è stata oggetto soltanto di un appoggio molto generico contraddetto dai fatti perché è passata la teoria dei due tempi (prima il risanamento poi il rilancio).

Ciò è stato appena mitigato dall’approvazione di una mozione in Consiglio Comunale dove si chiede all’Amministrazione di produrre un piano di riorganizzazione del TPL d’intesa con la Città Metropolitana entro il 31 luglio;

inoltre non ci sembra che siano state adeguatamente prese in considerazione le puntuali controproposte sviluppate dai nostri delegati aziendali.


 

Eppure, di fronte a questa grave situazione finanziaria del Comune, sappiamo che vivete una situazione paradossale in quanto alla Città Metropolitana è presente un avanzo di bilancio libero (non vincolato) di oltre 563 milioni su cui ci risulta che il Sindaco de Magistris stia facendo in prima persona una battaglia per lo sblocco anche forzando, se necessario, le assurde “regole” del pareggio di bilancio che ne impediscono l’utilizzo.

A dire il vero quella sullo sblocco dell’avanzo libero è una battaglia nata come “vertenza metropolitana” cui partecipano Centri Sociali, Movimenti di lotta dei disoccupati, per la casa, militanti di forze della sinistra d’alternativa e OO.SS. come la nostra.

Infatti sull’esistenza del consistente avanzo libero dell’ex-Provincia abbiamo tenuto un’Assemblea metropolitana, un presidio al Consiglio Metropolitano lo scorso 27 gennaio e alcune assemblee territoriali ancora in corso, oltre ad averne fatto argomento di dibattito sui social e ad aver affisso, in momenti diversi, due manifesti in città.

Facciamo questa precisazione non per vantare “primogeniture” ma soltanto per meglio ricostruire la vicenda che è una concreta dimostrazione del fatto che le politiche liberiste sono recessive e impediscono politiche espansive anche quando, come in questo caso, i soldi ci sono.

Naturalmente apprezziamo il fatto che il Sindaco de Magistris si sia fatto stimolare dall’iniziativa di Movimento e, dopo qualche iniziale timidezza, abbia sposato in pieno questa battaglia, tuttavia sul punto permangono punti di vista diversi e riguardano soprattutto l’uso dell’avanzo libero, ma questo è un aspetto che verrà affrontato in un secondo momento perché oggi è prioritario ottenere una deroga alla normativa sull’equilibrio di bilancio che permetta lo sblocco dell’avanzo o di almeno una consistente quota-parte dello stesso.- Purtroppo, al momento, nel decreto enti locali recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri che potrebbe essere la sede normativa dove inserire la deroga – non si intravedono spiragli.


 

E’ chiaro che, come affermi, è prioritario lo sblocco dell’avanzo, tuttavia l’accenno che hai fatto su una diversità di vedute con l’Amministrazione metropolitana rispetto all’uso di questa ingente somma mi sembra interessante perché può dare ulteriore spinta alla mobilitazione. Potresti essere più preciso?

Noi abbiamo sempre pensato che l’utilizzo dell’avanzo dovesse servire innanzitutto a costruire un’alternativa alle misure lacrime e sangue che si andavano delineando nel bilancio di previsione comunale, ad es., adoperando una parte dei fondi per costituire la nuova Azienda metropolitana per la mobilità, invece l’Amministrazione, al momento, ha una visione che, nei fatti, è “compensativa” (non alternativa) alle misure di tagli e vendite di pacchetti azionari e beni patrimoniali impiegando i fondi dell’avanzo in progetti strettamente riguardanti le competenze della Città Metropolitana nel campo dell’edilizia scolastica o del dissesto idrogeologico sottovalutando il fatto che l’istituzione metropolitana ha competenze, normativamente previste, anche per la mobilità.

 

Nel ringraziarti per il chiarimento ti vorrei porre un’ultima domanda: se quello descritto è il quadro della situazione anche nella sua contraddittorietà, come dimostra la vicenda avanzo libero, cosa intendete fare nelle prossime settimane?

Innanzitutto aprire un’ampia discussione che ci porti all’individuazione di iniziative di mobilitazione anche perché, indipendentemente dalle polemiche politiche tra i vari livelli istituzionali, l’assenza, sinora, di un intervento governativo rispetto alla situazione di eccezionalità creatasi per le eredità di precedenti Amministrazioni configura un oggettivo attacco alla città.

Sembrano esserci degli spiragli di trattativa con una parte dei creditori che hanno portato allo sblocco del pignoramento di 70 milioni che aveva reso drammatica la situazione di liquidità delle casse comunali, inoltre ci sono contatti col Governo per definire con precisione la quota di spettanza del Comune sui debiti delle gestioni commissariali di competenza statale. Ciò, secondo l’Assessore al bilancio, entro il 31 luglio potrebbe portare ad una “manovra correttiva” per alleggerire i conti.

Naturalmente i tempi di queste ripartizioni del debito tra Comune e Stato sono importanti perché l’ “ossigeno” potrebbe arrivare troppo tardi e qui sta uno dei pericoli maggiori della trattativa, inoltre come Sindacato chiederemo di entrare nel merito dell’eventuale manovra correttiva perché, per noi, occorre rinunciare alla vendita di alcuni “gioielli di famiglia” come la rete di distribuzione del gas, le quote GESAC e dare una prospettiva di tipo metropolitano all’Azienda cittadina dei trasporti.

La vicenda del bilancio di previsione, ancora una volta, mette in luce un’esigenza non più procastinabile: che fare con la spada di Damocle del debito, ad es., buona parte dei crediti del CR8 (dopo-terremoto 1980) sono interessi. Qui dovremmo incoraggiare i primi passi di audit pubblico che si stanno facendo nell’esperienza napoletana e ciò riguarda anche il Sindacato perché tra le vittime dell’uso politico del debito ci sono pure i nostri rappresentati.

Nel frattempo, abbiamo indetto un presidio per il 21 aprile sotto la sede del Consiglio Comunale che ci auguriamo sia quanto più partecipato possibile e, per noi, questo più che un auspicio è un appello nell’interesse dei lavoratori coinvolti nei processi di dismissione e soprattutto dell’intera città.

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