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Quel "mostro" d'Israele
Se Boldrini accoglie alla Camera chi incita contro "il regime sionista di assassini nemici dell'umanità"
di Giulio Meotti (Il Foglio, 13 aprile 2017)
Quando la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, venerdì scorso ha ricevuto a Montecitorio una delegazione palestinese, compresa l'ambasciatrice in Italia Mai Alkaila, ha compiuto una forzatura, ma pur comprensibile nell'ambito di relazioni diplomatiche, nata certamente dalla genuina volontà di rilanciare i negoziati fra israeliani e palestinesi. "Incontro con ambasciatrice Palestina Alkaila che ha denunciato stallo processo di pace", recitava l'account Twitter della presidente della Camera. Ma quando Boldrini ha accolto anche il rappresentante in Italia di al Fatah, Yousef Salman, forse avrebbe dovuto prima informarsi a chi stringeva la mano e chi c'era alla propria sinistra nella photo opportunity. Era sufficiente un breve giro sull'account Facebook di Salman per capire che non si trattava di un politico interessato all'accordo con Israele né uno preoccupato per lo "stallo del processo di pace".
"Nemici della civiltà, della democrazia e dell'umanità": così Salman il 24 marzo ha definito Israele, anzi "l'arroganza sionista". Ovunque ricorrono nei suoi post paragoni fra Hitler e Israele: "Il nazifascismo è stato sconfitto dagli uomini e dalla storia, anche il sionismo lo sarà…", si legge il 13 marzo. "I sionisti ormai si sentono i padroni del mondo, onnipotente, lo stesso sentimento che ebbero i nazisti", in data 27 febbraio. A volte il tono di Salman si accende: "Morte all'occupazione israeliana" (1 ottobre 2016). Lo scorso 23 luglio ha lasciato intendere un paragone fra gli israeliani e gli animali: "Chi ha creato il mondo, non poteva fermarsi a loro (gli animali): loro non si ammazzano stupidamente, non raccontano bugie e falsità, non credono di essere superiori a nessuno, non rubano per hobby e non usano il loro Dio per rubare, liquidare o dominare gli altri". L'11 febbraio 2016, invece, Salman scriveva: "Dio liberaci dai mostri, il filo spinato israeliano…". Ne ha spesso anche per i media italiani: "Rai News 24, la Tv sionista in Italia" (7 maggio 2016) e Piero Marrazzo, "il vigliacco" (26 dicembre 2015, corrispondente Rai da Gerusalemme). Il rappresentante di Fatah in Italia ha condiviso (12 dicembre 2015) anche una "soluzione del conflitto israelo-palestinese". E quale? "Spostare lo stato di Israele negli Usa: gli israeliani sono perlopiù amati dagli americani, gli Usa accoglierebbero gli israeliani nelle loro case a braccia aperte, gli Usa hanno moltissima terra dove poter sistemare Israele come 5lesimo stato". Così che "il medioriente sarebbe di nuovo un posto pacifico". Anche l'altro personaggio fatto entrare dalla presidente Boldrini a Montecitorio è davvero poco moderato. Tale Bassam Saleh, segretario di Fatah in Italia, alla sinistra di Boldrini nella foto. In data 16 febbraio, Saleh postava su Facebook: "Il popolo palestinese è chiamato di nuovo a continuare la sua lotta per abbattere il regime sionista di apartheid". Chiaro. Il 2 novembre 2016, Saleh è ancora più diretto nell'invocazione a sradicare Israele: : anni fa viene trapiantata una entità estranea nel mondo arabo…".
A chi stringe la mano?
Il signor Saleh è anche "presidente dell'Associazione Amici dei Prigionieri Palestinesi". No, non sono tanti Mandela di Ramallah ingiustamente incarcerati da Israele, ma terroristi e attivisti dell'Intifada. La stessa ambasciatrice palestinese incontrata da Boldrini, Mai Alkaila, due giorni fa su Facebook ha commemorato Abu Youssef, Kamal Adwan e Kamal Nasser, i tre terroristi palestinesi di Settembre Nero eliminati da Israele in Libano nell'aprile 1973 per la loro partecipazione al massacro degli atleti israeliani di Monaco. Qualche domanda è lecito porsela: a chi stringe la mano, Boldrini? Ieri la presidente della Camera ha fatto entrare a Montecitorio due agnelline, Gaia e Gioia, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla macellazione degli animali. Ecco, non sarebbe male se Boldrini la sensibilizzasse anche sulla campagna palestinese di incitamento a macellare le ragazzine israeliane. E' la stessa lama da cucina che sgozza Gaia e Gioia.
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Manlio Padovan
Come al solito, sono anche ignoranti perché il primo che ha ricordato l'accoppiata nazismo/sionismo o, forse meglio: nazismo/politca di Israele in Palestina, che a me paiono esattamente la stessa cosa, fu Primo Levi e, se non sbaglio, in una intervista a Ferdinando Camon.
Israele deve essre distrutto perché non c'è un solo motivo razionale che ne giustifichi la costruzione in Palestina.
Davide Polimeno
Giulio Meotti è un mitomane che concepisce Israele, come noi bambini negli anni Ottanta concepivamo Schwarzenegger e Silvester Stallone nel loro ruolo di rappresentanti del machismo hollywoodiano. Vive del mito del supereroe repubblicano che annienta i cattivi sfoggiando la propria forza. Ma al posto di Rambo per Meotti c'è l'esercito israeliano. Primo Levi non fece mai un'equiparazione tra nazismo e politica militare israeliana, ma ammise che vi erano delle analogie. Ma Meotti rende il culto a Israele elevato al livello di stato divinizzato. Per lui non esistono le risoluzioni ONU, non esiste il dissenso israeliano. Anni fa si lamentava degli Israeliani, figli o nipoti di militari e statisti, che militando nella sinistra pacifista rigettavano il " rambismo reaganiano di tipo sionista"….