Come sta la ragione politica in Italia? Malissimo, grazie. Solo un clima generale canceroso e cancerogeno, infatti, può aver prodotto le reazioni isteriche a una provocazione culturale intelligente come la Giornata dell’orgoglio antirazzista, migrante e meridionale convocata – una smorfia in più – proprio a Pontida, piccola “capitale” scelta a suo tempo dalla Lega Nord come simbolo di una secessione impossibile e di una “razza padana” che farebbe morir dalle risate qualsiasi studente di genetica.
Leggiamo l’ultimo lancio dell’Ansa, incerta – una volta tanto – tra l’assumere il tono livido-cianotico spirante dalle questure interessate e il sarcasmo liberatorio:
“E' blindata Pontida, la cittadina della bergamasca dove ogni anno la Lega Nord tiene il suo appuntamento più importante, in vista del festival dell' orgoglio antirazzista, migrante e meridionale. Con una ordinanza di inizio mese il sindaco ha chiuso alcune vie del centro, il cimitero, tutti i negozi, le scuole e gli uffici comunali.
Scettici alcuni degli abitanti. "Speriamo ci sia buona musica. Chiudere tutto mi è sembrato esagerato – hanno raccontato due trentenni del posto -. Hanno chiuso anche la discarica che è aperta solo tre giorni la settimana".
Moltissimi gli agenti delle forze dell'ordine (alcuni arrivati anche da Milano). La gente è arrivata ordinatamente al prato dove si svolge la manifestazione, che è dal lato opposto della città rispetto a quello dove si tiene la manifestazione leghista, e dove oggi alcuni esponenti del Carroccio hanno voluto testimoniare la loro presenza, fra questi l'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli.
Il festival è nato da un’idea di Massimo Jovine, bassista del 99 Posse, balenata in contemporanea con la davvero provocatoria visita di Matteo Salvini a Napoli, l’11 marzo scorso, accompagnato da fanfare di guerra e migliaia di agenti di polizia pronti alla “caccia all’uomo” (poi immancabilmente scattata quando il corteo di contestazione è arrivato davanti alla Mostra d’Oltremare). Un’idea concretizzata nel tentativo di «smuovere le coscienze», contrapponendo al razzismo fascioleghista la grande capacità della gente del Sud (l’accoglienza, come prodotto millenario di una città della grande tradizione del Mediterraneo, crocevia di popoli e di culture).
Raccolta immediatamente da una trentina di musicisti che hanno deciso di puntare su arte e cultura, vera ricchezza del popolo meridionale, sfornando un supergruppo (Terroni Uniti) e una canzone-inno come Gente do Sud, il cui video, in soli due giorni dalla pubblicazione su Youtube, ha totalizzato centomila visualizzazioni. «Gente d’’o sud/ Gente d’’o mare/ Gente capace ‘e credere ancora dint’a ll’ammore/ Dint’ê culure nc’ammiscammo e simmo tale e quale/ ’o mare ch’è amaro nce porta luntano/ Cu ‘a vocca dint’ô ssale se lava c’ ’o mmale/Ma nunn’è normale/ Chi parte ‘a luntano pecché è disperato/ Tu ‘o chiamme immigrato ma io ‘o chiammo frate/ Restammo umane».
Il centro sociale Insurgencia ha raccolto l’idea lanciano infine l’iniziativa su Pontida, forse inizialmente pensata come una classica “incursione” irridente in “territorio nemico”. La pochezza delle autorità leghiste locali – il sindaco di Pontida aveva vietato il festival – fiancheggiata dall’ancor più stolida complicità delle Ferrovie dello stato (capaci di negare l’agibilità del prato su cui fare lo spettacolo!), ha fatto l’involontario miracolo di trasformare la scadenza di oggi in un avvenimento popolare di grandi dimensioni. Anche la gioventù locale – come testimoniato dall’Ansa – ha trovato interessante un appuntamento che mette davanti ai loro occhi una marea di musicisti di grande valore (Eugenio Bennato, Tonino Carotone, ovviamente i 99 Posse, Caravan Orkestar, Tommy delle PornoRiviste, i bergamaschi Cornoltis, M’Barka Ben Taleb, Djarah Akan, Ciccio Merolla, Valerio Jovine, Nto’, Joe Petrosino, The wet dogs, ‘O Rom, Dope One, Tommaso Primo, Assurd, Oyoshe, Junior Sprea, Signor K, Aldolà Chivalà, Daniele Sepe, Massimo De Vita, Pepp Oh, Andrea Tartaglia e Kento+Mad Simon, ecc) senza neanche dover pagare il biglietto.
Ma la tetragona chusura leghista aveva già convinto una marea di persone di ogni parte d’Italia a dar vita a comitati promotori, organizzando volantinaggi, comunicazione online, pullman e treni per arrivare a Pontida. Senza pretesa di esaurire l’elenco: Bergamo, Milano, Venezia, Padova, Vicenza, Parma, Alessandria, Trento, Ancona, Jesi, Senigallia oltre naturalmente a quelli di Napoli e di altre città della Campania come Caserta e Benevento.
Una pressione insostenibile, alla lunga, che ha convinto probabilmente qualche "gestore dell'ordine pubblico" a spiegare al povero sindaco che stava ottenendo il risultato diametralmente opposto, obbligandolo infine a ritirare il divieto e di fatto ammettere d'essere avvolto nel ridicolo. Convinzione estesa anche alle Fs, proprietarie del prato brullo e incolto…
Fino a notte si andrà avanti per sradicare, proprio lì, l’idea isolazionista fascioleghista: “A Pontida 30 anni fa si è piantato il seme del razzismo e ed è lì che si dovrà andare per eliminarlo, per azzerare gli orologi e cominciare a ricalcolare un nuovo tempo, per Pontida e per il Paese”, recita l’appello firmato da Scrittori Terroni Uniti (tra cui Maurizio De Giovanni, autore de “I bastardi di Pizzofalcone”, Luca Delgado, il regista e autore Geatano Di Vaio, Pino Imperatore – autore tra gli altri di “Benvenuti in casa Esposito”-, il regista e drammaturgo Giovanni Meola, l’attore teatrale Claudio Finelli).
Alla fine, le previsioni parlano di oltre cinquemila persone che stanno ancora raggiungendo il paesotto del bergamasco. Gli organizzatori ritengono che «questo concerto sia un passo fondamentale per abbattere il razzismo e la paura del diverso durante una giornata organizzata all’insegna della fratellanza e dell’accoglienza, senza polemiche e soprattutto dimenticando quel divario Nord-Sud che divide i cuori di un popolo e soprattutto con l’intenzione di voler regalare a quella cittadina, scelta per anni come roccaforte di razzismo ed intolleranza, una giornata dedicata alla musica e alla solidarietà».
Ore 18. Fin qui tutto bene, diceva quel film… E anche l'Ansa informa i giornalisti italiani – che si formano le opinioni in base alle agenzie – che veramente 'sti cavolo di "meridionali, centri sociali, musicisti, ecc" sono riusciti in una controffensiva da favola…
"E' stato un bergamasco dal palco a dare il via ufficialmente al "Festival Antirazzista, Migrante e terrone organizzato per oggi a Pontida, in provincia di Bergamo, come 'reazione' alla visita a Napoli del segretario della Lega Nord Matteo Salvini a Napoli. "Abbiamo vinto la scommessa – ha detto – Noi di Bergamo non ne possiamo più di essere additati come leghisti, noi siamo antirazzisti", ha detto dal palco dove campeggia la scritta 'terroni di tutto il mondo unitevi'. Poi altri interventi e soprattutto canzoni. Dal palco Egidio Giordano, del coordinamento Dema, ha spiegato che "a Napoli ce l'abbiamo messa tutta per non far parlare Salvini perché il razzismo non ha cittadinanza da nessuna parte". Da Napoli sono arrivati tre consiglieri comunali: Rosario Andreozzi, Pietro Rinaldi e Eleonora Di Majo protagonista di un acceso scambio di battute con Salvini. "Non è lui che non ci piace ma le sue idee" ha osservato. Critiche sono arrivate alla manifestazione organizzata a Verona dalla Lega per il 25 aprile sulla legittima difesa. Dal palco Marta, arrivata da Venezia, ha festeggiato, tra gli applausi, il fatto che "quella scritta indecente 'Padroni a casa nostra' non c'è più". E' stata infatti cancellata anche se sarà rimessa lunedì, come ha spiegato su Fb il segretario provinciale della Lega Nord, Daniele Belotti. "L'abbiamo cancellata noi – ha scritto – Non vogliamo concedere l'opportunità di imbrattarla"."
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