La domanda non è campata per aria. Anche se non è scritto nero su bianco, il diritto all’abitazione è ben indicato in diversi articoli decisivi della Costituzione di questo paese. Il diritto alla casa, alla luce degli sgomberi di questa estate a Roma e dell’escalation avviata dalla speculazione immobiliare per rimettere le mani sugli edifici occupati, torna ad essere un fattore dirimente tra giustizia sociale e legalità posta a tutela esclusivamente dei diritti della proprietà privata.
Le case occupate dal 2013 in via Tiburtina (zona San Basilio), hanno ospitato venerdi pomeriggio un incontro inconsueto ma non certo estraneo al contesto: il convegno “Il diritto alla casa, un diritto costituzionale disatteso” organizzato dall’Asia-Usb. Folta la partecipazione di occupanti di case ma anche di inquilini dei Piani di Zona e degli enti previdenziali, insomma la dimensione dell’emergenza abitativa era rappresentata in tutta la sua complessità e composizione sociale.
Costituzionalisti del calibro di Imposimato e Maddalena hanno interlocuito con franchezza alle questioni poste nell’introduzione di Angelo Fascetti dell’Asia-Usb. “Il codice penale esistente – risalente agli anni ’30 – è punitivo verso chi occupa le case sfitte, va aggiornato. Occorre creare una struttura di difesa legale contro gli sgomberi e a tutela di chi è costretto ad occupare una casa” (Imposimato); “in materia di diritto all’abitazione e sgomberi, non si può parlare solo di legalità, il contesto è decisivo e in Costituzione questo diritto è riconosciuto chiaramente.. il ministro Minniti si ispira più ai criteri dello Statuto Albertino che alla Costituzione… i beni pubblici sono beni indisponibili per la speculazione e il nemico è propria la privatizzazione dei beni pubblici” (Maddalena).
Altri interventi hanno colto i molti aspetti della contraddizione irrisolta e crescente in materia di diritto all’abitare. “L’edilizia residenziale pubblica è stata completamente annullata dagli interessi della speculazione, i Piani di Zona ne sono l’evidenza. La regione Lazio negli anni ha dato 1,5 miliardi a fondo perduto ai costruttori. Anche le case degli enti previdenziali sono state privatizzate venendo meno alla loro funzione di calmierazione del mercato degli affitti, chi occupa le case in qualche modo tutela la propria dignità e la stessa Costituzione” (avvocato Perticaro); “l’Unione Europea con la carta di Nizza evoca la questione abitativa ma la liquida come problema assistenziale e non come diritto sociale, la circolare Minniti del 1 settembre invita i Prefetti a sgomberare gli edifici occupati e impedire nuove occupazioni, le dimissioni di Minniti vanno chieste con forza” (Franco Russo di Eurostop); “il miliardario Warren Buffet ha ammesso che loro hanno scatenato la guerra di classe contro i poveri, dobbiamo unire le nostre forze intorno ai nostri diritti per reagire a questo guerra” (Abubakar Soumahoro dell’Usb); “gli occupanti di case a Roma sono diecimila, praticamente sono il 57° comune del Lazio per numero di abitanti, contrastare la speculazione immobiliare, anche con le occupazioni di case, significa rimettere in campo un’altra visione della città” (Antonello Sotgia, Urbanista); “ancora prima di Minniti la prima legge dello stato che ha approfondito i problemi legati all’emergenza abitativa è stata il Decreto Lupi sulla casa che ha vietato la residenza e le utenze agli occupanti, innescando poi una valanga di provvedimenti repressivi contro gli attivisti e gli occupanti di case (avvocato Francesco Romeo).
A conclusione sono intervenuti due rappresentanti della politica, Roberta Lombardi deputata del M5S e Stefano Fassina di Sinistra Italiana. La prima ha ricostruito le iniziative portate avanti insieme all’Asia sui Piani di Zona e le case degli enti previdenziali, ha difeso la giunta comunale di Roma dalle accuse di inerzia e complicità emerse in diversi interventi precedenti riaffermando la difficoltà di poter mettere mano ad atti ed azioni amministrative decise per la situazione di collusione esistente dentro l’amministrazione. Il secondo ha lanciato l’appello ad una convergenza intorno alla richiesta già inoltrata di un consiglio comunale straordinario sull’emergenza abitativa a Roma e alla costruzione di obiettivi comuni da mettere all’ordine del giorno sul percorso del Comune.
Le conclusioni sono state tirate da Guido Lutrario (Federazione del Sociale dell’Usb) che non ha fatto sconti alla giunta comunale ed ha indicato nello sciopero cittadino del prossimo 29 settembre una giornata su cui dare centralità a tutte le emergenze sociali di Roma, da quella del lavoro che se ne va e lo stop alle privatizzazioni fino all’emergenza abitativa che da decenni ipoteca la vita sociale e le scelte nella città.
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