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In ricordo di Amedeo. Giovedi i funerali

Qui di seguito alcuni saluti e ricordi arrivati in redazione dedicati ad Amedeo, storico compagno di Radio Citta Aperta morto improvvisamente lunedi mattina a Roma. I funerali ci saranno giovedi. Il saluto pubblico dei compagni e alle 15,30 presso il centro sociale Intifada, via Casalbruciato 15.

 

Ciao Amedeo

Non so da quanto tempo che ti conosco, ma che importanza ha il tempo, mi ricorre in mente una pellicola di ricordi, e sempre momenti e giorni belli e significativi. Alla radio la mattina quella voce allegra, simpatica che annunciava l’inizio di una giornata, i comunicati che passava la radio, la tua spontaneità, quella risata quando ritarda un compagno e ritarda la rassegna stampa. Faceva parte dei componenti di casa quanti volte ti abbiamo cercato per dirti che succede non si sente più la radio, e la tua risposta pronta sempre un guasto tecnico ridendo.

Nei viaggi in Libano, Gaza e Cisgiordania, ha imparato Yalla yalla , andiamo andiamo, perché quella sigaretta accesa all’ultimo momento quando tutti aspettavano  dentro il pullman, ci guardavamo alle volte con rabbia ma spesso complice visto che fumavo anche io, e come abbiamo trovato un linguaggio incomprensibile del tuo arabo, ridendo.

Quella sigaretta, fumata nel bagno del Mea la compagnia libanese, e l’allarme che ha fatto correre l’hostess, che ti parlava in tutte le lingue, e tu facendo finta di non capire, accorto del fatto, spiego alla hostess che è stata una cosa involontaria l’abitudine di accendere la sigaretta quando si va in bagno, e per non correre il rischio di nuovo ti hanno messo vicino alla finestra e io in mezzo con la responsabilità, di farti alzare se non accompagnato… quanto abbiamo riso dopo.

A Gaza insieme alla delegazione per non dimenticare, la tua contenuta rabbia, per la lunga attesa al Cairo, e poi la partenza, attraversando il Sinai zona di guerra, e poi al valico di Rafah il sollievo, ma tu cercavi internet, la tua mente era a Roma, cercavi notizie del parto difficile di una compagna e ci trasmettevi le notizie. Il tuo Tablet era sempre acceso in attesa, e scattavi immagini di tutto.

E poi fu il viaggio per la Cisgiordania, le ore passati insieme ad altri tre compagni bloccati per circa sette ore, senza un goccio d’acqua. Chiamati uno alla volta interrogati più di una volta, e tu che non parlavi l’inglese, e quella stronza che voleva prenderti in giro, ma come fai il turista e non parli le lingue… Alla fine l’abbiamo fatta e raggiungiamo la Palestina, incazzati ma contenti.

Al ritorno, per finire in bellezza e dopo la dogana israeliana, al ponte Allenby ti sei accorto che ha dimenticato il cellulare nel pullman, ma la cosa più bella che ti ricordavi pure dove eri seduto, corriamo alla sicurezza giordana per raccontare il fatto, e loro fortunatamente riescono a contattare l’autista che era già dall’altra parte del confini, ma ci vuole del tempo prima che rientra e riporta con se il tuo cellulare che era pieno di bei ricordi e il tuo sarcastico sorriso che brontolava vi lo avevo detto che rimasto in pullman, yalla yalla Amman  ci aspetta per due giorni da veri turisti.

Ai tuoi compagni di Radio proletaria/ radio città aperta un forte abbraccio.

Ti voglio ricordare cosi con le cose che hai fatto da internazionalista militanti, con il segno della Vittoria. Che il tuo sorriso ci accompagna sempre! Ci mancherai tanto.

Ciao caro amico e compagno, Rip

Bassam Saleh

 

…………………………

 

Ricordandoti, Amedeo

State lì“, esortavi la mattina alla radio, quando mettevi uno stacco musicale o cambiavi argomento.

Tu stavi lì, una presenza-riferimento da tanti anni: per Radio Città Aperta, per i suoi ascoltatori. Ma non solo.

 

Infatti non stavi solo lì. Quante volte ti ho incontrato, giubbino da giornalista e ricci a caschetto, durante le manifestazioni contro una o un’altra guerra? Una presenza familiare, “politica” ma anche affettuosa. Una specie di consolazione, visti i dolorosi argomenti di cui spesso ci si occupa.

Grazie Amedeo.

E’ triste: la cabina di regia è vuota. Non stai più lì.

Marinella

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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3 Commenti


  • Sara Picardo

    C’era – e c’è – una cosa di Amedeo che mi ha sempre colpita: quel “noi”, usato più spesso del pronome ‘io’. “Noi” abbiamo detto… “Noi” abbiamo fatto… “Noi” lottiamo… “Noi” siamo presenti… perché per Amedeo, per il Compagno Amedeo, la dimensione collettiva della lotta era tutto. Solo insieme si può veramente ottenere un mondo più giusto. E lui lo sapeva bene. Era sempre presente, in prima linea, e non si risparmiava mai… e ‘noi’ lo sappiamo. Ottimista infaticabile. Sorriso e grugno sempre presenti. Capace di gentilezza e durezza. Fiero di “noi”, di quel noi che lui contribuiva a tenere in vita con la sua voce, la sua presenza, la sua grande generosità. Non si tirava indietro mai. Era capace di farti incazzare e farti commuovere, di donare a chi era più bisognoso e di arrabbiarsi, poi, per una salsiccia fredda dentro un panino. Montava e smontava palchi così come percorreva in lungo e in largo la città sui mezzi pubblici, perché doveva esserci, ad ogni manifestazione ‘nostra’, ad ogni costo. Capace di tener banco come pochi, non amava però mettersi al centro all’attenzione, perché la lotta e i compagni, per lui, venivano prima di ogni personalismo. Il “noi’ superava l’io. Faceva sentire speciali le persone ogni volta che le incontrava. Prendeva sul serio le cose, lui, ma sempre ‘cazzeggiando’.
    Amava la Palestina, odiava Casa Pound e Forza Nuova! Questi i punti fissi sui quali non si transigeva se si voleva parlare con lui.
    C’è una frase di Gramsci che parla degli uomini ‘imprescindibil’, ecco, lui lo era per la ‘sua’ Radio e per le mille battaglie a cui ha preso parte, a Roma e non solo. Per molti di noi lo era come amico. E lo rimpiangeremo sempre.

    Ma quel ‘noi’, per il nostro Amedeo viene da lontano, il suo primo ‘noi’ viene dalla sua grande e bella famiglia, di cui lui parlava sempre con amore e fierezza. E a loro va tutto il nostro più grande affetto, alla madre, donna forte e preziosa, caposaldo della famiglia, alla cara sorella (“ché noi Traversetti semo sempre due”), agli amati nipoti e pronipoti (ricordo ancora l’orgoglio per il matrimonio di Valentina alla presenza dei suoi splendidi figli), al defunto e amato padre, gran lavoratore, esempio per lui di dedizione e onestà. I suoi ‘epici’ zii di cui si vantava sempre, col suo sorriso sornione, la sua brigata di parenti sempre uniti, sempre presenti. E poi i suoi amici del Monte del Pecoraro, di Lunghezza, di Tivoli, di Magliano Sabino, della Val d’Aosta, della scuola d’arte, i suoi compagni del film ‘Diario di un maestro’ (un’esperienza fatta in giovane età che lo ha cambiato molto, contribuendo a farlo diventare un compagno vero, di quelli che conoscono i quartieri e loro storie, capace di parlare con umiltà con tutti). I suoi amici, molti purtroppo lasciati per strada in anni bui per la nostra città, che lui descriveva sempre con vividezza – la sua memoria è impareggiabile – e con una luce negli occhi piena di orgoglio e affetto. Sapeva voler bene come pochi, e si faceva voler bene anche quando ti strappava un ‘vaff…’ grande quanto una casa per la sua testardaggine.
    Se ne è andato troppo presto. Te ne sei andato troppo presto Amico mio. Volevi essere ricordato con il sorriso, con la musica che tanto amavi, senza lacrime. Noi ci proveremo, te lo promettiamo. Anzi, ‘testardamente’ ci riusciremo. Dacci solo ‘cinque minuti’, quelli che ti prendevi sempre tu a un appuntamento, prima di apparire, col tuo caschetto sempre arruffato, la tua camicia sbilenca, il tuo sorriso dolcissimo, il pugno alzato e il cuore grande. Pronto per una nuova lotta, capace di sorprendeti per ogni nuova avventura, sempre disponibile per ‘noi’, che oggi, a malincuore, proseguiamo la nostra strada senza te.
    Ci vediamo più avanti, Amedé, un po’ più il là, “a cinque minuti dalla vittoria”.


  • Rifondazione Comunista

    Att. Alessio Ramaccioni
    Direttore RADIO CITTA’ APERTA
    Roma

    Caro Alessio, care-i compagne-i,
    Vogliamo unirci a quanti hanno espresso il proprio sgomento e dolore per la prematura scomparsa del compagno Amedeo Traversetti.
    Lo abbiamo conosciuto in questi anni di militanza, sia dalla sua trincera radiofonica, sia nelle mobilitazioni di piazza. Abbiamo potuto apprezzare la sua caparbietà, il suo spirito critico, la sua allegria e la sua ironia che non faceva sconti a nessuno.
    Amedeo è stato un riferimento dei movimenti di lotta, sia locali, che nazionali, con una grande attenzione anche ai temi della politica estera.
    Purtroppo, Amedeo se n’è andato troppo presto. Sta a noi raccogliere il suo spirito militante e continuare le sue battaglie.

    Un abbraccio fraterno a tutte-i voi

    Marco Consolo
    Resp. Dipartimento Esteri
    Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea


  • Enza Biancongino

    Ciao Amedeo
    è troppo difficile ricordarti senza lacrime, ma anche senza sorridere. Sorridere della tua testardaggine, della tua caparbietà e dell’affetto profondo che avevi per i tuoi compagni. Le manifestazioni, le trasmissioni, le iniziative, le incazzature e le litigate, tutto era vita e militanza. La tua presenza era sempre garantita la tua competenza tecnica e politica anche. Alla Casa della Pace, alla Radio, alle riunioniu, alle iniziative, ai cortei non ti vedremo, ma mi ci giocherei la testa che caparbiamente, come sempre, ci sarai ancora. Ti vorrò sempre bene e sono certa me ne vorrai sempre anche tu.
    Enza

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