Menu

L’omicidio di un carabiniere, lo sporco lavoro della “Bestia”

E mo’, come la mettiamo? Sembrava l’omicidio perfetto per cancellare tutti le magagne del governo e ridurre i problemi del paese a una questione di “sicurezza”, da risolvere magari con un terzo “decreto” che autorizzi le fucilazioni immediate in base al colore della pelle…

Cosa c’era di meglio per rilanciare tutta la retorica da cretini che è la vera cifra di un governo cerebroleso?

Il format perfetto della propaganda fascioleghista: due scippatori nordafricani ammazzano un carabiniere a coltellate.

Un delitto di merda, per 100 euro di “riscatto” contrattato per telefono con una signora scippata della borsetta.

E invece – non c’è più religione, signora mia… – i due fermati sono due cittadini statunitensi. Bianchi di pelle, per di più, inizialmente indicati come facoltosi studenti della John Cabot University (il Rettore ha poi smentito la circostanza), che alloggiavano in un albergo a pochi metri dal teatro del delitto…

Si potrebbe quasi impostare una narrazione in base a un format uguale e contrario (“giovani americani ricchi e annoiati si divertono a fare gli assassini in una colonia dell’imperialismo“), ma sarebbe da idioti.

Per somma disgrazia, “due nordafricani”, nella vicenda, effettivamente ci sono: sono i testimoni del delitto che hanno fornito indicazioni decisive per individuare gli assassini. Due “cittadini modello”, insomma, che hanno permesso il rapido sviluppo delle indagini…

Insieme, bisogna ricordare, all’altro carabiniere rimasto ferito. Il che fra l’altro significa: le forze dell’ordine, e dunque il ministro dell’interno e dunque anche il suo staff di contafrottole, sapevano dal primo minuto che gli assassini NON erano “nordafricani.

Una vera catastrofe comunicativa, per gli imbecilli de “la Bestia” al servizio del “capitano”, che avevano già telecomandato i tg Rai e Mediaset, e ovviamente mobilitato i social, sulla solita canzone del “pericolo islamico alle porte”, “non c’è più sicurezza da nessuna parte”, “’sta gente strana che staziona per le strade e ci mette spavento”, ecc.

Eppure, nella “comunicazione politica” al servizio del tizio che promette “lavori forzati” – pur ricoprendo un ruolo da ministro che dovrebbe sapere come nel codice penale non esista un simile istituto per nessun reato – si parla per ore di “nordafricani”, come se la nazionalità o l’origine etnica fossero una “spiegazione”…

Un ceto politico-comunicativo fatto da idioti, infami, bastardi dentro, mentecatti da quattro soldi ma strapagati con i nostri soldi, che ciancia di “bastardi” in base alla nazionalità (presunta) dei responsabili di fatti criminosi, e che non fa mai ammenda delle stronzate che diffonde.

Ma che – grazie al ruolo conferitogli dalla posizione di potere – determina l’agenda politica, le titolazioni dei media, il dissennato “senso comune” di una popolazione in balia di quattro mentitori di professione.

Questa gente, prima la mandiamo a zappare la terra, meglio sarà per tutti. Soprattutto per quelli che credono alle loro stronzate…

P.s. L’arrivo di un ministro che ha voluto dare poteri assoluti alle guardie di tutti i tipi sembra abbia stravolto anche quel poco di “obbiettività” che è logico attendersi dalle “forze dell’ordine”. Qui una ricostruzione da Wired

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

4 Commenti


  • Manlio Padovan

    Io non ho capito che ci facessero i due carabinieri “in borghese”. E perché sono intervenuti proprio loro “in borghese”?


  • Mario Galati

    La cricca del sacco di letame al governo gestisce in base a meccanismi già esistenti e diffusi. In piccolo, ricordo un episodio accaduto anni fa nel mio paese in Calabria. Accusato di una rapina in un piccolo negozio, fu all’inizio arrestato, su generiche indicazioni del rapinato (il solito “negro”, “non molto riconoscibile anche per la poca luce”), un poveraccio che lavorava come uno schiavo in un frantoio locale e che, per la fatica, a malapena si reggeva in piedi. Salvo, poi, accertare che il rapinatore era un bianchissimo e biondo del paese.


  • Mario Galati

    Per una rapina ad un piccolo negoziante, non nel negozio.


  • giorgino

    Un ceto politico-comunicativo fatto da idioti, infami, bastardi dentro, mentecatti da quattro soldi ma strapagati con i nostri soldi, che ciancia di “bastardi” in base alla nazionalità (presunta) dei responsabili di fatti criminosi, e che non fa mai ammenda delle stronzate che diffonde.

    questa frese, dal pathos evocativo anche oltre la mera lettera, lascia intendere una crisi di egemonia della classe dominante, l’emergere di ributtevoli figuri che si danno alla politica riattivando a livello di massa i più primitivi riflessi condizionati e la gente che ci casca non avendo la vera spiegazione alla crisi economica e sociale in cui siamo calati (le enormi spese propedeutiche ala produzione rendono difficile la remunerazione del capitale), la difficoltà delle avanguardie a dare risposte propulsive su base di classe che sono l’unica viadi salvezza

    vi assicuro che la incornicio e la pongo in capo al letto, tanto mi piace,.Rude e poetica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *