Menu

“Pestaggio violentissimo, da tifosi da stadio”: per il PM così iniziò a morire Stefano Cucchi.

Un pestaggio violento, da “tifosi da stadio”. Schiaffi, calci, spintoni. Ancora calci, quando ormai era a terra. La descrizione che il pm Musarò, nel corso della sua ultima requisitoria, fa dell’aggressione subita da Stefano Cucchi fa spavento.

Come fa spavento la descrizione del primo processo, “kafkiano”. Come fa spavento la narrazione dei depistaggi, per cui sono sotto processo tre carabinieri.

Tutto fa orrore nella storia della morte di Stefano Cucchi, vittima di un meccanismo che è partito dalle botte e dalla violenza, inaccettabili in uno stato democratico, di cui sono accusati i tre carabinieri Di Bernardo, D’Alessandro e Tedesco, che è passato attraverso le false testimonianze dello stesso carabiniere Tedesco e dei suoi colleghi Mandolini e Nicolardi, e che è finito per scivolare in un processo sbagliato e assurdo, lontano anni luce dal concetto di “fare giustizia”.

Il processo “Cucchi bis”, in corso nell’aula bunker di Rebibbia presso la prima Corte di Assise, offre a tutti una grande possibilità, che non capita – purtroppo – spesso in questo paese.

Conoscere la verità ed avere giustizia.

Per Stefano innanzitutto, e per la sua famiglia. Ma anche per tutti noi. Sopratutto per tutti quelli che “comunque era un tossico”, che “però forse se l’è cercata”, che “era malato, stava già male prima”. Sarebbe interessante conoscere il parere di chi “è morto per la droga”, di chi “le perizie hanno escluso la morte per le percosse”. Di chi “non devo chiedere scusa, scusa di cosa”.

Pestaggio violento, da tifosi da stadio. Ceffoni, pugni, spintoni. Calci in faccia quando era a terra.

Immaginiamoci la scena. E ricordiamo le centinaia di parole inutili, false, ipocrite e vergognosamente strumentali che sono state utilizzate per raccontare l’agonia di Stefano. 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *