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Sondaggio. L’Unione Europea vince ma non convince i suoi abitanti

A giugno, le elite e gli ambienti europeisti hanno tirato un sospiro di sollievo quando i risultati delle elezioni hanno visto stopparsi l’ondata antieuropeista largamente – e purtroppo – agitata dalle destre. Nello stesso periodo però gli umori degli abitanti europei non regala alle classi dominanti un consenso solido e duratura. Infatti un sondaggio è stato condotto dal Pew Research Center su 18.979 persone abitanti nei paesi europei tra il 13 maggio e il 12 agosto 2019 e reso noto ieri.

In questo sondaggio, il secondo dieci anni dopo quello del 2009, emerge che l’europeismo gode di una benevolenza assai contrastata e contrastante.

Se la maggior parte degli europei intervistati ritiene che l’inclusione tra gli Stati membri abbia avuto effetti positivi e che il paese abbia tratto un beneficio economico dall’appartenenza all’UE, questo consenso all’istituzione non è proprio omogeneo. Le valutazioni più favorevoli all’UE si riscontrano nei paesi dell’Europa dell’Est, Polonia e Lituania (84 e 83%), entrambi divenuti Stati membri nel 2004, mentre in Italia, Gran Bretagna, Grecia, Repubblica Ceca, Francia si scende sotto il 58%.

Ancora più pesante la percezione negativa sui benefici ottenuti dall’integrazione economica europea. In Italia si precipita al solo 22% che la vede positivamente, in Grecia al 35%, in Francia al 42%. Insomma tante palle non sono state bevute in alcuni paesi dove l’austerity ha provocato ferite sociali profonde.

Le accresciute disuguaglianze sociali pesano. Emergono infatti opinioni divergenti sia sui progressi compiuti dai vari paesi nel recente passato, sia sul futuro. Nei paesi ex socialisti inclusi nel sondaggio sono emerse posizioni relativamente ottimiste sul futuro delle relazioni del paese con gli altri paesi europei, ma per lo più pessimiste sul funzionamento del sistema politico e su specifiche questioni economiche come il lavoro, la disuguaglianza, l’assistenza sanitaria.

In particolare in paesi come la Polonia, la Repubblica Ceca e la Lituania, dove la maggior parte dei cittadini afferma che la situazione economica del loro paese oggi è migliore di quanto non fosse sotto il socialismo, le persone sono generalmente favorevoli a questi cambiamenti. In Russia, Ucraina e Bulgaria, invece,  si osserva molto meno entusiasmo per i cambiamenti economici del periodo post-socialista, più della metà afferma che per la maggior parte delle persone la situazione è peggiorata rispetto all’epoca del socialismo reale.

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