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100 miliardi per 10 persone, uno scandalo “normale”

Sono in viaggio per giungere a Napoli, dove parteciperò alle mobilitazioni dei lavoratori Whirlpool, in questo fine mese decisivo per loro, perché la multinazionale aveva deciso la chiusura della fabbrica per il 1 novembre, anche se ora di fronte alla lotta pare più cauta.

Queste lavoratrici e questi lavoratori rischiano di finire in miseria con le famiglie, perché se perderanno il lavoro non ne troveranno un altro che garantisca quel povero salario di 1200 euro al mese con il quale vivono.

Mentre penso a tutto questo, vedo sul Corriere i primi nella classifica dei ricchi in Italia. Sono dieci persone che assieme hanno una ricchezza di 100 miliardi di euro. Se quella ricchezza fosse trasformata in stipendi servirebbe a pagare per un anno 4 milioni di persone con il salario Whirlpool. Oppure 400.000 per dieci anni. O 40.000 per cento anni. Gli operai Whirlpool sono 400, calcolate voi.

Naturalmente il quotidiano che riporta la classifica precisa che i nostri non sono tra i grandi ricchi del mondo; anzi, poveretti, molti di loro non sono neppure nelle classifiche internazionali.

Ecco, io penso che finché i milioni che non riescono ad arrivare alla fine del mese, finché la grande maggioranza di persone che vivono con redditi pari in un anno a pochi secondi di guadagno di uno di questi miliardari, finché il popolo non sentirà come uno scandalo l’attuale scandalosa distribuzione della ricchezza e tornerà a provare un sano odio di classe per i ricchi, fino ad allora in politica non cambierà nulla.

O si redistribuisce la ricchezza, cioè la si porta via ai ricchi per darla a chi ha bisogno, oppure ci si odia e sbrana tra poveri.

E i Salvini di turno, assieme ai vari Berlusconi con cui si alleano e di cui fanno gli interessi, potranno presentarsi come i “difensori del popolo”.

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