La procura generale del Piemonte ha sospeso l’ordine di carcerazione per Nicoletta Dosio, 73 anni, storica attivista del movimento No Tav della Valle di Susa condannata in via definitiva a un anno di reclusione per una azione di protesta dei No Tav.
La condanna definitiva era arrivata per la partecipazione a una protesta del 2012, quando un gruppo di attivisti No Tav si radunò al casello di Avigliana dell’autostrada Torino-Bardonecchia e fece in modo che gli automobilisti passassero senza pagare il pedaggio.
Nicoletta nei giorni scorsi, aveva manifestato pubblicamente l’intenzione di non voler chiedere pene alternative e di essere pronta a scontare la pena in prigione mettendo la Procura di fronte alle proprie responsabilità ovvero mandare in carcere un donna di 73 anni per una manifestazione.
Nicoletta Dosio già tre anni fa non aveva rispettato la misura degli arresti domiciliari, lasciando l’abitazione per prendere parte a iniziative pubbliche come gesti di “disobbedienza civile” contro la repressione e la persecuzione giudiziaria contro gli attivisti del Movimento No Tav..
Lo scorso ottobre la procura torinese ha deciso di procedere nei suoi confronti per il reato di evasione contestandole circa 130 episodi avvenuti nel 2016.
La procura generale ha invece trasmesso gli atti al magistrato di sorveglianza perché disponga, se è il caso, la detenzione domiciliare.
Il provvedimento, secondo quanto si apprende dalla procura, è motivato dal fatto che la condanna è inferiore a 18 mesi: in questo caso, in base a una legge promulgata nel 2010, la magistratura di sorveglianza può concedere la possibilità, a determinate condizioni, di scontare la pena presso la propria abitazione o un altro luogo, pubblico o privato.
La decisione e la determinazione di Nicoletta nell’affrontare fino in fondo il rischio del carcere come azione dimostrativa verso un apparato giudiziario e repressivo pesantissimo contro la resistenza popolare in Val di Susa, ha prodotto una vittoria politica e morale di tutte e tutti.
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