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Deragliamento del treno a Lodi. “Non si parli di tragica fatalità”

Prima di tutto dolore per i due poveri macchinisti morti sul lavoro per il deragliamento del Freccia Rossa. Tanti, troppi, sono i ferrovieri che hanno pagato con la vita il loro lavoro.

Solidarietà ai pendolari feriti come poteva essere a chiunque di noi. Oramai la tratta Milano-Roma, soprattutto nelle prime e ultime ore del giorno, è tempo di lavoro per tante persone.

Il massacro poteva essere ancora più grande, ma non si parli di tragica fatalità dove i treni viaggiano a 300 all’ora, dove ogni misura di sicurezza ad alta tecnologia dovrebbe essere in piena funzione, dove la dimensione dell’imprevisto dovrebbe essere nulla.

In Italia le stragi sui e per i treni sono sempre più frequenti, da Viareggio, a Andria, a Pioltello, tutto il paese ne è stato percorso negli ultimi anni. La tragica novità è che dopo aver colpito i treni merci e pendolari, ora i disastri avvengono anche nel fiore all’occhiello del sistema ferroviario: l’alta velocità.

Ora soccorso e dolore, poi però niente ipocrisie e reticenze, i deragliamenti ferroviari sono incompatibili con la scienza e la tecnologia del ventunesimo secolo, a meno che le norme di sicurezza non siano trascurate. Per questo bisogna fare piena luce su questa nuova terribile strage ferroviaria.

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Lodi, USB: no alle lacrime di coccodrillo, ferrovieri e utenti hanno diritto a sicurezza e giustizia

È dell’alba di stamane la sconvolgente notizia dell’incidente ferroviario occorso a un treno Frecciarossa sulla linea Alta Velocità nei pressi di Lodi, che è costato la vita ai due macchinisti e ha provocato decine di feriti tra i passeggeri. Sulla linea teatro dell’incidente si erano svolte attività di manutenzione durante la notte.

Questo drammatico incidente si aggiunge alla sequela impressionante di incidenti che hanno funestato le attività ferroviarie negli ultimi mesi.

È inaccettabile che queste cose accadano e continuino ad accadere nella più grande azienda italiana e nella più grande infrastruttura dell’intero Paese.

Proprio per questo motivo, non bastano più le lacrime di coccodrillo e le parole di circostanza che vengono spese in occasioni del genere.

USB da anni è protagonista di denunce, in tutte le sedi interessate, sulle condizioni della manutenzione della linea ferroviaria, sull’impiego esasperato del personale, sul depotenziamento degli enti preposti al controllo (ANSF) e sulla politica sempre più spudorata di appalti e subappalti nelle lavorazioni sensibili.

Su queste iniziative abbiamo pagato prezzi di contestazioni disciplinari, denunce, discriminazioni e sanzioni pesantissime comminate a lavoratori e delegati sindacali da parte del Gruppo FSI.

Per questo motivo, aspettiamo di avere un quadro più chiaro sulle dinamiche relative all’incidente dalle istituzioni interessate, dalle quali pretendiamo un’immediata convocazione, per una valutazione più completa e per intraprendere le adeguate iniziative a tutela di tutti i ferrovieri, avviando fin da subito le mobilitazioni dei lavoratori.

USB tutto esprime le proprie condoglianze e la propria vicinanza alle famiglie dei macchinisti morti e dei passeggeri feriti e all’intera categoria, ma ritiene che tutti i ferrovieri e tutti gli utenti abbiano diritto alla sicurezza, alla giustizia e che si faccia la chiarezza necessaria.

Noi vogliamo un trasporto sicuro e che si fermi la deriva pericolosissima spinta dalla liberalizzazione, dalla privatizzazione e dal profitto.

6 febbraio 2020

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporti

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