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Valerio, militante rivoluzionario. La nostra Storia

Il 22 febbraio ricorre il 40imo anniversario dell’infame assassinio di Valerio. Ricordare Valerio significa non solo ricordare “uno di noi” ma mantenere vivo un filo rosso tra diverse generazioni di compagni e dare continuità storica al periodo trascorso tra l’assalto al cielo degli anni ’70 e il nostro tempo.

Viviamo un momento storico che non può e non deve subire paragoni con i giorni vissuti da Valerio. Nessuna comparazione o continuità diretta con quegli anni può avere valore in questo momento. La Storia di Valerio va però raccontata e difesa. Raccontata alle nuove generazioni e difesa dai nemici di ieri e di oggi perché parte del bagaglio storico e di esperienza del movimento rivoluzionario della nostra Città.

Valerio aveva scelto da che parte stare. Era un compagno che aveva scelto di non restare innocente e lo aveva fatto con coraggio e coerenza. Lottava in un contesto dove la destra cresceva, si riorganizzava e si faceva sempre più aggressiva, e lo faceva senza mai appiattire la sua visione politica all’orizzonte della retorica antifascista di matrice costituzionale.

Erano anni in cui il movimento e le diverse espressioni dell’autonomia politica di classe avevano saputo esprimere una alternativa al trasformismo del PCI e alla decantata unità antifascista. Un movimento che per questo pagò e venne combattuto dalla destra ma anche da quella sinistra che aveva ormai rinunciato a qualunque prospettiva di alternativa sociale.

Del resto la narrazione tossica sulla storia di Valerio, fatta di depistaggi, improvvise rivelazioni, apparizioni di testimoni, che è  proseguita per anni, è la prova nitida di chi ha voluto fermare la “corsa” di Valerio e con lui quella di una intera generazione. In questo non possiamo non vedere con amarezza una forte analogia con chi, oggi, predicando l’impossibilità dell’alternativa, sceglie la via del compromesso e la rinuncia alla propria autonomia.

Per questo e soprattutto per Valerio aderiremo al corteo del 22 febbraio. Lo faremo cercando di essere coerenti col senso di una storia che pur riempiendoci di orgoglio rimane tragica. Ricordare Valerio è guardare al futuro, trasmettere la sua storia alle nuove generazioni di compagne e compagni significa segnare la rotta, urlare il suo nome è costruire una barricata contro la sconfitta e la rinuncia. Non è stato tempo per la rivoluzione quello di Valerio, non è tempo di rivoluzione quello di oggi. Ma il futuro non è scritto.

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