Insieme, per dare voce all’informazione, alla musica ed alla cultura in maniera indipendente e libera.
Dopo anni di arretramento di fronte a logiche di mercato strangolanti e al trionfo del profitto come unico obiettivo, le radio indipendenti italiane provano a recuperare terreno.
Dopo oltre un anno di lavoro Gemini, il network delle radio indipendenti, ha preso forma. Si tratta di un progetto che potenzialmente potrebbe restituire visibilità e protagonismo a voci libere e di qualità dell’etere nazionale.
Condividere contenuti, scambiarsi competenze ma sopratutto creare unione, confronto e collaborazione tra tante realtà molto simili tra loro, attive in alcuni casi da decenni e che rappresentano una fetta di pubblico radiofonico non indifferente.
Il fenomeno delle radio libere, esploso negli anni ’70, ha prodotto una enorme quantità di emittenti che negli anni hanno offerto tantissimo: qualità, indipendenza nelle scelte musicali, contenuti informativi senza censura, punti di vista che l’informazione “mainstream” non era in grado di fornire.
Ma sopratutto un megafono a chi, in un mondo sempre più orientato a quello che chiede “il mercato”, rischiavano di sparire dalla circolazione. Musicisti ed artisti indipendenti, realtà sociali antagoniste e marginali, immigrati e minoranze, battaglie politiche, ambientali, culturali: chi non trovava spazio e non aveva voce aveva comunque una sponda mediatica che diffondesse quello che aveva da dire.
Un bene prezioso per la democrazia, che negli ultimi dieci anni (almeno) ha subito un vero e proprio attacco dalle logiche di profitto che ormai determinano qualsiasi scelta pubblica ed istituzionale.
Le varie radio, sparse su tutto il territorio nazionale, hanno per anni opposto una strenua resistenza: campagne di sottoscrizione, battaglie con le amministrazioni locali, sostegno ed iniziative dal basso. In alcuni casi sono state necessarie scelte dolorose, come la rinuncia alle frequenze FM per proseguire, a costi minori, come web radio.
Ma lo spirito è sempre rimasto lo stesso: sia per chi ha iniziato tanto tempo fa sia per chi lo ha fatto più recentemente.
L’unione fa la forza, e non è un luogo comune. Questo enorme patrimonio di competenze, storie, esperienza e contenuti ha deciso di provare a creare un network: dopo alcune riunioni a Roma, ospitati dal Nuovo Cinema Palazzo, le realtà inizialmente coinvolte nel progetto hanno deciso di accelerare, complice anche la pandemia di coronavirus.
La quarantena, il bisogno di informazione della gente, la possibilità di reperirla in rete o – ovviamente – ascoltandola in Fm ha reso ancora più evidente la necessità di un coordinamento, di provare a fare rete per acquisire più peso politico nei confronti degli interlocutori istituzionali. O anche, semplicemente, di creare un presidio di indipendenza per fare fronte all’aggressività del mercato.
All’inizio erano quattro radio: Radio Sonar di Roma, Radio Sherwood di Padova, l’Autoradio di Perugia e Radio Senza Muri di Jesi. In breve il gruppo si è allargato: realtà “storiche”, come Radio Città Aperta di Roma e Radio Ciroma di Cosenza aderiscono, e molte altre ancora.
Il periodo di lockdown è, paradossalmente, il più fervido in termini di confronto: riunioni on line, la definizione delle piattaforma, lo “sbarco” sui social.
Sabato prossimo, 16 maggio, è in calendario un passaggio fondamentale: una assemblea telematica aperta a tutte le radio indipendenti per collettivizzare ancora di più il progetto, definirlo in maniera più ampia e ragionare sulla creazione di una redazione comune che lavori su contenuti originali.
La radiofonia indipendente è stata, per decenni, riferimento politico, informativo e culturale per tutti quelli che si sono resi conto, nel tempo, della poca libertà con i media venivano gestiti in Italia. Per decenni ha risposto al bisogno di notizie, approfondimento, ricerca e curiosità sempre più assenti dai palinsesti mainstream.
Per chi ritiene che tutto questo sia un valore, Gemini Network potrebbe diventare un riferimento importante.
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nico
finalmente e auspico che il progetto vada in porto, sarebbe bellissimo. non sono un gran ascoltatore di radio se non quando vado in auto. ma sull’FM la scelta è condizionata dalla copertura, e mi son sempre girate quando girando sul’FM oltre alle radio che non hanno niente da dire trovo un affollamento di radio religiose reazionarie.