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Il rischio incalcolabile della “riapertura” padronale

Sulla bastardata retorica del “rischio calcolato” abbiamo già detto con l’intervento di stamattina.

Ma la realtà è molto più dura di qualsiasi frasetta inventata da Casalino o chi per lui. E tutti abbiamo imparato che, se hai un problema serio e concreto, non basta “cambiargli nome” per risolverlo.

La “ripartenza”, o “riapertura”, innescherà certamente – per ragioni fisiche e statistiche che non dipendono dalla volontà o dalla “responsabilità individuale – un aumento dei contagi da coronavirus.

La dimensione dell’aumento dipenderà da molte variabili: quanta gente in più andrà a lavorare oltre quella che c’è sempre andata o ha ripreso già il 4 maggio; quanta gente comincerà a frequentare le attività riparte solo stamattina; quante cautele saranno prese dai gestori di queste attività (e capiamo benissimo che i costi supplementari per le “misure di sanificazione e sicurezza” confliggono radicalmente con un giro d’affari comunque molto minore di prima dell’epidemia); con quanto scrupolo i singoli individui che da stamattina si sentono psicologicamente “liberati” dagli arresti domiciliari riusciranno a rispettare le norme di autotutela sanitaria.

Questo video, girato proprio stamattina nella metropolitana di Napoli, non ci lascia molte speranze sul poter limitare i danni sanitari di massa conseguenti a questo tipo di “riapertura” senza troppi limiti pretesa da Confindustria e padroncini vari…

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1 Commento


  • Mario Bianchi

    “con quanto scrupolo i singoli individui che da stamattina si sentono psicologicamente “liberati” dagli arresti domiciliari riusciranno a rispettare le norme di autotutela sanitaria.” – Parlo a nome del luogo dove vivo, una media città della Toscana con ca. 160.000 abitanti, e le persone con mascherina abbassata (indossata sotto al naso) o addirittura senza, purtroppo sono moltissime e da giorni, mica solo da questa specie di D-Day nazi-confindustriale ed egoista che è diventato il 18 Maggio… Ma d’altronde come avete scritto parecchie volte, 30-35 anni abbondanti di individualismo e di narcisismo perpetrato a spron battuto non si cancellano di certo con un colpo di spugna, né con inesistenti bacchette magiche.

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