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Diritto allo studio al tempo della pandemia. Studenti protestano nelle università

Continua la settimana di mobilitazione per il diritto allo studio in tutta Italia. “Non servono a nulla i rinvii o le riduzioni delle tasse, l’unica misura per risolvere il problema è l’abolizione totale! Non possiamo accettare niente di meno!” denunciano gli studenti di Noi Restiamo e di altre reti studentesche.

Per questo gli studenti universitari ieri sono scesi in piazza a Napoli e Salerno dopo le mobilitazioni di lunedi a Bologna, Roma, Milano, Torino, Siena e Padova.

Dopo 2 mesi di colpevole silenzio, finalmente vengono stanziati finanziamenti e presi provvedimenti sull’Università, grazie anche alle mobilitazioni di studenti e studentesse.

A primo impatto non si può che valutare come giuste delle misure che vanno in controtendenza rispetto agli ultimi 10 anni di tagli lineari all’istruzione e che hanno spinto l’Italia come fanalino di coda in tutte le classifiche per investimenti sostenuti.

Una decisione che ci conferma che esistono alternative e che le regole che fino a qualche mese fa sembravano leggi sacre e inviolabili possono essere sospese se c’è la volontà politica di farlo.

Questo perché da un lato queste misure vengono presentate come emergenziali e non strutturali, dall’altro lato non mettono in discussione ma anzi rafforzano una cornice istituzionale che favorisce atenei di serie A rispetto a quelli di serie B accentuando differenze territoriali e sociali. Inoltre, perché non si prevede un sostegno di tipo organico alle numerosissime difficoltà che come giovani ci troviamo ad affrontare.

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