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Lavoro stagionale o nuovo schiavismo? Mai più sfruttamento

Alle provocazioni del presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Alberto Maschio, che si lamenta, come Mussoni, Presidente Oasi Confartigianato, della scarsa voglia di lavorare in questi difficili mesi post-lockdown, rispondiamo con le parole delle lavoratrici e dei lavoratori della Campagna Mai più sfruttamento stagionale scesi in piazza a Cattolica, Rimini e Massa per denunciare le condizioni di ordinario sfruttamento che anche in tempi di pandemia costringono a lavorare in ambienti precari, con zero tutele, a salari da fame.

Perché…”è la voglia de fa la schiava che manca”.

Ecco quanto scrive una lavoratrice della stagione:

“Ieri [7 agosto] abbiamo deciso di scendere in piazza per denunciare la MANCANZA di SICUREZZA e la CONTRAZIONE dei SALARI, ma anche per rispondere alle provocazioni dei padroni come il signor Mussoni (storico presidente dell’Oasi Confartigianato), che in diretta radiofonica nei giorni scorsi ha attaccato i giovani lavoratori del turismo definendoli svogliati.

Noi a questa narrazione non ci stiamo, e rispondiamo che non è una questione di mancanza di voglia quanto il rifiuto di vivere sulla propria pelle condizioni di semi-schiavitù che vorrebbero imporre gli imprenditori del turismo. Quest’anno, a causa della crisi dovuta al Covid, la stagione è partita con due mesi di ritardo, ma per gli imprenditori del turismo i profitti devono rimanere invariati e per farlo i tagli vengono fatti ancora una volta sui costi del lavoro vivo e sui carichi di lavoro, mantenendo il personale in sotto-organico.

Le paghe da fame e le condizioni di lavoro che denunciavamo per tragicità già l’anno scorso quest’anno vengono ulteriormente peggiorate: lavoratori spremuti all’osso per turni interminabili, tantissimo lavoro sommerso ed assenza del giorno libero sono le condizioni a cui era la norma sottostare; oggi viene chiesto a noi lavoratori di accettare tutto questo per paghe ancora più basse che spesso rasentano i tre euro l’ora.

Abbiamo preso parola noi perché nessun’altro ha la volontà di farlo, nonostante si sappiano bene le condizioni di lavoro nella stagionalità del turismo. La Cgil che l’anno scorso aveva tentato una goffa rincorsa sui temi alla nostra campagna lanciando a loro volta una campagna informativa, quest’anno decide di non esporsi per evitare di acuire un possibile scontro sociale tra sfruttati e sfruttatori, sottraendosi come fa da decine di anni ormai a tutelare i diritti dei lavoratori piuttosto che fare da ponte di mediazione tra impresa e lavoratori.

E’ per questo che noi abbiamo deciso di organizzarci insieme all’Unione Sindacale di Base per portare al centro le istante di lavoratori totalmente abbandonati a se stessi in un settore totalmente insindacalizzato.

Per rivendicare DIRITTI e TUTELE.

Per chiedere il RISPETTO DEI CCNL, ma anche per pretendere un UNICO CCNL per tutto l’indotto turistico.

Per pretendere un ALLARGAMENTO ed ESTENSIONE del REDDITO di CITTADINANZA per chi non ha potuto lavorare, per chi prenderà una miseria di NaSPi, per chi lavora da intermittente (formula sempre più usata in stagione) ed ha bisogno di un integrazione salariale.

Per una LOTTA REALE al LAVORO NERO, piaga nelle nostre coste e nella stagionalità tutta.“

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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