Come di consueto, gli appuntamenti elettorali diventano il perno intorno al quale, anche con grande anticipo, ruotano possibili alleanze, concertazioni, cooptazioni e autocandidature di varia natura.
In questa città, che nel 2021 andrà al rinnovo dell’amministrazione assieme a Torino, Milano, Bologna e Napoli, dando al voto un valore politico generale e non solo “locale”, si muovono quasi a specchio sia il centrodestra che il centrosinistra. Entrambi sono alla ricerca del candidato giusto e delle manovre, tra cui le primarie che avanzano in casa PD, di costruzione del consenso intorno alle proprie proposte, facendo finta di non aver mai governato e tentando di ripulire il proprio passato per essere accettati al posto del fallimentare mandato 5Stelle.
A sinistra però vediamo anche un tentativo che sembra produrre un dibattito apparentemente interessante, con diversi soggetti coinvolti, ma che rischia di riprodurre uno scenario già visto. Quello di “unire le forze” contro l’onda nera, dimenticando il passato, per arginare la destra che avanza verso il Campidoglio.
Si lascia però irrisolta la richiesta che questa città aveva espresso consegnandosi nelle mani dei pentastellati per battere la cosiddetta “casta”, dopo il decantato “modello Roma”, la sconfitta rutelliana di fronte ad Alemanno e il defenestramento di Marino.
È possibile ritenere che il famoso “spazio di manovra” sia risolto da una rinnovata capacità attrattiva del Partito Democratico anche verso ambiti di attivismo sociale storicamente antagonista e conflittuale? È impensabile trovare invece uno spazio di confronto scevro da tatticismi, capace di rinnovare un punto di vista autonomo e indipendente sul come affrontare una fase storica condizionata da un impoverimento diffuso e da un contenimento sociale inedito al fine di utilizzare anche la tribuna politica elettorale per rafforzare il conflitto in città?
Le energie e le capacità che hanno caratterizzato le lotte in città, anche in momenti difficili, non sono esaurite, a volte hanno cambiato forma, comprese le forme di mutuo aiuto che si praticano dall’inizio della crisi pandemica, ma sembrano mancare di un orizzonte comune, fino a far ritenere affascinante anche il “rospo” democratico che ci si accinge di nuovo ad ingoiare.
Arrendersi senza lottare all’ineluttabilità di convergere con chi, a Roma ha coccolato oltre ogni decenza i palazzinari e i “prenditori” privati, ha gestito gli sgomberi di Cinecittà e piazza Indipendenza, utilizzando la decretazione securitaria a firma Minniti (PD… sic!) contro gli sgomberi e magari ritrovarsi anche sdoganata la sindaca Raggi responsabile dello sgombero di Cardinal Capranica avvenuto nell’era dell’ex ministro Salvini, ci sembra troppo. Un conto è il confronto, anche serrato, con chi amministra la cosa pubblica, un altro è sostenere che in mancanza di meglio si sostiene il meno peggio.
Possiamo decidere che l’unica strada è quella dell’antagonismo e del conflitto irriducibile, come strumenti di mediazione e di gestione dei rapporti di forza e farlo anche durante la campagna elettorale.
Ma forse stavolta non ci basta.
Non è quello che forse si aspettano le migliaia di persone che insieme a noi provano a non mollare, a non accettare la logica del bonus emergenziale, a contrastare metro dopo metro l’estrazione di valore da una città cementificata oltremisura da parte della rendita e della finanza. Crediamo che l’abbiano dimostrato con il voto di rabbia, stanco del “solito gioco”, che hanno dato alla Raggi e ai pentastellati nel 2015 e nel 2018.
Non possiamo accontentarci delle briciole che potranno cadere nella gestione delle risorse economiche di cui si fa un gran parlare. Dobbiamo alimentare la mobilitazione da subito e dobbiamo ritenere possibile una strada alternativa a quella dettata da chi vorrebbe dimostrare di essere diverso ma poi non riesce nemmeno nelle cose semplici. Come ostacolare anche su base locale l’articolo 5 del piano casa Renzi/Lupi fino a costringerne l’abolizione, rilanciando il ruolo del pubblico in città, bloccare le privatizzazioni e permettere una ridistribuzione delle ricchezze tra centro e periferie.
Affermare l’assoluta distanza dal centrodestra che verrà, non vuol dire perciò assimilare la pozione salvifica del centrosinistra. Diamoci una possibilità indipendente e coerente con la nostra storia e proponiamo a questa città l’antidoto necessario ai Salvini di turno, ma senza nessuna indulgenza su chi si candida a governare Roma riproducendo un possibile asse di Governo locale simile a quello nazionale.
Con Alemanno sindaco abbiamo saputo produrre iniziative e resistenze e dunque non è la destra che avanza il problema. Dobbiamo capire se i movimenti sociali di questa città hanno abdicato alla loro funzione definitivamente o se hanno voglia di misurarsi collettivamente nella prossima scadenza elettorale con la chiarezza necessaria.
Siamo determinati a non arretrare limitandoci a difendere le nostre casematte, vogliamo essere corpo sociale e politico antagonista nelle strade, nelle piazze, nel rapporto con la pancia sociale arrabbiata delle periferie che ha votato i 5Stelle e potrebbe orientarsi verso la destra come nuova forma di risentimento e distanza da chi governa da tempo sull’emergenza e su questa genera i propri profitti. Vogliamo dare voce a quella rabbia giovanile che in queste settimane ha rotto i divieti e dato forma al senso di abbandono e tradimento che sta soffocando una intera generazione.
Proviamo a capire insieme se, anche nelle elezioni comunali di Roma, c’è un’altra strada da quella pasticciata che il centrosinistra sta offrendo alla città. Liberiamo le nostre energie, torniamo a fare movimento, costruiamo la nostra strada, utilizzando ogni strumento che la fase ci mette a disposizione.
Come attiviste e attivisti dei movimenti sociali proponiamo su questo, per un primo e auspicabilmente serrato confronto, un’assemblea cittadina per giovedì 10 dicembre, alle ore 18:00, in Viale delle Provincie 196.
Firmatari in aggiornamento. È possibile aderire all’iniziativa mandando un’email a: seneparli@gmail.com
Anna Sabatini, Nunzio D’Erme, Margherita Grazioli, Andres Barreto, Luca Fagiano, Valerio Marinelli, Maria Vittoria Molinari, Paolo Divetta, Madalina Gavrilescu, Angelo Fascetti, Tommaso Marcon, Giulia Livieri, Giacomo Gresta, Cristiano Armati, Marco Lucentini, Cristina Mazzoccoli, Sergio Cararo, Laura Arcà, Simone Sallusti, Simone Caccavallo, Danilo Ruggieri, Francesca Lini, Giampietro Simonetto, Sebastiano Bergamo, Davide Angelilli, Gabriele Lupo, Gabriele Cappelli, Antonio Adornato, Alessandra Landini, Daniela D’Andrea, Stefano Spataro, Giuseppe Pelli, Ludovico Basili, Renato Di Caccamo, Fabio Grimaldi, Luigi Di Cesare, Marco Pittalis, Paola Salvi, Paolo Burani, Vincenzo Bellantoni, Valeria Giuliano, Federico Mariani, Alberto Di Vincenzo, Enrico Capozza, Pina De Girolamo, Elisa Della Libera, Alessandro Spadoni, Francesca Perri, Luca Fontana, Teresa Adamo, Umberto Antonazzi, Gualtiero Alunni, Luca De Crescenzo, Agostino Zelli, Valerio Porcelli, Lorenzo Mastrocesare, Cesare Negrini, Virginia Mascetta, Claudio Giangiacomo …
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