Menu

La condizione delle donne ai tempi della crisi pandemica

Quale “emancipazione femminile” dal virus dell’oppressione capitalistica?

Come ha reso noto l’Istat nel suo ultimo rapporto sul lavoro in Italia, in tempi di pandemia su 101.000 nuovi disoccupati 99.000 sono donne. E rispetto al dicembre dello scorso anno su 444.000 persone che hanno perso il lavoro, 312.000 sono donne. Nel frattempo, il Recovery Plan promette politiche a favore della “parità di genere”.

Ma quale parità può derivare dalla longa manus delle classi dominanti europee che attraverso il commissariamento dell’Italia, con l’imposizione del governo Draghi/UE, puntano alla ristrutturazione dell’apparato economico a discapito degli interessi delle classi popolari?

Quale uguaglianza ci si può aspettare dallo stesso sistema, quello capitalistico, che precarizza il lavoro femminile, lo priva delle garanzie contrattuali, taglia i servizi e licenzia in tempi di crisi?

Quale prospettiva di reale miglioramento della condizione delle donne può derivare dal modello di “emancipazione femminile” che la narrazione borghese vuole imporre?

Per i comunisti è adesso ancora più necessario inquadrare il ruolo della donna all’interno del sistema di produzione capitalistico in questa fase storica e in questo contesto produttivo, sociale ed economico.

Si impone, in questa fase, l’esigenza di fornire una risposta adeguata alla condizione di sfruttamento delle donne, così come l’urgenza di un contrattacco ideologico al modello borghese di emancipazione femminile, che metta al centro della riflessione la prospettiva di classe.

Ne parliamo sabato 13 marzo, alle ore 16.00, con:

Mila Pernice – Rete dei Comunisti Roma
Michela Flores – Unione Sindacale di Base
Marta Collot – Noi Restiamo

Diretta Facebook dalla pagina della Rete dei Comunisti Roma

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *