Menu

Germania. Una piattaforma contrattuale innovativa

Gli « scioperi di avvertimento » dei 3.800.000 metalmeccanici ed elettrici tedeschi, in lotta da qualche settimana per il rinnovo del contratto, sono ormai 12. Il 24 gennaio scorso, gli scioperanti erano già 170.000. Al centro della piattaforma rivendicativa, oltre ad un aumento retributivo del 6%, c’è la riduzione dell’orario settimanale da 35 a 28 ore. Salvo poche eccezioni, dagli anni 90 l’iniziativa sull’orario è passata dai sindacati ai datori di lavoro. Per molti lavoratori a tempo pieno le norme contrattuali sono state allentate, dietro flessibilità e autonomia si nascondono spesso orari più lunghi, aumento della disponibilità e dello stress. Molti dubitano di poter arrivare alla pensione in buona salute.

Il lavoro femminile è aumentato prevalentemente come lavoro part time. Nella Germania orientale continua ad essere pagato ancora meno che in quella occidentale. Se è vero che l’orario di tutto il lavoro dipendente ha subito mediamente una riduzione a partire dagli anni 90, in realtà fra lavoro a tempo pieno e lavoro a tempo parziale resta un muro che deve essere rimosso perché il sindacato sia di nuovo in grado di agire sul tema dell’orario. A questo mira il « Tempo pieno breve » che la IG Metall mette al centro della piattaforma contrattuale.

Si tratta del diritto dei lavoratori a tempo pieno di lavorare meno, fino a 28 ore alla settimana, per brevi o lunghi periodi, secondo le esigenze della loro vita privata. Questo renderebbe più facile per le donne lavorare più a lungo e guadagnare di più secondo la loro qualifica piuttosto che continuare con il classico part time. E gli uomini potrebbero lavorare meno ore ed assumere le stesse responsabilità delle donne nella cura della casa e dei figli. Nell’attuale battaglia contrattuale si tratta di piccoli passi su un lungo cammino.

Per il sindacato è difficile tentare di ovviare alle carenze della politica. Molte cose sarebbero più semplici se esistesse già un diritto a tornare al tempo pieno dal tempo parziale. Aiuterebbe anche un contributo, finanziato dalle tasse, per compensare le fasi di lavoro ridotto dovute ad esigenze sociali. Si tratta di affrontare il problema della generazione che segue e di quella che precede i lavoratori. Bisogna investire nella scuola, che deve essere messa in condizione di fornire una formazione professionale adeguata a tutti i giovani. Quello dei metalmeccanici ed elettrici tedeschi è un tentativo di costruire una piattaforma contrattuale moderna, politicamente responsabile, che vada oltre la semplice rivendicazione economica.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *