21-22 maggio G20: Global Health Summit, appello per una manifestazione nazionale a Roma sabato 22 maggio!
Nostre le vite, loro i profitti! Nessun brevetto sui vaccini anti covid!
Il 21 maggio l’Italia, nella persona del Ministro Speranza, aprirà il Global Health Summit (Vertice Mondiale sulla Salute) a Roma. L’evento sarà coorganizzato dal G20, di cui l’Italia quest’anno detiene la presidenza, e dalla Commissione Europea.
Sappiamo già cosa verrà detto: tante frasi di circostanza sulla necessità di accelerare la campagna di vaccinazione, qualche finanziamento al programma Covax per redistribuire le briciole al Sud del mondo, ma niente di concreto verrà fatto per affrontare la vera questione: l’insufficiente produzione dei vaccini.
Oramai il motivo di questa penuria è di pubblico dominio: pur di garantirsi altissimi margini di profitto, le multinazionali del farmaco mantengono i brevetti sui vaccini, garantendosene il monopolio ed escludendo dalla produzione i laboratori della maggior parte del mondo, Italia compresa. È assurdo che in piena pandemia vaccini e farmaci prodotti attraverso ricerche pubbliche e pagati con le nostre tasse, siano bloccati da brevetti privati.
L’opinione pubblica mondiale è favorevole alla pubblicizzazione dei brevetti. India e Sudafrica hanno presentato una mozione, sostenuta da più di 100 Stati, per la sospensione della legislazione sui brevetti. Anche il direttore generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), Tedros, si è espresso favorevolmente, così come circa 100 premi Nobel e 70 ex capi di stato.
In Italia la petizione per chiedere lo sblocco dei vaccini ha quasi raggiunto la soglia minima delle 50.000 firme.
Nonostante ciò, i Governi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, compreso il Governo Draghi, si oppongono a questa soluzione. Per i nostri capi di Stato, l’interesse di poche grandi multinazionali del farmaco viene evidentemente prima dell’interesse dei popoli del mondo a una fuoriuscita dalla pandemia che avvenga ovunque e nel più breve tempo possibile.
Posizione tanto più odiosa se si pensa che a fronte di quasi 3 milioni di morti, Big Pharma per il 2021 prevede 35 miliardi di utili extra. Contemporaneamente, secondo le stime della Banca Mondiale, nel solo 2020 ci sono 100 milioni di persone in più sotto la soglia di povertà estrema (meno di 1,9 dollari al giorno), ormai tra il 9,1% e il 9,4% della popolazione globale.
La posizione ideologica dei Governi neoliberisti occidentali non solo rischia di condannare i Paesi più poveri ad attendere anni prima di potersi vaccinare, ma è un pericolo per le stesse popolazioni occidentali. Nessuno infatti ci assicura che gli attuali vaccini saranno efficaci contro lo sviluppo di nuove varianti.
Se non interveniamo subito moltiplicando la capacità produttiva, il rischio è quello essere invasi da nuove ondate di Coronavirus resistenti agli attuali rimedi.
Questa situazione dimostra come, nel medio periodo, occorre cambiare radicalmente di segno alle politiche sanitarie. Il virus ha infatti messo radicalmente in discussione i modelli occidentali di tipo privatistico, che, fondati sulla massimizzazione dei costi delle cure, impediscono una prevenzione efficace.
Come ha dimostrato la piccola Cuba, anche un paese con scarsi mezzi economici, basandosi su un modello di sanità e di ricerca interamente pubblico e diffuso sul territorio, è stato in grado di difendersi efficacemente dal virus e di inviare brigate mediche specializzate nei paesi più ricchi.
Le risorse per costruire un modello sanitario efficace ci sono tutte, e sono accumulate nei patrimoni dei ricchi del mondo, dagli azionisti delle multinazionali a quella minoranza di miliardari e milionari che in questi ultimi anni hanno visto aumentare la loro ricchezza complessiva. Basti pensare che a dicembre 2020 la ricchezza dei miliardari nel mondo aveva raggiunto il massimo storico di 11.950 miliardi di dollari, ossia quanto stanziato da tutti i Paesi del G20 per rispondere al coronavirus (dati Oxfam).
Di fronte a un sistema tanto iniquo quanto pericoloso per la nostra stessa sopravvivenza, occorre invertire la rotta, a partire dal rendere pubblici i brevetti sui vaccini. Mentre i potenti del mondo sfileranno a Roma in occasione del G20, noi dobbiamo unirci perché i nostri interessi irrompano sulla scena.
Ne va delle nostre stesse vite. Facciamo appello a tutte le organizzazioni politiche e sociali che si riconoscono nella campagna per la pubblicizzazione dei brevetti, per costruire azioni sui territori per venerdì 21 maggio, e una grande manifestazione nazionale in presenza per il prossimo 22 maggio, a Roma.
- Per la produzione del vaccino su vasta scala, contro la privatizzazione dei brevetti.Perché si proceda a una produzione pubblica di tamponi e a uno screening di massa, a partire dai soggetti più fragili e più esposti, così da garantire una vera riapertura in sicurezza.
- Per una sanità che torni ad essere interamente pubblica, fondata sulla prevenzione e sulla medicina territoriale. Contro la privatizzazione della sanità, che si è dimostrata inefficace nel proteggere la salute di tutti e tutte.
- Per una radicale redistribuzione della ricchezza, che attraverso una tassazione dei milionari consenta di introdurre un reddito di emergenza unico per uscire dalla crisi e un innalzamento generale dei livelli salariali. Contro chi pretende di scaricare sui lavoratori e le lavoratrici il costo di questa pandemia.
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giancarlo staffolani
Basta discriminazioni, bisogna esigere l’accesso a tutti i vaccini efficaci disponibili siano essi Russi, Cinesi, Cubani o Indiani, non averli voluti per colpevoli “veti politici UE-Nato”, ha causato e causa tuttora decine di migliaia di morti innocenti.