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Se il governo non rimette i soldi, la quarantena non viene più pagata come malattia

L’Inps al momento non considera più in malattia chi è costretto alla quarantena per un contatto con un positivo al Covid. In pratica, chi si ritrova a casa in isolamento obbligatorio potrebbe perdere una parte  dello stipendio. Dal momento che con la quarantena  si deve rimanere a casa fino a 14 giorni, la decurtazione potrebbe diventare notevole. Il presidente dell’Inps Tridico ha spiegato in una nota che: “Il legislatore non ha previsto un nuovo stanziamento per prorogare la tutela della quarantena”.

Con il messaggio 6 agosto 2021, n. 2842, l’INPS conferma che, riguardo all’indennità previdenziale di malattia in caso di quarantena  (art. 26, decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18), procederà al definitivo riconoscimento degli importi dovuti per il 2020 basandosi sulle certificazioni attestanti la quarantena con isolamento fiduciario redatte dai medici curanti, anche nei casi in cui non sia stato possibile reperire alcuna indicazione sul provvedimento emesso dall’operatore di sanità pubblica.

L’Inps precisa però che: “poiché per il 2021 il legislatore non ha stanziato nuove risorse, l’indennità non potrà essere erogata anche per gli eventi avvenuti nell’anno in corso”.

Riguardo ai lavoratori “fragili”, la cui assenza dal lavoro è equiparata a ricovero ospedaliero (art. 26, c. 2 d.l. 18/2020), l’Istituto erogherà la prestazione relativamente ad eventi del 2020 e solo per quelli verificatisi fino al 30 giugno 2021, anche se il decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105 ha differito al 31 ottobre 2021 il diritto riconosciuto ai lavoratori fragili di svolgere l’attività lavorativa in smart working.

Con riferimento agli eventi certificati come malattia conclamata da Covid-19, (art. 26, comma 6, d.l. 18/2020), invece, le indicazioni ricevute da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali autorizzano il riconoscimento della tutela della malattia secondo l’ordinaria gestione.

Fino ad oggi era invece in vigore l’art. 26, comma 6, decreto-legge 18/2020 come modificato dalla legge 27/2020, secondo il quale se avevi contratto il Covid-19 in contesto extra-lavorativo o per cause non legate alla tua mansione, dovevi andare in isolamento (Circolare del ministero della Salute del 12 ottobre 2020) ed avevi diritto alle tutele previste dall’INPS per la malattia comune. Diversamente se ti sei contagiato sul lavoro sono previste le tutele Inail in materia di infortuni sul lavoro.

Intanto cominciano ad emergere le prime contraddizioni dell’applicazione del Green Pass sui luoghi di lavoro. In una fabbrica della provincia di Torino – la Hanon Systems di Campiglione Fenile, – sono state indette due ore di sciopero con uscita anticipata su tutti i turni di lavoro. È il primo sciopero in Italia contro l’esclusione dei lavoratori sprovvisti di Green pass dalla mensa aziendale, che il governo ha equiparato di fatto ai ristoranti. Mentre sull’obbligo del Green Pass per il personale scolastico alla vigilia della riapertura della scuola crescono le proteste di alcune organizzazioni sindacali e le esplicite riserve anche dei dirigenti scolastici.

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1 Commento


  • Mario Galati

    I lavoratori non possono andare nella mensa interna aziendale senza green pass, mentre i clienti di un albergo possono frequentare tranquillamente il ristorante interno dell’albergo non aperto al pubblico non albergante.
    Si vede come questi provvedimenti sono mirati alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. Il governo e i padroni ci tengono tanto alla vita e alla salute dei lavoratori, tanto da minacciarli con il licenziamento e la fame. Per il loro bene.

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