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Green pass, basta ipocrisie! Nei luoghi di lavoro vogliamo vera sicurezza

Questo green pass esteso a tutti e tutte come altri provvedimenti del governo e gli stessi protocolli Covid sottoscritti dagli altri sindacati sono misure che non contrastano la pandemia, ma sono serviti come “scudo” per le imprese, per derogare alle necessarie misure anticovid nei luoghi di lavoro.

Questo perché al padronato interessa di piuù la “convivenza con il virus” per garantire ad ogni costo la produzione e i profitti, abbassare i costi delle misure anticovid risparmiando milioni di euro e aggirare le norme sulla privacy.

L’adozione del green pass per tutti i dipendenti è la riproposizione della stessa logica sbagliata usata fin dall’inizio della pandemia: scarica le responsabilità sui cittadini e sui lavoratori mentre poco o nulla si è fatto per mettere veramente in sicurezza i luoghi di lavoro.

E ora, con l’obbligo del green pass, si consentono ulteriori deroghe come quella sul distanziamento nelle scuole o sui trasporti, o come quella di rilasciare il green pass subito dopo prima dose e non dopo 14 giorni, creando l’illusione di spazi “covid free”. Questo mentre le lavoratrici e lavoratori messi in quarantena non hanno più copertura economica.

Il vaccino è uno strumento indispensabile per il contrasto alla pandemia, doveroso soprattutto per la tutela dei soggetti più deboli. Uno strumento su cui andrebbe subito rimessa al centro la battaglia sull’abolizione e l’esproprio dei brevetti.

L’accesso al vaccino è un diritto, ma le vaccinazioni non possono diventare la soluzione sostitutiva di tutte quelle norme e degli investimenti necessari per garantire salute e diritti sociali.

Diciamo con chiarezza che mentre non possiamo accettare idee o iniziative che scadono nel complottismo o nella totale mancanza di buon senso, non possiamo nemmeno accettare l’introduzione di strumenti che non tutelano effettivamente la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.

Con il green pass si cerca di aggirare la questione sull’obbligo o meno della vaccinazione per chi e con quali vaccini: scelte che devono essere basate su logiche sanitarie mirate a salvaguardare la salute pubblica e non su logiche di mercato e compatibilità politiche.

Questo lo diciamo per contrastare la semplificazione che sta caratterizzando un dibattito molto divisivo e per far emergere le ipocrisie in atto da parte di questo Governo, dal padronato e le contraddizioni di Cgil Cisl e Uil.

Il green pass utilizzato in tutti i luoghi di lavoro diventa una misura sbagliata e insufficiente perché al lavoratore e alla lavoratrice deve essere garantito la tutela su contagi e malattia, garanzia che va data soprattutto per soggetti più fragili ed alle persone che pur volendolo non hanno la possibilità di fare il vaccino.

Le aziende – le stesse che chiedevano le aperture totali in pieno lockdown – non possono lavarsi le mani dall’assunzione di responsabilità. Il lavoro non è un luogo di svago dove si sceglie se andarci o meno: le persone per vivere hanno bisogno di lavorare e di ricevere un salario.

Per questo USB ritiene che vada richiesto a tutte le aziende di adottare a loro carico i tamponi rapidi salivari come misura di sicurezza obbligatoria e quotidiana nei luoghi di lavoro.

Ancora piuù importante e urgente dare una forte risposta contro le politiche del governo Draghi e all’arroganza del padronato a partire dallo sciopero generale dell’11 ottobre 2021, contro lo sblocco dei licenziamenti, per adeguate misure di contrasto alla Covid-19 nei luoghi di lavoro, nelle scuole e sui mezzi di trasporto pubblici.

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11 Commenti


  • marco

    Condinvido tutte le considerazioni di questo intervento, ma perché non dire chiaro e tondo che si vuole, a ragione, l’obbligo vaccinale? Iin modo meno sfumato e più diretto per contrastare l’ipocrisia governativa e la rapacita padronale. La confusione, i dubbi, le infiltrazioni della destra su questo argomento necessitano di più chiarezza possibile per contrastarle quotidianamente.


    • Redazione Contropiano

      Guarda che sulla necessità dell’obbligo vaccinale scriviamo da quando è stato brevettato il rpimo vaccino (quasi un anno).
      E il 22 maggio abbiamo fatto una manifestazione nazionale per la liberalizzazione dei vaccini e – va da sè – per la vaccinazione di tutta la popolazione mondiale.


  • filippo

    D’accordissimo, la lotta di classe passa passa anche attraverso queste due vie.
    1.Contro la logica del green pass per una vera salvaguardia della sicurezza sulla salute dei lavoratori
    2. Centralità della battaglia sull’esproprio dei brevetti

    Per favore però basta mettere al centro di ogni analisi l’importanza dei vaccini e nessuno mai mette in discussione i protocolli nazionali che sono l’anticamera dell’aggravarsi della malattia fino all’ospedalizzazione e alla morte.
    Giorni fa c’è stato un convegno scientifico internazionale, con audizione al Senato della Repubblica, dove hanno relazionato scienziati della medicina di tutto il mondo, esclusivamente su terapie anti-covid. Nessuno di questi nella relazione ha messo al centro dell’analisi i vaccini, mentre tutti sono stati concordi nell’affermare che se preso in tempo il covid è facilmente curabile. I Paesi frugali, bontà loro, a questa tesi scientifica ci sono arrivati, i paesi latini incatenati a logiche di austerità e deflazione salariale, di lenta agonia saranno invece destinati a morire.


  • carlo

    Requisiti sociali per usufruire del diritto di lavoro incarnano la volontà padronale del controllo del lavoro. Oggi la lo Statuto dei Lavoratori viene scavalcato con motivazione sanitaria, greenpass ma anche vaccinazione obbligatoria. Una volta passato il principio che in emergenza i diritti dei lavoratori possono essere derogati siamo di fatto al Sindacalismo Fascista. Dichiarata una prossima emergenza economica i lavoratori potranno essere chiamati a cedere diritti salariali pena la sospensione.


    • Redazione Contropiano

      Che i padroni cerchino si superare i residui dello Statuto dei lavoratori con la “motivazione sanitaria”, è certo.
      Che ci sia una pandemia mondiale in corso, anche.
      Se si resta dentro lo schema bipolare, non si riesce a reagire e capire.


  • mario

    Cari Compagni, “che ci sia una pandemia mondiale in corso” non è stato messo in dubbio. Altresì affermarlo come premessa per sostenere l’obbligo vaccinale significa cadere nella retorica interclassista del padrone. Assunto come dato storico l’emergenza e subordinato il diritto di lavoro ad essa il padrone è legittimato a richiedere qualsiasi obbligo che sia funzionale alla soluzione dell’emergenza. Se l’emergenza porrà in pericolo la produzione nazionale il padrone potrà richiedre tramite le decretazioni di urgenza ore di volontariato produttivo non retribuito pena la sospensione del diritto di lavoro. Aderire all’interclassismo significa per definizione rinunciare alla lotta di classe, cioè rinunciare allo schema bipolare e alla rivendicazione e aderire alla concertazione. Questa fase storica sta per concludersi con una epocale vittoria dei padroni sul lavoro senza che vi sia stata nessuna opposizione per via appunto della mancata comprensione dell’ambito e della portata del problema.


    • Redazione Contropiano

      L’obbligo vaccinale non c’è un tubo con la “retorica interclassista”.
      Il virus è un fatto oggettivo, e ci si vaccina tutti a Cuba come in Cina.
      L’uso padronale della pandemia ovviamente è un fatto altrettanto certo. Ma per combattere quest’uso bisogna affrontare il problema oggettivo, non negarlo e parlar d’altro. le tue considerazioni (“Aderire all’interclassismo significa per definizione rinunciare alla lotta di classe, cioè rinunciare allo schema bipolare e alla rivendicazione e aderire alla concertazione”) sono elucubrazioni senza senso, tipiche del “pensiero bipolare” (in senso psicologico, ossia a-dialettico)


  • Mario

    Compagni di Redazione Contropiano, mi sembra che non abbiate capito che l’emergenza in quanto tale, in grado di subordinare il diritto al lavoro ad un requisito individuale è esattamente la retorica padronale, è l’essenza dell’interclassismo e della concertazione. Continuate ad addurre l’oggettività del pericolo sanitario che nessuno ha messo in dubbio, Farlo significa essere caduti pienamente nella strategia padronale dell’uso della paura. Come è stato detto, passato il principio, non importa di quale tipo sarà la prossima emergenza, basta che sia tale e il diritto al lavoro verrà ancora menomato, nel salario o nelle condizioni sui luoghi di lavoro. Rifiutare l’obbligatorietà vaccinale non significa negare il virus o l’emergenza sanitaria, significa non sottomettere il diritto al lavoro ad un requisito individuale, in questo caso sanitario. Per inciso questo principio di lotta di classe in difesa del diritto al lavoro varrebbe anche durante una pandemia di vaiolo.. Il dirito al lavoro non è subordinabile a nessun tipo di paura o pericolo, non si può derogare pena arretrare nei confronti dei padroni. Sul resto del vostro comento sorvolo perchè mia intenzione è affermare un principio in maniera costruttiva ed in modo che possa servire da riflessione per tutti e non essere polemico ma è bene rivedere la logica aristotelica per quanto riguarda gli entimema e i non sequitur,, Lenin per le strategie di lotta e per l’interpretazione delle strategie dei padroni e capire che Cuba e Cina non sono più nel primo caso e non sono ancora nel secondo, comuniste. Un saluto col pugno chiuso.


    • Redazione Contropiano

      Le pandemie non si combattono a colpi di codice, questo è certo. I padroni fanno il loro sporco mestiere – vedi Bonomi – e usano un’emergenza reale per imporre il proprio potere. Non ne deriva, come tu sostanzialmente dici, che allora il problema di fatto non c’è. Non a caso noi, come i cubani o i cinesi (senza dirlo ufficialmente, ma facendolo in pratica) siamo per l’obbligatorietà vaccinale. Il diritto al lavoro è anche diritto alla sicurezza sul lavoro. Che vale tanto per prevenire gli incidenti che per i rischi di contagio.
      I padroni, comìè noto, evitano tranquillamente le misure di sicurezza per non spendere, e hanno preteso il green pass per non avere altre cause di lavoro.


  • Mario

    Breve ultimo intervento per congedarmi ringraziando delle vostre risposte. Accetterò qualsiasi replica senza ribattere. Ho espresso brevemente i punti cruciali della riflessione da un punto di vista marxista e leninista nei commenti precedente ma sono stati sminuiti o banalizzati, ritengo non per malafede ma per mancanza di preparazione teorica. Inoltre vorrei puntualizzare per la terza volta che mai ho messo in dubbio la realtà della gravità del virus e della pandemia. Chioso dicendo che il diritto al lavoro, la lotta e il comunismo non sono cose che si fanno solo quando c’è bel tempo e che possono essere sospese in base alle condizioni naturali. Fidel diceva che la natura ostacola la lotta per il comunismo. Hasta la victoria!


  • augusto paris

    condivido in tutto l’analisi di Mario.
    viva il comunismo.

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