Sono arrivate quasi a 3mila le firme raccolte dai rappresentanti dei familiari delle vittime del Covid in Italia in cui si chiede una vera Commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia in Italia.
Il motivo è che alcuni emendamenti approvati da quasi tutti i partiti intendono circoscrivere l’ambito d’indagine della Commissione solo alla Cina e al periodo prima della dichiarazione di emergenza sanitaria, diffusa dall’Oms il 30 gennaio 2020.
Il pool di legali impegnati nella causa davanti al Tribunale Civile di Roma contro Governo e Regione Lombardia, ritengono che ‘tagliare fuori’ il periodo post 30 gennaio e l’Italia dall’ambito dei lavori della Commissione “rappresenta uno schiaffo morale indecente agli italiani” e significherebbe “non approfondire il ruolo delle scelte dei politici italiani nella gestione della pandemia”.
Inoltre, non occuparsi dell’Oms “porterebbe a non svolgere indagini sulla rimozione del rapporto firmato dall’ex funzionario dell’Organizzazione Francesco Zambon in cui, stando a quanto accertato dalla Procura di Bergamo, venne postdatato il piano pandemico per farlo apparire aggiornato“.
Tra l’altro la denuncia dei familiari delle vittime ha trovato riscontro anche in un documentato articolo del quotidiano britannico The Guardian.
“L’8 luglio 2021 – si legge nella ricostruzione del ‘lancio’ della petizione – il giorno stesso della prima udienza del procedimento civile, parlamentari bergamaschi e bresciani riducevano l’attività della Commissione, limitando l’indagine sia temporalmente che geograficamente.
Nell’interesse di chi vengono proposti questi emendamenti? Certo non nell’interesse degli italiani che vogliono avere chiarezza. E’ un passo fondamentale per costruire una risposta migliore alle prossime pandemie”.
La raccolta firme lanciata dai familiari delle vittime di Covid è quindi finalizzata a far sì che la “Commissione torni a essere e ad avere lo scopo originario perché solo così a tutti gli italiani verrà garantito il diritto di conoscere la verità su quanto è successo e perché la strage non si ripeta più”.
A supporto delle loro tesi, i rappresentanti delle vittime portano anche una serie di documenti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) che mostrano come i primi casi di Covid-19 registrati in 16 paesi europei abbiano avuto origine dall’Italia.
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