Chiamata a rispondere durante il question time alla Camera dei Deputati, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha spiegato la decisione presa sabato scorso dagli apparati di sicurezza – prima che il corteo con in testa Forza Nuova assaltasse la sede della Cgil e scatenasse gli scontri nel centro di Roma – ossia di non fermare per tempo il caporione fascista Castellino che dal palco aveva annunciato l’intenzione di marciare verso la sede della Cgil.
“In quel momento” ha affermato la ministra Lamorgese, la scelta di fermarlo “non è stata ritenuta percorribile dai responsabili dei servizi di sicurezza, perché in quel contesto c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico”.
Un funzionario di polizia intervistato da Il Giornale spiega che “Tecnicamente, i reparti mobili, quelli deputati all’antisommossa, sono reparti inquadrati che si muovono soltanto quando ci sono ordini che arrivano dall’autorità provinciale di pubblica sicurezza, cioè dalla Questura. Se l’ordine non arriva il reparto non si può muovere. Se non arriva l’ordine di spostarsi verso la Cgil il reparto non ci può andare in maniera autonoma”. Dunque quest’ordine decisivo in via gerarchica non è arrivato.
E lo stesso funzionario spiega anche il doppio standard rispetto al tipo di manifestazioni: “La scorsa settimana, nonostante le nostre segnalazioni, i numeri della polizia non erano proporzionati al numero dei manifestanti che, incredibilmente, erano tantissimi. Non eravamo pochi, ma non tanti quanto altre volte. Lunedì, nel corso della manifestazione di protesta contro il fascismo (cioè le manifestazioni dei sindacati di base per lo sciopero generale, ndr) quindi a basso rischio, eravamo, in proporzione al numero dei manifestanti, molti di più”.
Una affermazione questa che abbiamo potuto verificare di persona di fronte allo sproporzionato schieramento di polizia che ha accolto, recintato, scortato le manifestazioni convocate nella Capitale sotto a tre ministeri e quella centrale che doveva confluire in Piazza SS Apostoli.
Riguardo alla dinamica dei fatti di sabato, la ministra Lamorgese ha rimandato alla “dettagliata informativa” calendarizzata per il 19 ottobre in Parlamento dove “si avvarrà delle relazioni che ho chiesto immediatamente” al capo della Polizia Lamberto Giannini e al prefetto di Roma Matteo Piantedosi.
Si scopre intanto che sin da agosto la Procura di Roma aveva chiesto di arrestare Giuliano Castellino per le continue violazioni degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale, ma che il Gip aveva negato l’arresto.
I pubblici ministeri guidati dal procuratore Michele Prestipino, avevano formalizzato la richiesta d’arresto sin dal 3 agosto scorso: bisogna mettere Castellino agli arresti domiciliari, perché ogni altra prescrizione s’è rivelata inutile.
Ma tre settimane più tardi, il 25 agosto, il giudice delle indagini preliminari ha negato la custodia cautelare. Perché delle sentenze della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell’uomo hanno ristretto il campo della “violazione degli obblighi” per chi viene sottoposto alla sorveglianza speciale: l’inosservanza delle regole di “vivere onestamente” e di “rispettare le leggi” non è sufficiente.
Occorre rammentare che il fascista Castellino da tempo gode di una straordinaria indulgenza nei tribunali. A Capodanno del 2015 venne arrestato perché aveva un etto di cocaina e una trentina di bomboni nel vano del motorino. Per la cocaina venne processato per rito abbreviato e assolto riconoscendogli “l’uso personale” (un etto di cocaina?!) mentre venne processato solo per i bomboni.
Poi ci sono stati altri arresti ed altre accuse, come quella dell’aggressione ai giornalisti, da cui sono scaturite le misure di sorveglianza speciale che però non sono state un ostacolo alla leadership di Castellino prima nelle manifestazioni contro il lockdown (Io apro) e poi contro il green pass.
Anche nella penultima manifestazione contro il green pass (quella del 25 settembre a San Giovanni), quando i fascisti sono stati allontanati dalla piazza, si spostarono verso piazza Re di Roma dando vita ad alcuni scontri con la polizia.
Il funzionario di polizia intervistato da Il Giornale rammenta che “lo scorso anno ci sono state due manifestazioni a ottobre con violenze molto più gravi di sabato scorso. I manifestanti presero piazza del popolo e ci aggredirono con molotov, petardi, sassi e bottiglie di vetro. Una violenza e un’organizzazione preoccupante, eppure tutto finì nel dimenticatoio. Noi anche in quella occasione segnalammo con preoccupazione che la cosa stava prendendo una brutta piega”.
Messe in fila una dietro l’altra le dichiarazioni della ministra, quelle del funzionario di polizia e le notizie che provengono dalla Procura di Roma, ci restituiscono non solo la conferma di un trattamento di riguardo consolidato nel tempo verso un caporione fascista, ma confermano anche il doppio standard che denunciamo da tempo e che gli apparati giudiziari e quelli di sicurezza adottano verso i fascisti o contro i militanti della sinistra, a Roma ma non solo a Roma (basti pensare alla persecuzione contro i No Tav o al pugno duro contro gli attivisti bolognesi, agli antifascisti di Carpi etc.).
Infine, ma non certo per importanza, si comprende bene come dalle dichiarazioni della ministra così come dalla riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, uscirà un ulteriore blindatura degli spazi di agibilità per le manifestazioni (e non certo solo per quelle dei fascisti, anzi) e di riduzione dell’agibilità politica per le organizzazioni della sinistra e i sindacati conflittuali.
In qualche modo l’equiparazione comunisti/fascisti, destra/sinistra, opposti estremismi, torna ad essere il sistema e la narrazione decisiva del vero controllo sociale e autoritario del paese, altro che green pass.
I fascisti sono serviti a questo, come sempre, come da sempre in questo paese che con i fascisti e il fascismo i conti non li ha mai voluti fare e che rispolvera l’antifascismo solo alla vigilia dei ballottaggi elettorali.
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andrea’65
c’è un bel video su Ytube ( segnalato da Maran ) dove un reparto di Celere arriva davanti alla CGIL e resta a guardare, lasciando subdorare che tra i forzanuovisti assalitori ci fossero dei kolleghi in abiti da ultras.
Potenza ,citta’ simbolo della Massoneria italika come Firenze, ci ha donato LaMorgese,Speranza,Figliuolo, che coincidenza, neh?