Ieri il Senato ha approvato un ordine del giorno di Pd, Leu, M5s e Italia Viva sullo scioglimento di Forza nuova e di altre organizzazioni neofasciste.
In mattinata però il centrosinistra aveva ritirato le mozioni vere e proprie contro Forza Nuova e le ha sostituite con un ordine del giorno che assorbe le mozioni di Pd, M5s, Iv e Leu.
Ma qui interviene una bella differenza, soprattutto per gli effetti pratici.
Una mozione prevede infatti che il Parlamento impegni il governo allo scioglimento di Forza Nuova con un decreto ai sensi dell’articolo 3, comma 2 della legge Scelba (sic!).
L’ordine del giorno è invece un atto parlamentare che lascia il governo libero di attendere l’eventuale sentenza della magistratura, ai sensi del comma 1 dell’articolo 3 della legge Scelba. Quindi l’ordine del giorno, pur se approvato, non impegna il governo ad assumere scelte concrete.
In realtà il testo dell’ordine del giorno accolto ieri per alzata di mano in Senato, contiene un dispositivo che impegna il governo, ma sulla materia dell’ordine del giorno l’esecutivo dovrebbe comunque esprimere un parere favorevole o contrario un esponente del governo stesso, cosa diversa dalla mozione parlamentare che invece non lo richiede.
Ma anche il testo dell’ordine del giorno approvato è diverso rispetto alle mozioni che prevedevano lo scioglimento di Forza Nuova. Mentre le mozioni prevedevano di “dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista”, l’ordine del giorno è assai più blando e lascia un margine di discrezionalità all’esecutivo. Il nuovo documento impegna infatti il governo “a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista”.
In sostanza con questo nuovo documento (“valutare le modalità”) il governo può procedere allo scioglimento ai sensi del comma 1 e non più 2 dell’articolo 3 della legge Scelba e cioè può attendere una sentenza dei giudici invece di procedere autonomamente tramite un decreto.
Le modalità di scioglimento di Forza Nuova previsto dall’ordine del giorno approvato al Senato, fa riferimento ai sensi della legge Scelba, articolo 3, e farebbe affidamento sul comma 1, il quale prevede l’accertamento della natura fascista di Forza Nuova da parte della magistratura. Il comma 2 prevede invece l’intervento del governo per decreto senza attendere la sentenza del giudice.
Qui di seguito i due commi previsti dalla Legge Scelba:
- Comma 1: “Qualora con sentenza risulti accertata la riorganizzazione del disciolto partito fascista, il Ministro per l’interno, sentito il Consiglio dei Ministri, ordina lo scioglimento e la confisca dei beni dell’associazione, del movimento o del gruppo”.
- Comma 2: “Nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell’art.1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge ai sensi del secondo comma dell’art.77 della Costituzione”.
Quindi le mozioni del Pd e quelle di M5s, Leu e Iv, impegnavano direttamente il governo “a dare seguito allo scioglimento” per decreto.
Ma quando il testo delle mozioni era stato depositato alla Camera e al Senato, il presidente del consiglio Mario Draghi aveva fatto chiaramente intendere di voler attendere la decisione della magistratura prima di procedere per decreto.
Inutile dire che dopo le parole di Draghi in conferenza stampa le forze parlamentari del centrosinistra si sono subito allineate depositando un ordine del giorno e ritirando le mozioni.
Un ordine del giorno dunque perfettamente in linea con le parole di Draghi e che consente di attendere al governo l’eventuale decisione dei giudici sullo scioglimento di Forza Nuova.
Infine, ma non certo per importanza, è importante segnalare un passaggio della mozione presentata dai partiti della destra (FI,Lega, FdI) nel quale è evidente il ricatto: “se sciogliete Forza Nuova dovete sciogliere anche organizzazioni e movimenti della sinistra e anarchici”.
La mozione presentata dalla destra recita testualmente:
“l’assalto alla sede della Cgil portato avanti da esponenti di Forza Nuova costituisce non solo un grave atto contro l’ordine pubblico, ma anche un’intollerabile lesione dei valori costituzionali del nostro sistema;
episodi di violenza simili non sono, purtroppo, sconosciuti nella storia recente del nostro Paese: si pensi ai disordini causati a Genova dai centri sociali legati dalla rete Indymedia durante il G8 del 2001; e più recentemente: alle devastazioni in seguito ad un corteo antifascista promosso dal centro sociale «Kavarna» di Cremona (24 gennaio 2015); al pestaggio da parte di una quindicina di esponenti dei centri sociali torinesi di due militanti del gruppo studentesco «Aliud» (12 novembre 2019); all’assalto contro il comune di Torino, ricoperto di uova e vernice, e al rogo dell’effige del Presidente del Consiglio dei ministri (Torino, 11 ottobre 2021); alle violenze dei «No Tav» contro le forze dell’ordine e i simboli delle istituzioni; alle decine di aggressioni ad esponenti del centrodestra e della sinistra parlamentare negli ultimi anni;
questi fatti di assoluta violenza ingenerano nell’opinione pubblica allarme sociale e minacciano la convivenza libera e democratica tra i cittadini;
altrettanto gravi episodi di violenza sono da imputarsi a organizzazioni e ad associazioni legate tanto alla sinistra estrema quanto all’estrema destra e al radicalismo islamico, attivamente impegnate nella propaganda antisemita indirizzata strumentalmente contro lo Stato d’Israele, certamente perseguibili ai sensi della legge Scelba e, soprattutto, ai sensi dell’articolo 270 del codice penale;
al riguardo si possono citare le ripetute aggressioni ai rappresentanti della Brigata ebraica nel corso delle celebrazioni per il 25 aprile, delle quali si rendono responsabili ogni anno esponenti dell’area antagonista e dei centri sociali; il Partito marxista leninista italiano di Firenze che organizza la commemorazione del dittatore Mao Tse Tung e pubblica manifesti accusando Israele di essere una nazione di «criminali nazisti sionisti» con foto di un palestinese armato; i cento centri sociali che combattono «l’apartheid israeliano», il cui elenco è pubblicato in rete;
dalla Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2020 della Presidenza del Consiglio dei ministri si evince, inoltre, che «le evidenze raccolte dall’intelligence nel 2020, sistematicamente condivise con le forze di polizia, fanno stato di come l’anarco-insurrezionalismo resti la componente eversiva endogena più vitale», con 98 attentati terroristici riconducibili all’area anarchica nel 2019 e 24 attentati e 52 arrestati nel 2020”
Si tratta dunque di una materia sulla quale le ambiguità e i ricatti possono portare a decisioni del governo funzionali alla logica degli opposti estremismi e a misure che alla fine dei giochi colpiscono più i movimenti antagonisti che l’agibilità dei fascisti.
Lo stiamo vedendo già a Roma dove l’assalto dei fascisti alla Cgil è diventato il pretesto per vietare le manifestazioni sindacali o quelle contro il vertice del G20, che non sono sicuramente organizzate dai fascisti.
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