A Gomel, al confine tra Ucraina e Bielorussia, sono cominciati i negoziati tra le delegazioni di Kiev e Mosca. La condizione principale che l’Ucraina chiederà alla Russia nei negoziati è un cessate il fuoco immediato con il completo ritiro delle truppe russe dal Paese. Più facile il primo che il secondo.
La delegazione russa è rappresentata dall’assistente presidenziale Vladimir Medinsky, dal vice ministro degli esteri Andrey Rudenko, dal vice ministro della difesa Alexander Fomin, dal capo della commissione esteri della Duma di Stato Leonid Slutskyy e dall’ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov.
Da parte di Kiev, all’incontro hanno partecipato il ministro della difesa Oleksiy Reznikov, il capo del partito Servitore del popolo David Arahamiya, il vice ministro degli esteri Mykola Tochitskiy, il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale Mykhaylo Podolyak, il deputato Rustem Umerov e il primo vice capo della delegazione ucraina al gruppo di contatto trilaterale Andrey Kostin.
“Ci stiamo rivolgendo all’Unione Europea per l’adesione immediata dell’Ucraina tramite una nuova procedura speciale” ha fatto sapere il presidente ucraino Zelenski mentre sono in corso le trattative a Gomel.
Un problema, quello dell’adesione alla Ue, che obiettivamente fa a pugni con le procedure di adesione richieste a tutti gli altri paesi, in modo particolare sui parametri economici e lo stato di diritto che l’Ucraina difficilmente può accampare. Un’eventuale doppio standard aprirebbe una contraddizione dentro l’Unione Europea per i numerosi sacrifici richiesti per l’adesione e i contenziosi giuridici passati e presenti con alcuni paesi membri.
Oggi pomeriggio si terrà intanto una nuova videoconferenza fra i leader dei principali Paesi occidentali, l’Ue e la Nato. In tale contesto si segnalano dichiarazioni sempre più belliciste da parte degli stati membri dell’Unione Europea.
“Forniremo all’Ucraina armi importanti, compresi dei jet da combattimento. L’Ucraina ci ha indicato quali può usare e ci sono alcuni Stati membri che li hanno e li forniremo” ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine della riunione in videoconferenza dei ministri degli Esteri. Lo stesso Borrell ha aggiunto anche che l’Ue ha deciso di fornire 450 milioni all’Ucraina per l’acquisto di armi da guerra e 50 milioni per altri materiali.
Al bellicismo di Borrell ha fatto sponda la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen affermando che l’Ucraina è “una di noi e la vogliamo nell’Unione europea”. Una dichiarazione azzardata visto che, come ha fatto sapere lo stesso presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, “ci sono diverse opinioni all’interno dell’Unione europea sulla richiesta dell’Ucraina di aderire al blocco in modo rapido”. “È una richiesta espressa dall’Ucraina da molto tempo. Ma ci sono opinioni e sensibilità diverse all’interno dell’Ue su un allargamento. L’Ucraina presenterà una richiesta ufficiale, la Commissione europea si esprimerà e il Consiglio si pronuncerà”, ha spiegato Michel ai giornalisti.
Il tutto mentre la Germania annuncia un aumento vertiginoso delle spese militari.
Le dichiarazioni e le scelte belliciste della Ue sono state fatte mentre sono in corso i primi passi delle trattative tra Ucraina e Russia tese ad ottenere almeno il cessate il fuoco. Ormai è un avventurismo allo stato puro quello che si dirama dai vertici di Bruxelles… e di Berlino.
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Gianfranco Ciavattella
“una di noi e la vogliamo nell’Unione europea”… forse pensava ai Nazisti. Essendo tedesca, la Von der Leyen deve riconoscerli subito. Se non ci polverizza un conflitto atomico prima, sono proprio curioso di vederli questi cuori d’oro, sostegni dell’ucraina, quando arriveranno le cartelle delle tasse e le bollette energetiche. Scommetto che per prima cosa taglieranno proprio lo stipendio delle loro amate badanti ucraine.
Mario Bianchi
Grazie Contropiano, sempre sul pezzo, a maggior ragione in giorni come questi dove siamo costantemente schiacciati dal catechismo atlantista di tv e giornali (provassero mai almeno un millesimo dell’empatia che provano adesso per gli ucraini anche verso i palestinesi, quando vengono regolarmente trucidati dagli israeliani?).
Seve
La constatazione grave e’ che non si riesce nemmeno a intravedere l’opportunita’ di mobilitazione su una piattaforma alternativa al finto pacifismo europeista. Una manifestazione oggi farebbe la fine del classico 2 giugno a roma… Il nazismo impera in europa