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Guerra e pace, guerrafondai e smemorati

I democratici e gli antifascisti, e anche i sindacalisti, non hanno capito un cazzo.

Qualsiasi sia la guerra che volete combattere e qualsiasi sia il nemico identificato come fascista, come tiranno, come criminale.

Che difendiate i valori “non negoziabili” della democrazia o “l’autodeterminazione di un popolo aggredito”.

Che sognate la bandiera a stelle e strisce o quella dello zar sulle cattedrali di Kiev.

Perfino se pensate che da quelle macerie possa emergere la bandiera rossa.

Che combattiate contro Putin o contro Zelensky, la guerra comporta la MILITARIZZAZIONE della società che fa la guerra.

Comporta il fascismo a casa propria per combattere il fascismo a casa altrui.

La dittatura militare nel nostro paese per combattere la dittatura militare negli altri.

La guerra la fanno i generali, i mercenari, i tagliagole, non le anime belle che sognano un mondo migliore.

E non la fanno in punta di diritto ma sulla punta delle baionette.

Sono loro che governeranno lo sforzo bellico del paese.

Solo loro che decreteranno, giudicheranno, condanneranno.

Saranno loro lo Stato.

Lo stato di guerra comporta la coscrizione obbligatoria, il DOVERE di combattere.

Che lo si faccia nelle trincee o nelle fabbriche poco importa.

Chi diserta è fucilato, che sia un soldato o un operaio impegnato nel fronte interno.

Non c’è “obiezione di coscienza” che conti, nessun “diritto civile” e nessuna minoranza tutelata.

Nessun profugo da salvare se non quelli utili alla propaganda bellica.

Nessuna “pari opportunità” da rivendicare se non quella garantita dalla tessera annonaria.

Se combatti e contribuisci allo sforzo bellico mangi. Se no crepi.

La vostra meravigliosa costituzione servirà a pulirvi il culo quando non troverete più la carta igienica sugli scaffali.

Le vostre leggi saranno sostituite dall’unica legge che è fonte di diritto in un paese in guerra.

La legge marziale.

Della vostra democrazia rimarrà traccia solo nelle onorificenze e nelle stellette di latta che verranno distribuiti agli “eroi”.

Guardatevi attorno, si censura Достоевский, si usano i bambini e le mamme per sponsorizzare il mercato delle armi, si insinua la paura dell’ecatombe nucleare per rendere accettabili le distruzioni attuali.

Male minore rispetto a quello paventato.

Combattere e tacere.

Siete pronti a affrontare tutto questo?

Una parte di me, quella parte ormai invecchiata e inacidita in lunghi anni di isolamento materiale e culturale, quando queste cose le scrivevo e le dicevo, con il linguaggio forbito e educato del “filosofo”, collezionando pernacchie e anatemi “ideologici”, è tentata di dirvi:

Volete la guerra. Fatela. Andate a fare in culo.

Servirà a insegnare qualcosa a chi rimane vivo.

Ma sono un comunista.

Con un complesso di colpa pesante.

Il non essere stato capace di contribuire a costruire quegli strumenti e quella consapevolezza, capaci di far affrontare a coloro che ne subiranno le conseguenze, la tempesta prevedibile e pure prevista.

Di essere stato irrilevante.

Cosa che la mia coscienza non mi perdona.

Sono pure vecchio e stanco.

Se avessi 20 anni comincerei a cercarmi un posto sicuro dove ripararmi, qualcosa con cui difendermi, cercherei altri che come me vogliono sopravvivere alla guerra.

… poi mi ricordo che no, quando avevo vent’anni la guerra fuori dai confini del paese non l’avrebbero fatta. Erano troppo impegnati a condurre la guerra interna contro di “noi”. E i generali era meglio che se ne stavano inguattati. Rischiavano pure di essere catturati.

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1 Commento


  • Marco B

    Hai scritto quel che ho in testa e nel cuore. Grazie

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