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Siria, a grandi passi verso la guerra civile

Le notizie scarne e non sempre attendibili provenienti dalla Siria disegnano comunque uno scenario che è sempre più vicino a una vera  e propria guerra civile. Al di là dei numeri delle vittime della repressione (spesso gonfiati dalla propaganda occidentale: chi ricorda più i “300.000 morti di Timisoara” o “le 10.000 vittime di Tripoli” in un solo giorno?), e accantonando senza rimorsi le panzane di regime, quel poco di “accertabile” disegna un quadro abbastanza chiaro: la guerra civile, appunto.

E se la Libia, come ha spiegato Obama, è “il modello” per gli interventi imperialisti futuri (“appena due miliard di spesa, nemmeno un morto nostro”), allora è quasi possibile prevedere i prossimi sviluppi. L’esistenza di una divisione radicale in un paese (per ragioni religiosi, etniche, tribali), e la presenza di una quota rilevante dell’opposizione a battersi anche con le armi, sono i presupposti per un intervento militare che usa questa opposizione – armata e finanziata q.b. – come “truppe di terra” anche non efficientissime, mentre il dominio dei cieli consente alla Nato (o alleanze “di scopo” al suo interno) di agire come “demolitore” della macchina militare del regime.

Il risultato? Scontato, sul piano militare. Imprevedibile su quello politico. L’unico “vantaggio” per la Siria è che non ha grandi risorse petrolifere…

Le notizie di oggi.

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Almeno 17 soldati siriani sono stati uccisi in scontri tra truppe governative e presunti disertori nella città di Homs, nella Siria centrale. Lo rende noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che un gruppo di uomini armati, presumibilmente disertori, ha attaccato nella notte due checkpoint dell’Esercito. Stando all’Osservatorio, inoltre, gli scontri nel distretto di Bab al-Sibaa hanno provocato decine di vittime. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate in Siria, dove da metà marzo si registrano proteste contro il presidente Bashar al-Assad, le defezioni e di conseguenza sono aumentati gli scontri tra soldati e disertori.

Almeno una persona è stata uccisa e altre cinque sono rimaste ferite stamani durante il cannoneggiamento da parte di carri armati dell’esercito governativo siriano contro un quartiere centrale di Homs, terza città del Paese a nord di Damasco. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) riferisce che i carri armati lealisti hanno aperto il fuoco contro edifici di Bab Amro a Homs con cannoni di contraerea e mitragliatrici. Su Youtube sono stati postati alcuni video amatoriali che mostrano edifici in fiamme nello storico quartiere di Homs, epicentro della rivolta e da settimane rifugio di disertori dell’esercito unitisi ai manifestanti anti-regime. Secondo gli attivisti, le forze lealiste hanno ucciso ieri 40 civili.

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