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Roma. Via le basi militari dalle città

Una petizione popolare sta raccogliendo centinaia di firme nelle strade di un territorio importante. Nel cuore dell’area di Roma più popolosa, fra Cinecittà e Centocelle, nel terreno occupato dall’ex aeroporto Francesco Baracca, è presente il Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI): la struttura militare più importante del Paese, il centro di pianificazione e coordinamento delle forze armate italiane – qualcosa che gli abitanti giustamente paragonano al «Pentagono». Un obiettivo militare, pertanto, estremamente sensibile, che entrerebbe nel mirino immediato di un’eventuale guerra generalizzata. Le vicende in corso in Europa Orientale ci fanno considerare questo rischio con enorme preoccupazione.

Sabato 19 marzo una riuscita manifestazione ha attraversato le strade del quartiere e sfilato al fianco e all’entrata della base, denunciando quello che molti scartavano come scenario e che invece si è materializzato come minaccia in queste settimane di guerra, di smanie belliciste del governo italiano e di evocazione delle armi nucleari come opzione non più impossibile.

Questa situazione non nasce oggi. Man mano che lo Stato Italiano aumentava la propria presenza nei teatri di guerra internazionali, in poco meno di trent’anni, il Ministero della difesa ha incrementato gradualmente l’importanza militare del sito. Qualche anno fa il Ministero della Difesa voleva convertirlo in un vero e proprio “Pentagono italiano” sullo stile di quello esistente negli Stati Uniti.

Lo sviluppo del carattere aggressivo della politica estera italiana, e la scelta di addossare il centro nevralgico delle forze armate ai più popolosi quartieri popolari d’Italia, stanno esponendo i numerosissimi cittadini dell’area circostante alle conseguenze di una politica estera fatta di imperialismo, di sudditanza alla NATO, di crescente riarmo.

Il Governo Draghi, in linea con le istituzioni internazionali NATO e UE, e tutti i partiti principali del Parlamento, stanno portando il nostro Paese all’interno di una guerra il cui prezzo sono migliaia di vite perse, devastazioni e peggioramento delle condizioni di vita. Non dobbiamo lasciare che questo accada a spese dei quartieri popolari trasformati in scudi umani, in veri e propri bersagli.

Per questo Potere al Popolo ha lanciato una petizione popolare ai Presidenti e ai Consigli di V e VII Municipio di Roma, al Sindaco di Roma, al Ministro della Difesa e al Presidente della Repubblica, per chiedere che l’area dell’ex aeroporto di Centocelle non ospiti nessuna struttura militare che possa costituire in caso di guerra un obiettivo sensibile, e che l’intera area ospiti strutture pubbliche non attinenti con le attività delle forze armate. Non saremo i vostri bersagli!

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