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Una giornata di lotta contro la Nato e l’economia di guerra, per la giustizia sociale e ambientale

Ieri è stata una domenica intensa, l’ultima prima del voto. Una domenica in cui a Bologna abbiamo deciso di rendere chiara la portata della rottura che vogliamo rappresentare in questa competizione elettorale, in cui abbiamo messo in campo l’idea di futuro che proponiamo.

La mattina duecento persone hanno seguito un dibattito profondo sulle nubi di guerra sempre più nere che coprono l’Europa e il mondo intero. Un dibattito accurato, ma che non è mai scaduto nell’intellettualismo di tanta sedicente sinistra e che ha invece indicato nemici e obiettivi concreti da colpire. La NATO come strumento di potenza, il complesso militare-industriale che indirizza tanti fondi di ricerca, ma anche la logica che vorrebbe affiancare al patto atlantico un esercito europeo, invece di utilizzare tutte le risorse materiali e diplomatiche per la pace e la cooperazione internazionale.

Nel pomeriggio alla riflessione abbiamo fatto seguire l’azione, e per le strade della città abbiamo dato vita a un corteo animato dalla rabbia e dalla voglia di cambiare. Dalla rabbia dei tanti giovani, che chiedono l’abolizione di ogni forma di alternanza scuola-lavoro dopo le morti di Lorenzo, Giuseppe e Giuliano, uccisi dalle scelte della peggior classe dirigente della storia repubblicana. La rabbia di chi subisce l’economia di guerra imposta dall’agenda Draghi, che continuerà qualsiasi sarà il colore del governo il 26 settembre, e che si ritrova a pagare in bolletta i costi delle manie guerrafondaie ed imperialiste dei governi occidentali. La voglia di cambiare di tanti settori sociali, precari, disoccupati, studenti, che aspirano alla pace e a un futuro non ipotecato dalla guerra e dalla crisi climatica.

La giornata di ieri ha unito in piazza questo fronte contro la guerra, e contro il nemico di casa nostra, la NATO e la gabbia euro-atlantica. Ha presentato ai tanti cittadini che ci guardavano, a cui abbiamo dato volantini e con cui abbiamo parlato durante il corteo, l’alleanza sociale su cui si può e si deve fondare un governo di rottura con tutte le compatibilità di un modello sempre più incancrenito, senza idee per una via d’uscita dal disastro che ha creato. Un governo che metta al centro i lavoratori, il salario, il pubblico, la pace. Il governo di Unione Popolare!

*portavoce nazionale di Potere al Popolo e candidata di Unione Popolare a Bologna

Le foto sono di Patrizia Cortellessa

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