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Ramstein. I pazzi di guerra occidentali verso il punto di non ritorno

Fermiamo la loro guerra, mobilitiamoci!

L’ultimo incontro del gruppo di contatto per l’Ucraina dei paesi NATO e dei loro alleati che si è tenuto nella base di Ramstein in Germania mette il mondo davanti all’ennesimo fatto compiuto che rischia di segnare, se ancora non l’avessimo toccato, il punto di non ritorno.

Oltre alle dichiarazioni che non lasciano ormai alcuno spiraglio a soluzioni diplomatiche, parliamo di 2,5 miliardi in armi a Kjev autorizzati dagli Stati Uniti e di 1 miliardo che sarà fornito dalla Germania, in un quadro complessivo di corsa agli armamenti e invio di armi di tutti i paesi UE, compresa l’Italia che ha promesso a Stoltenberg che “continuerà a fare la sua parte”.

Sciolte anche le sempre più timide riserve della Germania ad autorizzare il rifornimento dei carrarmati Leopard – con la Polonia che era pronta a procedere in ogni caso – si è normalizzata definitivamente la prospettiva di riempire l’Ucraina di armi pesanti e offensive, il che significherebbe passare di fatto da una guerra per procura mossa attraverso Kjev a una guerra alla Russia direttamente guerreggiata da parte della NATO e del blocco euroatlantico.

Se consideriamo le enormi risorse stanziate e poi i tempi lunghissimi di addestramento che richiede l’utilizzo di armi tecnologicamente avanzate, oltre che diversificate tra loro secondo le diverse produzioni, è evidente che quella che questi apprendisti stregoni stanno lucidamente mettendo in campo è una strategia di lungo periodo che vede concretamente nella guerra totale – e potenzialmente nucleare – lo sbocco possibile della crisi sistemica e di egemonia del capitalismo occidentale nel quadro del nuovo mondo multipolare.

Mentre questo si riflette anche nel nostro paese nella totale e convinta subalternità di questo parlamento alla linea bellicista NATO-UE, è chiaro che è necessario mobilitarsi, e farlo subito, contro la guerra imperialista e l’accelerazione impressa dal vertice di Ramstein.

In quest’ottica sarà importante la data di mobilitazione chiamata dai portuali del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali per il 25 febbraio a Genova, proprio nei giorni in cui la gran cassa mediatica del nemico di classe batterà su quello che nella propaganda bellicista occidentale dovrà ufficialmente essere il primo anniversario di una guerra voluta e provocata, invece, in Ucraina dall’Occidente già dal 2014.

Per questo parteciperemo sabato 28 gennaio all’assemblea di costruzione di questa data al CAP di Genova e scenderemo in piazza il 25 febbraio.

Guerra alla guerra imperialista!

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2 Commenti


  • Matteo17

    Intanto, mentre qua in Occidente leaderini e vip sfoggiano abiti e cravattine gialloblu, si segnala un ennesimo massacro in Palestina da parte dell’esercito sionista occupante. Scommettiamo che la cosiddetta “comunità occidentale” farà spallucce anche stavolta?


  • Giancarlo staffo

    Organizzare feste alternative ovunque per tutta la durata del festival di Sanremo

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