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L’urgenza di una “teoria del conflitto”. Giovedi a Roma presentazione del volume di Alessandro Mazzone

Giovedi 23 febbraio a Roma verrà presentato pubblicamente il libro “Per una teoria del conflitto” con gli scritti di Alessandro Mazzone.

Il libro, pubblicato da La Città del Sole, è stato curato da Roberto Fineschi, in collaborazione con l’associazione Laboratorio Critico e la Rete dei Comunisti,  e raccoglie, nel decennale della morte avvenuta nel 2012, una parte degli scritti dell’ultimo periodo della produzione di Alessandro Mazzone.

Il volume è suddiviso in tre parti: “Per un’analisi del concetto di classe”; “Teoria della storia e della transizione”; “Stato moderno, democrazia, imperialismo”, precedute dai saggi introduttivi di Roberto Fineschi e di Mauro Casadio.

Nel testo c’è poi un’appendice dedicata alla nuova edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels, la MEGA2, di cui Mazzone ha avuto il merito di introdurre lo studio in Italia.

I nodi concettuali affrontati nei saggi pubblicati, sono decisivi per rimettere mano ad una teoria marxista della realtà: la nozione di processo storico, il rapporto tra natura e fasi storiche, il concetto di modo di produzione e la teoria delle classi.

Di particolare rilevanza è la distinzione teorica tra il concetto di Modo di Produzione Capitalistico (MPC) e i capitalismi storicamente determinati, laddove la prima nozione, quella di MPC, che si colloca ad un più alto livello di astrazione, delinea la logica, la legge di movimento interna appunto ad un modo di produzione; da distinguere rispetto alle caratteristiche fenomeniche che si manifestano per l’appunto nei modi in cui il capitalismo si è configurato in fasi storiche diverse, dalla fabbrica ottocentesca, alla produzione in serie taylorista fordista, alle più recenti forme dell’accumulazione flessibile, e in condizioni empiriche differenti a seconda dei luoghi e delle caratteristiche specifiche.

Un conto è indagare le dinamiche del capitalismo ottocentesco inglese, altro è descrivere le condizioni della fabbrica fordista negli Usa del dopoguerra o nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta, altro ancora è indagare le dinamiche odierne in un paese del centro o delle periferie capitalistiche.

E tuttavia tali nozioni sono dialetticamente connesse, in quanto tutte le diverse manifestazioni storiche ed empiriche del capitalismo sono unificate dalle leggi appunto del modo di produzione capitalistico che è, peraltro, in quanto tale, un modello che esiste concretamente soltanto nelle articolazioni della sua varia e complessa fenomenologia empirica, secondo un’elaborazione che chiaramente manifesta l’applicazione al reale degli strumenti teorici della logica hegeliana nell’elaborazione di Mazzone.

Altrettanto significativa è la teoria delle classi elaborata negli scritti di Mazzone che consente di superare una lettura puramente sociologica delle classi basate sulle caratteristiche esteriori o sull’autopercezione degli individui che le compongono, elaborandone una definizione funzionale legata alla posizione nei rapporti di produzione.

La consapevolezza teorica che «i detentori dei mezzi di produzione hanno un potere di comando sulla forza-lavoro in quanto essa potrà operare solo se e in quanto essi la vogliano utilizzare» (cfr. il saggio Le classi nel mondo moderno), che pertanto i lavoratori privati dei mezzi di produzione abbiano la necessità di porre la forza lavoro sotto il comando capitalistico per vivere, riproducendo in questo modo il rapporto di sfruttamento del lavoro salariato sotto il comando capitalistico, evita la catastrofica conclusione della scomparsa del lavoro e delle classi, tanto in auge nel dibattito che ha inteso accantonare gli strumenti teorici del marxismo.

Appare ormai urgente una ripresa sistematica dello studio degli strumenti teorici della tradizione marxista, come condizione necessaria (sebbene naturalmente di per sé non sufficiente) per un salto di qualità nella capacità di ricostruire una soggettività politica in grado di affrontare a tutto tondo le minacce ormai evidenti per la stessa riproduzione del genere umano presenti nella fase regressiva della crisi sistemica del capitalismo in cui viviamo.

L’insegnamento di Mazzone contenuto in questi saggi e l’opera di Laboratorio Critico e della Rete dei Comunisti che ne hanno consentito la pubblicazione, costituiscono auspicabilmente un primo passo in questo compito enorme.

Del volume di Alessandro Mazzone se ne discuterà giovedi pomeriggio, alle ore 18 presso l’Hotel Hive di Roma, in via Torino 6. Incaricati di presentare il volume saranno Roberto Fineschi e Mauro Casadio, insieme ad Alexander Höbel, Giuseppe di Marco e Luciano Vasapollo.

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