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Sono centinaia gli italiani arruolati nelle forze armate israeliane

In Israele tra i 18mila italiani presenti nel paese, ben 1.000 ci stanno in qualità di soldati arruolati nell’esercito israeliano, dove stanno facendo il servizio di leva. E altri 300 stanno partendo dall’Italia per raggiungere Israele.

Assai maldestramente, il ministro Tajani ha rivelato al Tg1, il che “ci sono cittadini italiani con passaporto israeliano che sono militari e che sono più difficili da raggiungere“, svelando così quanto già si sapeva da tempo ma che non era mai stato quantificato. Non solo. E’ di oggi la notizia che altri 300 “italiani” stanno partendo per Israele in qualità di militari riservisti.

Il ministero degli Esteri, in una circolare spiega che: “Le Convenzioni internazionali in materia di leva, aventi la finalità di evitare che il giovane, in virtù di una doppia cittadinanza, debba prestare servizio militare in due Paesi, hanno in gran parte perso la propria ragion d’essere in considerazione del fatto che nella maggior parte degli Stati aderenti il servizio militare è stato sospeso o soppresso.

Le Convenzioni potranno quindi essere applicate soltanto a beneficio di coloro che, risiedendo in Italia, vogliano avvalersi della regolarizzazione della loro posizione nei riguardi delle nostre Forze Armate per non dover prestare il servizio militare, laddove ancora previsto, nell’altro Paese di cui possiedano la cittadinanza”.

Mentre l’ambasciata israeliana in Italia riporta sul suo sito le regole dello Stato israeliano relative al servizio di leva in Israele: “La Legge del servizio di difesa (versione consolidata), 1986-5747 con l’autorità di applicarla all’estero riguarda tutti i cittadini dello Stato d’Israele, sia in Israele che all’estero, anche se in possesso di una cittadinanza straniera oltre a quella israeliana, ed anche se risiedono regolarmente all’estero. Viene applicata anche ai residenti regolarmente soggiornanti in Israele, anche se non sono cittadini israeliani.

L’obbligo del servizio viene applicato ad ogni persona idonea al servizio, tra l’età di 18 e 29 anni inclusi. Tuttavia, una persona che ha oltrepassato l’età del servizio obbligatorio e che non ha adempiuto all’obbligo di servizio nel tempo prescritto dalla legge, è dichiarata trasgressore della legge e le sarà richiesto di servire nell’IDF nelle modalità stabilite dalle autorità dell’IDF”.

La convenzione tra Italia e Israele per consentire a cittadini italiani con doppio passaporto di fare il militare in Israele e non Italia, come spiega la circolare del ministero degli Esteri, ha perso vigenza da quando, nel 2004, in Italia è stata abolito il servizio di leva (mentre resta invece obbligatorio in Israele.

Resta il fatto che viene consentito a cittadini italiani di arruolarsi nell’esercito di un altro paese e prendere addirittura parte a combattimenti. Una condizione che forse gli Stati Maggiori italiani hanno sempre accettato ma mai gradito. Le illazioni sulla doppia fedeltà appartengono molto spesso al pregiudizio antiebraico, ma in questo caso si tratta di uomini in armi, il che fa del problema un problema diverso.

Non è una mica un dettaglio. Per la quantità di soldati italiani con doppio passaporto impegnati nelle forze armate israeliane si può cominciare a parlare di coinvolgimento dell’Italia nella guerra contro i palestinesi. Un dato che né i palestinesi né altri paesi arabi potrebbero gradire.

I rapporti di complicità militare tra Italia e Israele sono invece regolati dal Memorandum d’Intesa del 2005. Al governo c’era allora Berlusconi e il memorandum venne firmato dal ministro della Difesa Martino.  

L’accordo che disciplina la partnership militare tra Italia e Israele è stato ratificato dal Parlamento italiano il 17 maggio 2005. Nella parte pubblica del testo (esisterebbe infatti un memorandum segreto mai sottoposto alla discussione e al voto dei parlamentari) si legge che la cooperazione fra i due Paesi riguarderà in particolare “l’industria della difesa, l’importazione, l’esportazione e il transito di materiali militari, le operazioni umanitarie, l’organizzazione delle Forze armate e la gestione, la formazione e l’addestramento del personale, i servizi medici militari“.

Italia e Israele si adopereranno al massimo per contribuire, ove richiesto, a negoziare licenze, royalties ed informazioni tecniche, scambiate con le rispettive industrie“. E ancora: “Le Parti faciliteranno inoltre la concessione delle licenze di esportazione necessarie per la presentazione delle offerte o proposte richieste per dare esecuzione al presente memorandum“.

Non pare ma da queste informazioni si rileva che l’Italia si trova coinvolta non solo nella guerra in Ucraina ma anche nell’escalation militare in Medio Oriente, assai più di quanto l’opinione pubblica italiana sia a conoscenza. Fortuna che con ministri come Tajani, a sua insaputa, si comincia a saperne qualcosa di più.

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1 Commento


  • . Binazzi Sergio

    pare che ci divertiamo noi italiani a fare guerre, direi che purtroppo c’è ancora tanta nostalgia del triste ventennio fascista, nonostante a parole si mantenga lo spirito antifascista. proprio così dico a parole poiché l’italia si è di nuovo alleata con i nazisti, ucraini questa volta ma sempre nazisti. speravo che non se ne parlasse più di quegli orribili anni invece pare non sia così. questa gente fa schifo veramente.

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