Menu

La sconfitta della Giunta Lepore-Clancy è una vittoria per l’alternativa politica al campo largo

Capovolgendo le parole di Lepore, “non è una sconfitta politica”, abbiamo l’esatta sintesi della lunga lotta del Comitato Besta.

È una sconfitta politica” inequivocabile, quella della giunta Lepore-Clancy, che è stata prima costretta ad un confronto fino a quel momento negato con chi sosteneva la lotta in difesa del parco, e poi a sospendere i lavori in seguito alla resistenza opposta al primo tentativo di sgombero il 3 aprile, coronata da un partecipatissimo presidio sotto Palazzo D’Accursio.

Un confronto che sin da subito si è indirizzato verso un binario morto, vista la polarizzazione delle istanze contrapposte: da un lato la giunta che era intenzionata ad andare avanti con il progetto, suscettibile al più di qualche modifica marginale, e dall’altra il comitato che chiedeva una soluzione alternativa che salvaguardasse il parco.

La giunta ha dovuto ulteriormente militarizzare il parco il 20 giugno per procedere ai lavori per la nuova linea del tram di cui è prevista l’apertura il 5 settembre, utile solo alla nuova iniziativa ‘prenditoriale’ di Farinetti con Grand Tour, dopo il fallimento di Fico.

Anche in questo caso gli attivisti e le attiviste delle Besta sono andati a chiederne conto in Comune con una incursione al question time che ha messo parecchio in imbarazzo la giunta, mentre si registrava per l’ennesima volta un livello preoccupante della violenza delle forze dell’ordine.

Il braccio di ferro ingaggiato già con un primo tentativo di “cantierizzazione” a fine gennaio ed una prima mobilitazione cittadina il 9 marzo lasciavano intravedere una strada in salita per l’amministrazione, con la lotta in difesa del parco che è divenuta una vera e propria pietra d’inciampo ed un rompicapo per Lepore e soci.

Quello che ha logorato la giunta è stato dover confrontarsi con un’esperienza di lotta che non ha mollato un millimetro rispetto ai propri obiettivi, proponendo alternative concrete al progetto di una nuova scuola che si è palesato subito per i suoi caratteri di mera speculazione edilizia.

Una lotta che ha costantemente presidiato il parco, ricostruendo un ampio tessuto solidale intorno a sé e sviluppando una forza propulsiva che ha alimentato un “Effetto Besta”, che ha dato spinta a esperienze simili e ha saputo parlare alla città identificando nell’attuale amministrazione e nei suoi luoghi decisionali la propria controparte ed i posti dove portare la contraddizione.

Una lotta che ha saputo leggere la singola vicenda attraverso le lenti delle trasformazioni più complessive che stanno investendo non solo Bologna, e che sono all’interno di un paradigma preciso: ‘il modello Emilia-Romagna’.

Da questo punto di vista, il forum cittadino organizzato da Potere al Popolo e da Ecoresistenze per Cambiare Rotta del 15 giugno, “Bologna: di chi è la città?”, ha rappresentato uno dei punti più alti e partecipati di riflessione.

Lo scopo era “immaginare un’alternativa all’intreccio degli interessi che legano cementificazione, rendita immobiliare, espulsione delle fasce popolari dal territorio urbano, devastazione ambientale e crisi climatica”, come recitava la convocazione.

Un momento di approfondimento e di dibattito che coronava la partecipata mobilitazione regionale del 17 maggio, “Marcia per il Clima”, avvenuta nel capoluogo emiliano-romagnolo ad un anno dall’alluvione che ha flagellato la regione.

La marcia era stata lanciata da Ecoresistenze per Cambiare Rotta, che ha svolto un ruolo chiave nella lotta in difesa del parco.

Insomma, il sistema PD è stato costretto a retrocedere rispetto ai propri progetti da una coniugazione di resistenza popolare in grado di parlare a tutta la città e di articolari vari passaggi politici per identificare la propria controparte generale, dando una visione d’insieme alla legittima difesa di un polmone verde che, però, nessuno ha potuto bollare come espressione di una sorta di ‘sindrome nimby’.

Come ha detto uno dei portavoce del comitato ai microfoni dell’emittente bolognese Radio Città Fujiko: “il tema non è mai stato solo il parco, ma era: immaginiamoci un modo diverso di partecipare, immaginiamoci una città diversa, immaginiamo che il suolo vergine non debba essere più toccato e sia una condizione fondamentale da adesso in poi”.

Questa lotta ha assunto valenza nazionale, visti che numerosi politici si sono prodigati in dichiarazioni farneticanti. Ora queste gli tornano indietro come un boomerang, considerato che una soluzione tecnica ad una questione politica che sembrava essere diventata solo di ordine pubblico è stata trovata senza troppo sforzo dalla giunta.

È una vittoria contro la rendita, che come una piovra tentacolare sta stravolgendo la città con un mix letale di overtourism e gentrificazione, di cui stanno facendo le spese sempre maggiori porzioni del capoluogo emiliano-romagnolo, in particolare quelle del quadrante Nord, ma non solo.

È un successo di tutte quelle forze organizzate che non si sono fatte sedurre dal mix di cooptazione e repressione che ha da sempre caratterizzato lo stile di governance delle amministrazioni sotto le Due Torri, in specie con la fine del PCI.

È una conquista importante per chi viene tacciato ad ogni piè sospinto di irrealismo politico se sceglie di intraprendere un approccio conflittuale e non concertativo con l’amministrazione “più progressista d’Italia”, a differenza di chi sceglie di non pestare i piedi alla Giunta su quelli che sono i suoi maggiori punti di caduta in una gestione che fa acqua da tutte le parti.

Una vittoria che dovrà essere completata con il ritiro delle denunce che sono fioccate a causa di un clima repressivo tanto ostentato, quanto alla fine inutile.

E nella lotta “spazio contro cemento”, il primo per ora ha vinto una battaglia foriera di ulteriori successi, ed il secondo ha perso.

Come ha ben esemplificato Potere al Popolo nel suo ultimo comunicato: “quella di sabato scorso è una vera e propria resa per il sindaco Matteo Lepore che nel giro di poche ore ha sconfessato mesi di linea dura ed è finito a fare esattamente quello che suggeriva il Comitato Besta”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *