Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha smentito l’esistenza di un suo piano per 40 mila soldati in più che era ampiamente circolato nella giornata di ieri. “Ho appena letto un’agenzia che diceva: ‘Piano di Crosetto per 40 mila soldati in più’. Mi sono detto: si tratterà di omonimia”, ha scritto su X il ministro, precisando che la notizia si basa su uno studio dello Stato Maggiore della Difesa su diversi scenari futuri, incluso quella della possibilità di un minore impegno militare degli Stati Uniti in Europa im ambto Nato.
La precisazione di Crosetto arriva dopo che alcuni i quotidiani (in particolare La Stampa e La Repubblica) avevano riportato la notizia di un piano per aumentare di 40.000 unità il numero dei militari italiani, portandolo a 135.000 nei prossimi 5-8 anni. La notizia era stata ripresa anche dall’agenzia “Bloomberg” e da varie testate internazionali.
Il ministro della Difesa ha chiarito che non esiste alcun piano ufficiale in tal senso e che qualsiasi discussione su un’eventuale riforma delle Forze armate dovrà seguire un iter istituzionale ben definito e che ipotizzare scenari strategici è un’attività normale per le strutture tecniche della Difesa, ma che questo non equivale in alcun modo a una decisione politica o a un piano operativo. In realtà tutte le circostanze spingono in questa direzione, il problema dei ministri e del governo è solo quello di indorare la pillola sul fatto che miliardi e miliardi saranno buttati sulle spese militari piuttosto che sulle esigenze sociali dei vari paesi europei.
Quello che è certo è che i vertici delle Forze Armate italiane da tempo sollecitano un aumento degli organici e dei finanziamenti. In queste settimane di delirio bellicista a livello europeo e di docce fredde provenienti dagli Stati Uniti, dai vertici militari le richieste si sono fatte più pressanti. La lista delle richieste è cominciata con la Marina Militare (che pure delle tre forze armate è quella messa meglio di tutte, ndr). Il Capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Credentino, in una intervista ha chiesto l’aumento degli organici da 30 a 39mila uomini. Il Capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Masiello, ha stimato la necessità di un incremento delle dotazioni organiche fra le 40, 45mila unità rispetto alle previsioni normative vigenti definendo un modello in chiave Nato oscillante fra le 133mila,138mila unità.
Ma adesso tutto è in brusca sollecitazione. I tamburi del riarmo e della guerra rimbombano in tutta Europa e i militari italiani pretendono di stare al livello. Domani a Parigi è previsto il vertice dei Capi di Stato Maggiore dei paesi Ue e a Nato della “coalizione dei volenterosi” messa in piedi dalla Gran Bretagna per la guerra in Ucraina. Il giorno successivo si vedranno invece i ministri della Difesa per dare una cornice politica al calcolo rischi-benefici che i militari avranno discusso il giorno precedente. Un pessimo clima.
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