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“Un giorno in procura” mica da ridere

Modello Milano, inchiesta Ricci, riforma della giustizia. Che succede nella magistratura? 

Sono giorni movimentati per la giustizia italiana, alle prese con l’avvio di inchieste che scuotono (o dovrebbero) il mondo politico e riforme strutturali che, qualora approvate in via definitiva, manderebbero forse una volta per tutte all’aria la tripartizione dei poteri tanto cara alla democrazia liberal-borghese. Ma andiamo con ordine. 

Nella giornata di martedì due notizie hanno attirato l’attenzione dei media. 

Avviso di garanzia per l’europarlamentare dem Matteo Ricci

La prima è l’avviso di garanzia recapitato a Matteo Ricci, europarlamentare eletto con il Partito democratico e candidato per il campo largo alla Regione Marche nella prossima tornata autunnale. 

La Procura di Pesaro contesta a Ricci l’assegnazione di fondi da parte del Comune di Pesaro, quando Ricci era sindaco, a due associazioni culturali per una cifra superiore a 500 mila euro per varie opere, come il murales dedicato a Liliana Segre e l’installazione di un casco gigante in onore di Valentino Rossi. 

Da questi affidamenti diretti e senza gara secondo i pm l’allora sindaco Ricci non avrebbe ricevuto utilità patrimoniali (non ha quindi intascato mazzette), ma “consenso politico”. 

La figura di Marco Mescolini, Procuratore capo a Pesaro

Il Procuratore capo di Pesaro è Marco Mescolini, un profilo di primo piano nell’ambiente. Nel febbraio del 2021, mentre è a capo della Procura di Reggio Emilia, Mescolini viene trasferito d’ufficio a Firenze per “incompatibilità ambientali”, ossia sospettato di aver protetto il Pd nell’inchiesta sulle infiltrazioni ndranghetiste “Aemilia” in Emilia-Romagna, dove tra gli indagati finiscono solo esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia. 

Pochi mesi dopo, a giugno la Procura generale della Cassazione guidata da Giovanni Salvi, delfino di Falcone e Borsellino ed esponente di spicco della corrente Magistratura democratica (oggi Area, riferimento del centrosinistra), avvia un procedimento disciplinare nei confronti di Mescolini dopo la pubblicazione delle chat con Luca Palamara riguardanti la nomina di Mescolini alla Procura di Reggio Emilia. 

La procedura disciplinare verrà archiviata nel 2022, mentre il trasferimento d’ufficio verrà annullato nel 2024, “riabilitando” la figura di Mescolini, che oggi sale di nuovo alle cronache per l’avviso di garanzia all’europarlamentare dem. 

La riforma della giustizia al Senato

Sempre martedì il Senato approva, con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, la riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere dei magistrati. Palazzo Madama licenzia il testo dalla Camera, il che vuol dire che i prossimi due passaggi confermativi per ogni Camera, attesi in autunno, non modificheranno il ddl. 

In soldoni, con questa riforma – che divide i pubblici ministeri dai giudici – i pm potrebbero essere sottoposti alla guida del ministero della Giustizia e subire l’influenza dell’esecutivo, mettendo a rischio “quel che rimane” dell’autonomia del potere giudiziario, già duramente picconato con l’inchiesta Palamara

La Procura meneghina all’attacco del Modello Milano

Tutto questo si inserisce nel clima avvelenato dall’inchiesta sul Modello Milano che ha portato sotto accusa 74 indagati in vari filoni giudiziari riconducibili a un rodato sistema di favori immersi in conflitti di interessi, a tutto vantaggio della speculazione edilizia (a Milano in 10 anni si è edificato tanto quanto in Piemonte e Toscana messe insieme) e del consenso politico attorno alla figura del sindaco Pd Giuseppe Sala. 

Alla Procura di Milano dal 2024 è arrivato Marcello Viola, vicino alla corrente Magistratura indipendente (riferimento del centrodestra), considerato un “papa straniero” nella capitale meneghina, da sempre dominata dalle correnti di centrosinistra e negli ultimi anni finita nell’occhio del ciclone per il processo contro il colosso Eni per corruzione internazionale relativa alla concessione di un giacimento petrolifero in Nigeria. 

Il caso aveva coinvolto, tra gli altri, l’Ad di Eni Claudio Descalzi e il suo predecessore Paolo Scaroni, assolti entrambi sia in primo grado che in appello. 

L’inizio di una nuova “stagione giudiziaria”?

La sensazione è che ci si trovi solo all’inizio di una “stagione giudiziaria” che non risparmierà altri colpi di scena nei prossimi mesi. 

Lo scontro tra potere esecutivo e magistratura tocca le radici incancrenite della Repubblica e mette a repentaglio la “volontà di potenza” (chiamarla autonomia ci sembra eccessivo) del terzo potere. 

Non è escluso che all’interno della magistratura ci sia chi coltivi sogni di gloria nell’assoggettamento formale della stessa al governo, provocando pruriti all’interno delle Procure in base ai rispettivi schieramenti. 

D’altronde, la delegittimazione degli organi deputati alla rappresentanza, come l’Associazione nazionale magistrati (il sindacato dei magistrati), facilita il “tintinnar di sciabole” tra i corridoi dei tribunali.

Lo smottamento nelle basi dello Stato

Premierato, ddl sicurezza, riforma della giustizia, magari prossima legge elettorale ecc., non sono che ulteriori tasselli di quello che appare come uno smottamento nelle basi dello Stato italiano, alle prese con la crisi sistemica del capitalismo e degli imperialismi occidentali.  

Rimanere informati e saper leggere tra le righe crediamo sia un passo importante dell’attività politica in questo Paese. Con l’occhio vigile e le antenne dritte per far sì che non si tramuti in una questione di agibilità democratica…

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6 Commenti


  • Nunzio Marino Merlo

    Una lotta fra bande sulla pelle degli italiani onesti e di quelli, purtroppo inconsapevoli, soffocati dalla incessante propaganda televisiva, peraltro, molto efficace. Tenete presente i palinsesti della prima serata, divisi tra “la ruota della fortuna” e “Temptation” che assorbono l’ attenzione degli italiani ormai allo sbando. Esiste, per fortuna, una minoranza che si batte per i diritti delle masse e dei lavoratori che, però, non riesce a trovare una sintesi in una rappresentanza politica fortemente ideologizzata. Troppo presto Marx è stato riposto in soffitta e la Russia, che doveva essere l’ erede dell’ URSS, anela, sentite bene, alla rimozione di Lenin dal Mausoleo sulla Piazza Rossa. C’è speranza? Saluti.


    • Redazione Contropiano

      Siamo convinti che ci sono forze che stanno lavorando nella direzione giusta, basta vedere la manifestazione del 21 giugno (quella da Piazza Vittorio, non l’altra).


  • Raf

    in due lettere: P2


  • marco

    Come giustamente evidenziato Il problema sta’ proprio nell influenza che riceverebbe l apparato accusatorio di stato(pm) dall potere esecutivo.Il referendum che si terrà per il perfezionamento di tale divisione sarà decisivo e mi auguro una ampia partecipazione del popolo al voto.
    Nel caso passasse la divisione a livello popolare si avrebbe un peggioramento all interno del potere giudiziario rendendo quest’ ultimo uno strumento non più autonomo ed imparziale .pur sempre nei suoi limiti .bensì un organo al servizio del potere in carica e nel nostro caso del regime.
    Il fascismo mascherato sta’ facendosi largo in ogni settore .
    Sarà un referendum importante.Votate tutti e non date mai nulla per scontato.


  • R.P. NW

    Gentile Contropiano,
    vivo e opero da anni a nord delle Alpi.
    Nella Confederazione Elvetica il procuratore dell’accusa viene eletto dal popolo a livello cantonale, con tanto di campagna elettorale su come condurre e gestire l’ordine pubblico.
    Svizzera paese anti-democratico? Boh!?
    Cordialità. R.P. NW


    • Redazione Contropiano

      Anche negli Stati Uniti… Ogni sistema istituzionale ha una struttura “particolare”, con una logica di funzionamento e contrappesi che quando viene modificata radicalmente produce risultati “mostruosi”. Per questo non ha molto senso il confronto “puntuale” tra soluzioni diverse in sistemi diversi.

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