Menu

L’impossibile simmetria tra Gaza e l’autogrill di Lainate

La vicenda del turista ebreo francese insultato in un autogrill nel milanese è difficile da collocare tra un episodio casuale ma emblematico o una opportunità attesa da tempo. Di sicuro tutto il circo sionista ne stra traendo vantaggio cercando di uscire dall’angolo morale e politico in cui è stato cacciato a causa della sua complicità con Netanyahu e la politica genocidiaria di Israele.

Guardando la vicenda da questo punto di vista sembra decisamente una opportunità attesa da tempo dai circoli e dai media sionisti in Italia, e se non è una vicenda anche costruita allo scopo è stata sicuramente gestita come tale. Il clamore e l’’enfasi ricevuta superano abbondantemente i fatti. Per dirne una, il Corriere della Sera gli dedica oggi una intera pagina.

Ma se anche fosse la casualità e l’emblematicità di un episodio isolato, questo ci restituirebbe praticamente i risultati di una situazione a Gaza che ha trascinato la soglia dell’orrore oltre ogni linea rossa. Il silenzio, la mancata presa di distanza e in moltissimi casi la aperta complicità delle comunità ebraiche in Europa con la politica del governo Netanyahu non favoriscono certo le buone relazioni con il resto della società dove cresce l’indignazione per il genocidio dei palestinesi da parte di Israele.

Strillare ad ogni momento all’antisemitismo, alimentandolo però quotidianamente con dichiarazioni di “vittimismo aggressivo”, non è certo la cura migliore per tenere a bada o sconfiggere il pregiudizio antisemita mai sopito nelle società “cattoliche” europee.

Ed anche andarsene orgogliosamente in giro ostentando la kippah non è proprio la migliore delle idee in momenti come questi. Per certi aspetti è una manifestazione di arroganza, come si evince dalle dichiarazioni del turista francese ad una agenzia stampa italiana.

Egli si definisce infatti “Un guerriero, che non si farà intimorire dall’aggressione subita, continuerà a indossare con orgoglio la kippah fino alla morte” e tornerà in Italia, per dimostrare a suo figlio che qui “non tutti sono antisemiti”. Un “combattente” che però lotterà “per avere giustizia” e per “difendere la comunità ebraica italiana dall’odio antisemita”, che si sta diffondendo nella Penisola “come in tutta Europa”. Così si descrive Elie all’Adn Kronos, Sultan, il 52enne insultato da un gruppo di persone domenica in un’area di sosta di Lainate (Milano).

Il fatto poi che tutti gli “aggrediti” in vari contesti (ristoranti, alberghi etc.) abbiano sempre il telefonino acceso in mano per fare le riprese sembra più una regola d’ingaggio che un comportamento protettivo.

Infine, e non per importanza, l’avvio di procedimenti giudiziari per la vicenda, stride fortemente con l’insabbiamento sistematico dei procedimenti giudiziari nei casi in cui gli “aggrediti” sono stati invece “aggressori”. Ma su questo occorrerà aspettare i fatti prima di poter dare un giudizio di merito.

La conclusione momentanea di questa vicenda va affidata ai fatti. Un episodio marginale viene ingigantito e strumentalizzato fino a poterlo portare ad un livello di simmetria mediatica con quanto accade a Gaza, introduce un punto di distorsione fino a pochi giorni fa impossibile da gestire, con tutti i commentatori oggi costretti a pronunciarsi simmetricamente su quanto avvenuto al Grill di Lainate oltre che su quanto avviene a Gaza, quasi come se avessero lo stesso peso.

Non ci provate e che nessuno accetti questa impossibile e indecente simmetria.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

9 Commenti


  • Pasquale

    Non ci vuole molto a capire che sono solo dei provocatori. Buoni solo per gli avvoltoi della comunicazione di regime. Basterebbe un minimo di indifferenza.


  • freepalestine

    “Ed anche andarsene orgogliosamente in giro ostentando la kippah non è proprio la migliore delle idee in momenti come questi.”

    Ma che vai dicendo


  • antonio D.

    …una simmetria impossibile da realizzare.
    Il “presunto” aggredito (falso come i suoi simili) altro non è che un seguace della genocida politica isxraxelo-sionista! (che rivendica mostrando i simboli del loro isterico misticismo).
    Hai voglia a urlare!
    Lo squallore e l’infamia della pratica genocidaria “vi inseguirà” sempre.
    …stavolta credo che ci sia ben poco da …”errare” !
    …dovrete – sempre – ritornare alle vostre “infamie”!


  • Pina

    Operazione mediatica vomitevole. Titolo di Repubblica sul video :
    Milano.assassini_tornate_a_casa_vostra_insulti_a_rabbino_e_figlio_in_un_autogrill
    Rivedendo il video si può notare questo:
    I manifestanti dicono più volte free Palestine.
    L’ “israeliano” dice per nove volte di seguito “Assassini!”, poi dice “tornate a casa vostra!”, E’ LUI CHE LO DICE non i pro Palestina! Per questo il titolo di Repubblica è vomitevole, sarebbe da denunciare, se esistesse un organo decente di tutela dell’informazione! 💩🤬
    L’aggressione fisica tra l’altro non si è vista da nessuna parte. Notizia ingrandita e diffusa capillarmente come episodio di antisemitismo, molto più grave dei 60.000 uccisi palestinesi (!!!!) che non godono della stessa enfasi!!! Bisogna pensare che per essere degni di attenzione, invece di parlare di genocidio a Gaza, toccherà denunciare Israele per islamofobia! Cose da pazzi! 😡
    P.s. il gioco del vittimismo ‘a prescindere’ rientra sempre nel ‘chiagni e fotti’ , scusate la volgarità, in cui sono specializzati per averla praticata da almeno 100 anni.


  • Giovanni

    Ricorda tanto le provocazioni che i vari Carabella e Cicaline vanno allestendo tutti i santi giorni contro poveri e migranti a Termini e all’Esquilino e che forse andrebbero in qualche modo fermate.


  • Pina M.

    Scusate tutti mi sono sbagliata, il video era sfocatissimo e disallineato tra parole e immagini, per cui la parola ‘assassini’ che io attribuivo all’ebreo francese era invece detta dal signore con la tazzina in mano. Quindi il titolo di Repubblica riportava le parole come effettivamente pronunciate, anche se l’accaduto è stato enfatizzato all’eccesso, con ipotesi di pestaggi che non si sono visti. In ogni caso “free Palestine” non è un insulto, e vivaddio si può ancora dire legittimamente, e “assassini” lo sono, secondo la loro stessa logica di ‘popolo:’: infatti si sentono i depositari di uno sterminio del passato, che loro personalmente non hanno mai subito, ma non vogliono sentirsi collegati agli stermini che il loro stesso ‘popolo’ compie oggi e alla condanna che la gente esprime. Se non vogliono sentirsi collegati e conniventi, basta dissociarsi anche pubblicamente dal sionismo, e al “free Palestine” battere le mani, e magari stringere la mano ai manifestanti!


  • a

    la kippa la devono tenere in tasca se non vogliono rischiare altrimenti come in questo caso gli è andata male. che ce vuoi fa’


  • Oigroig

    Perché prospettare una “simmetria” di cui nessuno ha osato parlare dicendo «Non ci provate»? Certo la notizia è stata strumentalizzata come esempio di “antisemitismo” e non esiste neanche la parola “antipalestinismo”… Fra l’altro i fatti paiono diversi da come sono stati raccontati subito dai giornali… Ma resta il fatto che se si vuole contrastare la propaganda dominante non bisogna saltare dall’altra parte dell’asino cercando di salirci sopra… Credo che l’enfasi reattiva sia controproducente quando la dismisura tra discorso dominante e fatti reali appare così evidente. Sporcarsi le mani non vuol dire abbassarsi agli espedienti retorici della comunicazione di regime.


  • Pina M.

    Dopo che l’episodio di Lainate si è rivelato per quello che era, ovvero una violenta e gratuita provocazione del turista ebreo contro un gruppo di palestinesi, e successiva aggressione fisica degli stessi, con tanto di referto del pronto soccorso per Trauma cranico del ragazzo palestinese, non ho visto nessuna capillare diffusione nè della rettifica nè della VERA NOTIZIA, che giornalisticamente sarebbe stato un vero scoop! Neanche un titolone in prima pagina o nei TG del tipo:
    AGGRESSIONE DA PARTE DI UN TURISTA EBREO CONTRO UNA FAMIGLIA DI PALESTINESI
    REFERTO DI TRAUMA CRANICO PER UNO DEI RAGAZZI PALESTINESI AGGREDITI DAL TURISTA EBREO
    ISLAMOFOBIA CRESCENTE? FAMIGLIA ARABA AGGREDITA IN AUTOGRILL DA TURISTA EBREO
    Ma questo è lo stato della nostra formazione, al servizio della propaganda di potenti fonanziatori!
    La cosa da evidenziare è che lo schema di queste aggressioni sioniste è sempre lo stesso:
    Provocazione pesante contro i malcapitati di turno.
    Alla riposta degli stessi
    telefonino già pronto per filmarla.
    Diffusione capillare del video da parte dei media asserviti, per sostenere l’immagine di vittime perenni di chi invece aggredisce.
    Per fortuna molto spesso i fatti vengono fuori, e chi ne esce svergognato è il vero aggressore.

    Diffondiamo capillarmente la vera versione dei fatti, facciamo CONTROINFORMAZIONE!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *