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La repubblica degli sfratti a getto continuo

Come c’era da aspettarsi, in assenza di politiche abitative degne di questo nome da parte del Governo e delle Regioni, i numeri dell’annuale aggiornamento dei dati sugli sfratti (richiesti, emessi, eseguiti con intervento dell’Ufficiale Giudiziario, ossia della forza pubblica) rimangono massicci e costanti.

Nel 2024, secondo la tabella ministeriale, in Italia sono stati richiesti 81.054 provvedimenti di sfratto cui sono seguite ben 40.158 richieste di esecuzione (+1.000 circa) e ben 21.337 sono gli sfratti eseguiti.

Nei territori a dominare sono le grandi regioni, ma per numero di sfratti richiesti ed eseguiti la Lombardia non ha eguali: quasi 25.000 i primi e quasi 5.000 i secondi. Uno sfratto ogni 5 in Italia avviene in Lombardia, la regione più ricca, a riprova del fatto che la questione abitativa è il terreno principale in cui si manifestano le diseguaglianze economiche e sociali. A livello dei dati provinciali la capitale degli sfratti rimane Roma in termini assoluti, ma è Torino la provincia con più sfratti rispetto al numero di abitanti.

Come sempre a rilevare e confermare alcune tendenze sono i motivi di sfratto. Ovviamente la morosità rimane il motivo principale delle esecuzioni, ma è costante l’aumento della motivazione della finita locazione a sostegno della tendenza dei canoni ad aumentare per effetto delle opportunità illimitate consentite dalla norma vigente (L. 431/98) al “sacro diritto proprietario”.

Asia-Usb esprime ferma e rinnovata preoccupazione per la questione abitativa italiana, vera e propria piaga sociale che comincia a produrre eventi di cronaca estremi. Denunciamo le politiche intraprese dal Governo che, oltre a cancellare gli aiuti economici a chi è in difficoltà e rendere ancor più deregolamentato il mercato delle locazioni, non ha fatto nulla per calmierare gli affitti, aumentare la disponibilità di alloggi pubblici, contrastare la sovrapproduzione di alloggi utile ai meccanismi di speculazione parassitaria e consumo di suolo.

Le nostre proposte per ribaltare la situazione ed uscire dalla logica emergenziale rimangono:

–    Aumentare lo stock di Edilizia Pubblica Residenziale di almeno un milione di unita (+ 1.000.000 di case popolari)

–    Emanare una nuova legge sui canoni (Calmierazione, proporzionalità sui redditi delle famiglie, esigibilità del diritto all’abitare)

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2 Commenti


  • Emiliana Dianda

    …. data la mia esperienza , aggiungerei anche di dare qualche sicurezza ai piccoli proprietari, che ,ahimè troppo spesso, si trovano con inquilini morosi …. E quando finalmente rientrano in possesso della propria abitazione, dopo aver pagato l’avvocato con le varie spese di sfratto, devono pure mettere mano al portafoglio per riparare tutti i danni dovuti all’incuria e alla totale mancanza di rispetto. Purtroppo di questo non parla nessuno.


    • Redazione Contropiano

      Di questo parlano sempre governanti e media che invocano gli sfratti… qui nessuno teorizza che le abitazioni private (esclusi i palazzinari, evidentemente) possano essere tranquillamente espropriate o lasciate in balia del primo venuto…
      l’intervento qui pubblicato si concentra sulle molto anomale “modalità di intervento” in questo sfratto (che peraltro non era “per morosità”), che lasciano pensare a un “esperimento” alla luce del decreto sicurezza.

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