E’ tornata la strategia della tensione. Con tutti i suoi annessi…
Nella serata di ieri, intorno alle 22, davanti alla sua abitazione a Pomezia, alle porte di Roma, due esplosioni hanno distrutto l’automobile di Sigfrido Ranucci, coordinatore del team di Report e quella di sua figlia. Le vetture erano parcheggiate una accanto all’altra.
Nessuno è rimasto ferito, ma la figlia del giornalista era passata a casa poco prima delle deflagrazioni, quindi c’è stato il rischio serio che fosse investita dall’esplosione. Del resto è nella natura stessa degli attentati esplosivi mettere in conto che possano restare coinvolte persone di ogni tipo, specie se piazzate in mezzo ad una strada ad un’ora ancora di discreto traffico.
Tant’è vero che il codice penale italiano considera il reato di “strage” come collegato esclusivamente all’uso di esplosivi, distinguendo poi in sede processuale tra “stragi” con vittime oppure senza, e procedendo quindi comminare pene diverse nei due casi (fa notoriamente eccezione l’assurda sentenza di primo grado contro Alfredo Cospito, condannato all’ergastolo – poi annullato dopo l’intervento della Cassazione – per un “petardone” messo di notte in un cassonetto della spazzatura nei pressi di una caserma dei carabinieri).
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e gli investigatori della Digos, che hanno avviato i rilievi tecnici per accertare la natura della doppia esplosione, di grande potenza e quindi quasi sicuramente causata da esplosivi “professionali”. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, sarebbe quasi un chilo il materiale esplosivo con il quale sarebbe stato confezionato l’ordigno rudimentale.
Ranucci conduce da anni Report, dopo la gestione iniziale di Milena Gabanelli, mantenendo la struttura originale: una serie di autori indipendenti che propongono “servizi”, realizzati solo dopo essere stati approvati dal coordinatore.
Questa struttura garantisce una notevole libertà agli autori e contemporaneamente un capacità di selezione da parte dello stesso Ranucci, tale da disegnare uno “stile” complessivo unitario. Il che naturalmente implica una certa differenza – qualitativa e di orientamento politico-giornalistico – tra un servizio e l’altro.
Come i nostri lettori sanno non abbiamo lesinato critiche ai prodotti secondo noi peggiori, come quelli dedicati alla lettura dietrologica del sequestro Moro, ecc, mentre in parecchi altri casi dobbiamo riconoscere una qualità di “investigazione” di alto livello.
Difficile immaginare in questo momento, perciò, chi possa aver ordinato il pesante attentato contro Ranucci e la sua famiglia. I potenziali “nemici” che si ritengono danneggiati dalla sua trasmissione sono pressoché infiniti e vanno da esponenti della criminalità organizzata fino a ministri in carica.
Come sempre, in questi casi, si comincia ad intuire qualcosa a seconda di come vanno le indagini nel tempo. Se procedono rapidamente e senza grandi “depistaggi” (la visione dei filmati delle molte telecamere di sorveglianza ha ridotto di molto la possibilità di “agire” senza lasciare tracce), c’è margine per ritenerle attendibili.
Se invece si brancola a lungo nel buio, inseguendo piste fantasiose o ignorando strumenti di indagine ormai comuni (nel caso dell’aggressione ad un altro volto noto della tv, Chef Rubio, selvaggiamente pestato da una squadraccia sionista, non si muove foglia dopo un anno e mezzo), c’è la certezza matematica che si vogliano coprire i colpevoli perché agiscono per conto di qualche alto livello del potere.
In questo senso l’epoca della strategia delle stragi di Stato, subappaltate ai fascisti, fornisce un campionario pressoché completo di come i “servizi” e la magistratura possano operare per insabbiare, anziché scoprire.
La Procura di Roma ha ovviamente aperto un’inchiesta, ma per “danneggiamento”, ipotizzando l’aggravante del “metodo mafioso”. Il che ci fa pensare che non si sia partiti affatto con il piede giusto. Più realistico, ci sembra, sarebbe stato procedere “contro ignoti”, lasciando quindi la possibilità di “non escludere nessuna pista”.
E soprattutto fissando fin da subito il reato come strage, non un generico e minimizzante “danneggiamento” (anche qui spicca la differenza di trattamento tra queste bombe ad alto potenziale e il “petardone” attribuito a Cospito).
Delle dichiarazioni dei politici non mette conto riferire. Sappiamo per lunga esperienza che le espressioni retoricamente più estreme arrivano spesso da chi sa benissimo chi sono “i mandanti”.
E’ tornata la strategia della tensione. Usiamo la testa.
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Matteo
Da non escludere nemmeno i gruppi sionisti italiani, considerata la totale impunità e libertà d’azione (vedi il già citato caso Rubio) di cui godono nel nostro paese. Vedi qui: https://www.rai.it/programmi/report/amp/news/2024/11/Minacce-per-il-servizio-sul-conflitto-tra-Israele-e-Palestina-le-reazioni-96d8c3b2-083a-45bd-8c73-706f68c88f3c.html
Silvio
Indire manifestazione contro il governo ! SVEGLIA !!!!!!!!!!!!!!!
Redazione Contropiano
già in preparazione, qui non si dorme…