Il movimento popolare che nelle settimane scorse ha realizzato innumerevoli mobilitazioni e due grandi scioperi generali, ha dimostrato di possedere una forza gigantesca e nuove potenzialità.
In molti si stanno domandando e confrontando sul se e come questo movimento può riuscire ad operare un salto in avanti, facendo esprimere tutta la forza che ha saputo mettere in campo su un terreno molto più ampio di questioni, sul come tornare a praticare il “blocchiamo tutto” per cominciare a cambiare davvero la realtà del paese e del suo ruolo nella situazione internazionale.
In molte città si sono tenute nelle settimane scorse assemblee operative per decidere come proseguire la mobilitazione contro lo Stato terrorista di Israele, continuano a moltiplicarsi le iniziative di lotta e di boicottaggio per isolare il sionismo e le mille complicità di cui gode anche nel nostro Paese, ma anche il confronto sul come connettere questo aspetto della mobilitazione ai temi della riarmo, della guerra e dell’economia di guerra che penalizza le fasce popolari del paese.
A tale scopo è stato convocato per domenica 16 novembre a Roma un primo grande momento di confronto tra tutte le realtà che hanno dato vita allo straordinario movimento che si è manifestato attorno alla parola d’ordine “blocchiamo tutto”. In agenda si profilano già due nuovi appuntamenti di mobilitazione importanti: lo sciopero generale del 28 novembre e la manifestazione nazionale a Roma del 29 novembre.
Che la tregua voluta da Trump rappresenti una boccata d’ossigeno per una popolazione martoriata da un genocidio, che solo il governo Meloni si ostina a negare, è un dato oggettivo almeno quanto il suo carattere discriminatorio e coloniale nei confronti del popolo palestinese. Non è in discussione, quindi, la necessità di continuare a lottare per la libertà della Palestina e per il pieno riconoscimento di tutti i diritti del popolo a cui quella terra appartiene.
Ciò che va discusso, invece, è come continuare la lotta e come dare a questo movimento la capacità di allargare lo sguardo e quindi l’iniziativa a quei temi che le piazze hanno richiamato, primo fra tutti la corsa al riarmo e le sue inevitabili ricadute di natura economica, culturale e repressiva.
Lo smascheramento della vera natura di Israele ha messo in evidenza non solo la complicità del governo italiano ma anche perchè un’intero sistema politico ed economico senta la necessità di continuare a sostenere uno Stato genocida. Gli intrecci economici e militari con Tel Aviv ci raccontano di una relazione funzionale alle scelte di riarmo che sono in corso in tutto l’Occidente e, in particolare, nei paesi dell’Unione Europea.
La linea di riarmo ipoteca il nostro futuro e conforma tutto, dall’industria alla scuola, dalla ricerca ai media, dalle libertà ai servizi, alla logica della guerra. Non vogliono solo comprare e costruire nuove armi, vogliono militarizzare e irregimentare tutta la società. E’ in atto un processo complessivo di riorganizzazione delle nostre vite, autoritario, soffocante, liberticida.
Appuntamento a Roma domenica 16 novembre al Nuovo Cinema Aquila dalle ore 10.00.
Confermata fino ad ora la partecipazione di delegazioni da Genova, Milano, Torino, Pavia, Padova, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Bari, Lecce, le associazioni dei palestinesi, i sindacati di base, le organizzazioni studentesche, associazioni dei territori ….
Conferme e adesioni vanno inviate a: assembleablocchiamotutto@gmail.com
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
