Menu

Le donne sulla linea del fronte, contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina

Pubblichiamo il lancio dell’iniziativa e tavola rotonda nazionale organizzate da Donne contro guerra e genocidio. Un’occasione di dibattito importante in questi tempi di “signore della guerra”, da Giorgia Meloni a Sanae Takaichi, passando per Kaja Kallas e Ursula von der Leyen. L’evento si svolgerà il 6 dicembre, a partire dalle ore 10, al Nuovo Cinema Aquila a Roma.

***

Gli scioperi e le mobilitazioni degli ultimi mesi contro il genocidio in Palestina e contro la guerra ci hanno restituito un quadro dove il bianco e il nero hanno sostituito sempre più le scale di grigi. Perché la maggioranza della popolazione in Italia, di fronte a un genocidio, ha scelto di mobilitarsi in maniera netta contro il sionismo e il terrorismo di Israele e, di fronte al riarmo europeo, si è schierata apertamente contro la guerra.

Dall’altra parte, NATO, UE e governo Meloni hanno scelto la strada del riarmo e del sostegno incondizionato a Israele, mentre le opposizioni quella – debole e contraddittoria – delle equidistanze e dei piani di “difesa” europei.

UE, governo e opposizioni che – ironia della sorte? – sono tutti guidati da donne. Donne, inutile dirlo, espressione dell’élite bianca, individualista e meritocratica, incarnazioni del modello liberale di “empowerment” femminile, costruito per il mantenimento dei privilegi di chi detiene il potere, sulle spalle di chi quei privilegi non li ha.

E questo non è l’unico “protagonismo” femminile sotto gli occhi di tutti. Perchè donne e soggettività LGBTQ+ sono state più volte al centro dell’attenzione negli ultimi anni, nelle strumentalizzazioni delle “democrazie” occidentali in difesa dei “diritti civili” per giustificare guerre, aggressioni militari e il genocidio in Palestina, così come per screditare e delegittimare qualsiasi altra ipotesi sociale e politica alternativa.

Al contrario, ben poche attenzioni sono dedicate alle donne e a tutte le persone che stanno vivendo sui propri corpi e sulle proprie vite gli effetti della guerra e dello sterminio a opera di Israele. Così come poche – o negative – ne hanno avute tutte quelle che stanno lottando contro tutto questo, dalle palestinesi alle donne e persone queer che a milioni hanno scioperato e hanno manifestato nelle strade delle nostre città.

Ma questa non è una novità: storicamente sono sempre esistite donne che hanno determinato e supportato le guerre, donne che le hanno subite, ma anche donne che si sono schierate e hanno lottato contro di esse, in casa propria o contro quelle lontane migliaia di chilometri. Da Cuba al Vietnam, dalla Palestina all’Algeria, dai movimenti per la liberazione degli afroamericani fino alla Resistenza al nazifascismo, le donne sono state protagoniste determinate che, con ogni mezzo necessario, hanno portato avanti processi di liberazione per se stesse, per i propri popoli e per altri popoli oppressi. E, così facendo, hanno messo in discussione radicalmente le fondamenta del sistema in cui vivevano e le sue dinamiche di oppressione, comprese quelle patriarcali.

In tempo di guerra, c’è quindi una “linea del fronte” tutta al femminile, rispetto alla quale oggi è necessario posizionarsi e organizzarsi. E ciò a maggior ragione guardando alla situazione attuale, dove un occidente in crisi dal punto di vista economico, sociale e valoriale, decide di difendere la propria egemonia riarmandosi, utilizzando risorse che potrebbero essere destinate a salari, servizi, case, tutele e periferie.

La legge finanziaria proposta dal governo Meloni ne è l’ulteriore prova: un’azione che colpisce la maggioranza della popolazione, quella non privilegiata, a partire dalle donne, le ragazze, le soggettività non conformi, le precarie, le migranti, le studentesse, le abitanti delle periferie, esponendole a nuove forme di oppressione, discriminazione, violenza e precarietà.

Ed è questa maggioranza che rappresenta il nostro lato della “barricata”. Un fronte tutto da costruire e allargare, alla luce dell’eredità dalle esperienze vissute dalle donne in altri tempi e latitudini e partendo un minimo comune denominatore: l’opposizione alla guerra, al riarmo e al genocidio in Palestina e la necessità di un protagonismo delle donne e persone queer nella costruzione di un’alternativa sociale.

Su questi temi ci confronteremo il 6 dicembre alle ore 10 a Roma.

● PRIMA SESSIONE – L’altra metà della storia: le donne contro la guerra e nei processi di liberazione.
Mjriam Abu Samra
Valeria Finocchiaro
Ada Donno
Eva Muci
Donne De Borgata

● SECONDA SESSIONE – Tavola rotonda sulla costruzione di un fronte delle donne e persone queer contro la guerra e il genocidio in Palestina.
Maya Issa/Movimento Studenti Palestinesi
Giovani Palestinesi D’italia
Cinzia Della Porta/USB E FSM
Marisa Manno/Donne Per La Palestina
Kriolla Culture
Strasaffica
Differenza Lesbica
Gender X
Tehseen Nisar
Patrizia Cecconi
Le Tre Ghinee
Movimento Per Il Diritto All’abitare

microfono aperto a chiunque voglia partecipare

CONTATTACI PER PARTECIPARE!

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *