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Contro la guerra in Venezuela, in America latina e nei Caraibi!

Questo venerdì è stato reso pubblico da Washington il documento che mette nero su bianco la Nuova Strategia di Sicurezza Nazionale Statunitense. Si trova conferma delle indiscrezioni giornalistiche precedentemente trapelate, e soprattutto del modus operandi che l’attuale amministrazione statunitense ha adottato, per ciò che riguarda il Venezuela e la Colombia (ma non solo) dall’agosto di quest’anno.

L’obiettivo della politica estera statunitense che ogni amministrazione elabora e rende pubblica è esplicito: “restaurare la preminenza statunitense nell’emisfero occidentale”, ciò fare di nuovo dell’America Latina il cortile di casa dell’imperialismo degli Yankees, ripristinando la cosiddetta Dottrina Monroe.

Washington si affiderà esplicitamente a “campioni regionali” con cui ha affinità ideologica ed alleati per ripristinare le catene del valore funzionali ai propri progetti di rilancio economico, e per farlo non disdegnerà – come già possiamo osservare – una maggiore presenza militare.

Insomma, Nuestra America deve tornare ad essere soggetta ai desiderata degli USA e va contrastata quella che viene definita “influenza avversaria aliena”, ovvero gli attori del mondo multipolare che hanno importanti relazioni con gli Stati latino-americani.

Questa politica si sta attuando anche con l’ingerenza politica diretta come dimostra il recente caso dell’Honduras dove Trump grazia un ex presidente narcotrafficante, ed entra a gamba tesa nelle attuali elezioni presidenziali.

Alla nuova politica delle cannoniere portata avanti dagli USA si sommano gli attacchi mortali alle imbarcazioni (“lancheros”) nel Mar dei Caraibi e nel Pacifico lungo le coste venezuelane e colombiane che hanno mietuto, con la “scusa” del narcotraffico, circa 80 morti: vere e proprie esecuzioni extra-giudiziarie che fanno carta straccia del diritto internazionale con la grave complicità occidentale.

Le ultime tappe di questa continua pressione statunitense e della sudditanza dell’occidente collettivo è stata l’indicazione dell’autorità statunitense dell’aviazione – la FA.A – che ha valutato come il sorvolo dello spazio aereo venezuelano comporti una “possibile situazione a rischio”, decisione a cui si sono allineate le autorità europee e le compagnie aeree che hanno cancellato i voli da e per il Venezuela, imponendo una specie di “No Fly Zone” che contribuisce ad isolare il Paese e a non permettere il flusso di ritorno per le feste natalizie.

A questo si aggiungono altre sanzioni promulgate proprio dagli USA, mentre sta per essere celebrato il conferimento del Nobel per la Pace a Maria Corina Machado, trumpiana di ferro, ultra-sionista e pupilla dell’estrema destra europea che non perde occasione per perorare la causa di una escalation militare contro il proprio paese, come da anni propone la Mafia di Miami che trova in Marco Rubio il suo principale referente politico dentro questa amministrazione statunitense.

In questo contesto non è da escludersi che la “guerra ibrida” e di logoramento si trasformi in escalation militare vera e propria contro il Venezuela ed la Colombia.

In questo contesto facciamo nostra l’indicazione di mobilitazione internazionale per il 10 dicembre, promuovendo presidi ed azioni di solidarietà in diverse città italiane: Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari.

Ci appelliamo alle forze comuniste, progressiste, democratiche ed antifasciste perché tengano alta la vigilanza rispetto a quella che l’amministrazione statunitense vuole far diventare una nuova linea di faglia dello scontro geopolitico trasformandola in zona di guerra.

Ribadiamo l’invito a chi è interessato alla riunione per costruire una Campagna Politica Nazionale con Nuestra America per il Socialismo del XXI Secolo, al circolo Arci Gap a Roma – in via dei Sabelli n.23 –, domenica 14 dicembre alle ore 10.

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