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Ritirare l’Italia da Eurovision 2026: USB Rai lancia la raccolta firme

La “tregua” di Trump ha mostrato da tempo la sua vera natura: una trappola attraverso cui imbrigliare Gaza in uno stillicidio continuo di attacchi, mentre oltre la metà della Striscia torna sotto occupazione, con i palestinesi che non possono nemmeno reagire senza incappare nell’accusa di violazione di cessate il fuoco. Intanto, in Cisgiordania continuano gli omicidi extragiudiziali, la colonizzazione, la costruzione di barriere per rubare più territori, frammentare e annettere de facto la regione.

Eppure, tutta la classe dirigente sionista e filosionista a livello internazionale ha approfittato di questa parvenza di pace per organizzare un feroce contrattacco alle mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese. Da una parte, il tentativo di cancellare ogni dissenso verso le politiche israeliane con l’equiparazione per legge tra antisionismo e antisemitismo. Dall’altra, l’ulteriore normalizzazione del genocidio attraverso la legittimazione di Israele in eventi sportivi e culturali internazionali.

I solidali con la Palestina hanno risposto con campagne come “Show Israel the Red Card” e con lettere aperte per l’esclusione di Israele dalla UEFA, ad esempio. Sul lato delle manifestazioni culturali, l’assemblea generale dello European Broadcasting Union ha deciso di non escludere Israele dall’Eurovision Song Contest. La Rai ha persino sostenuto la partecipazione dell’emittente pubblica israeliana KAN alla prossima edizione.

È evidente l’impegno del governo italiano nello zittire la voce di chi sostiene il popolo palestinese nella propria resistenza. Per questo, dopo le defezioni di alcuni paesi, il boicottaggio della partecipazione italiana fino all’esclusione della compagine israeliana sarebbe un duro colpo all’opera di mistificazione dei sionisti.

L’Unione Sindacale di Base – Coordinamento Rai ha lanciato una petizione online proprio con questo obiettivo. Riportiamo il testo di lancio qui sotto, insieme alla risposta di adesione all’appello scritta dal Circolo Gap di Roma. Qui la petizione.

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Spagna, Irlanda, Slovenia e Paesi Bassi hanno preso una decisione coraggiosa: non parteciperanno alla 70esima edizione del Eurovision Song Contest, che si terrà a Vienna a maggio 2026. Questi paesi, inoltre, hanno scelto di non trasmettere la finale sui loro canali televisivi nazionali: la loro decisione è stata presa in seguito alla conferma della partecipazione di Israele da parte dell’EBU.

È giunto il momento che anche l’Italia prenda una posizione forte e simbolica contro il genocidio ancora in corso in Palestina attraverso la RAI. Come USB – Coordinamento RAI riteniamo che ritirare l’Italia da Eurovision 2026 manderebbe un chiaro segnale di dissenso, unendo la nostra nazione al gruppo crescente di paesi che scelgono di dissociarsi pubblicamente dalle azioni del governo israeliano.

Israele è stato recentemente al centro di numerose critiche internazionali riguardanti le sue azioni genocide nei confronti della popolazione palestinese. In questo contesto, partecipare a un evento che continua a ospitare Israele equivarrebbe ad un tacito assenso a queste politiche.

Ritirando l’Italia da Eurovision e decidendo di non trasmettere la manifestazione, la RAI non solo prenderebbe una posizione eticamente ed empaticamente giustificabile, ma fornirebbe anche un esempio da leader morale sulla scena internazionale. Un gesto di questo tipo dimostrerebbe quanto l’Italia tenga ai valori di dignità umana, uguaglianza e giustizia per tutti i popoli. Faremmo risuonare la nostra voce a livello globale, dimostrando che non chiudiamo gli occhi di fronte alle ingiustizie.

Chiediamo pertanto alla RAI di ritirare l’Italia dal Eurovision Song Contest 2026 e di unirsi agli altri paesi che si sono già dissociati. Firma questa petizione e facciamo sentire la nostra voce per un cambiamento significativo ed etico.

USB – Coordinamento Rai

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Israele parteciperà all’Eurovision: RITIRARE L’ITALIA DAL FESTIVAL!
Parte il boicottaggio: Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia si ritirano dalla competizione musicale dopo l’ammissione di Israele.

Come circolo culturale GAP, non possiamo tacere. L’Eurovision si presenta da sempre come un grande rituale di inclusività, fratellanza e libertà, ma in realtà riproduce la logica dell’industria culturale: spettacolo senza conflitto, diversità estetizzata e depoliticizzata, musica trasformata in brand identity. Un evento che neutralizza ogni forma di dissenso e trasforma la cultura in un prodotto perfettamente compatibile con gli interessi economici e geopolitici dominanti.

In questo contesto, la partecipazione di Israele non è un semplice “dettaglio tecnico”: è la prova che la neutralità dell’Eurovision è una finzione. La stessa European Broadcasting Union che ha escluso altri paesi per motivi politici continua a fare eccezione per Israele, nonostante le violazioni documentate del diritto internazionale, il genocidio in Palestina e la repressione sistematica del popolo palestinese.

Anche in Italia la situazione è grave. L’assenza di segnali di dissenso da parte del governo Meloni e anzi appoggio tramite scelte politiche chiare come quelle dei continui tagli alla cultura per finanziare la guerra, il riarmo e il genocidio, la normalizzazione della presenza israeliana e la mozione del PD che equipara antisionismo ad antisemitismo, rendono il nostro paese complice dei crimini israeliani. Un esempio recente è il Festival di Sanremo, dove la partecipazione di cantanti israeliane — una di origini palestinesi — ha contribuito ad una mistificazione che in alcun modo condanna Israele e il suo regime di Apartheid e Genocidio.

Le mobilitazioni e gli scioperi iniziati il 22 settembre lo hanno dimostrato chiaramente: non vogliamo che l’Italia continui a legittimare questi crimini anche nei luoghi della cultura e dello spettacolo. Per questo, come circolo GAP, aderiamo e rilanciamo l’appello lanciato da USB RAI che chiede il ritiro del nostro paese dall’Eurovision finché Israele sarà presente come concorrente. Non un centimetro di spazio a chi porta sul palco la bandiera di un genocidio, anche dietro la retorica dell’intrattenimento “neutrale”.

Per noi, la cultura non è neutra. È responsabilità e scelta. Non può farsi complice di ingiustizie o di genocidi. La musica, il teatro, il cinema e tutti i luoghi di cultura devono essere spazi di consapevolezza, critica e denuncia.

Continueremo a farlo: dalla parte della Palestina, dalla parte di una cultura popolare, critica ed emancipatoria. Firmiamo e diffondiamo l’appello: ritirare l’Italia dall’Eurovision finché Israele sarà tra i concorrenti.

Circolo Gap

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2 Commenti


  • Antonella Bozza

    Io non vedrò la competizione se Israele parteciperà


  • Loredana De Nale

    È vergognoso che in Italia il governo non dichiari di essere contrario alla politica criminale e genocida di israele, ma che anzi la sostenga, accogliendo sul nostro territorio i soldati dell’ IDF, e continuando i rapporti economici e commerciali con uno stato che uccide, tortura, violenta civili innocenti.
    È vergognoso che non si applichino sanzioni a questo stato di occupazione, che ruba terre e stermina bambini e famiglie intere.
    Se si concede a israele di partecipare a competizioni canore e sportive, lo si conceda anche alla Russia, nel nome dell’ arte che unisce i popoli e porta alla pace, come è stato detto ipocritamente da qualcuno.

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