Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.
L’immagine gettata via copriva la finestra del centro sociale Askatasuna a Torino ed è quella di Dante Di Nanni, eroe della Resistenza e medaglia d’oro al valore.
Aveva da poco compiuto diciannove anni Dante Di Nanni il 18 maggio del 1944, ma era già da molti mesi che si era arruolato nei GAP di Torino per combattere i nazifascisti. Quel giorno il partigiano fu circondato dai fascisti in un appartamento della città. In trecento cercarono di catturarlo facendo anche arrivare i carri armati, ma Dante non si arrese, combatté da solo con tutto quello che aveva e alla fine, ferito gravemente, si gettò sugli assalitori da un balcone, levando il pugno chiuso.
Il poliziotto, o l’inserviente agli ordini della polizia, che ha strappato con rabbia l’immagine di Dante Di Nanni sapeva tutto quello che offendeva e perché? Oppure la sua ignoranza è tale che odia a prescindere tutto ciò che gli appare come sovversivo? E costui ha pensato di meritare un premio per questa questa sua infame solerzia?
E il ministro Piantedosi, che ha deciso lo sgombero dell’Askatasuna proprio il 18 dicembre, anniversario della strage del 1922 quando i fascisti trucidarono il segretario della FIOM Pietro Ferrero e altri dieci operai, il ministro, il prefetto, il questore sapevano cosa si ricorda il 18 dicembre a Torino?
È solo ignoranza, imperdonabile ignoranza? Io non lo credo.
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