Menu

L’odio del governo per i lavoratori

Il livello delle porcate introdotte o respinte all’ultimo secondo nella “manovra” chiarisce splendidamente come questo governo veda la stratificazione sociale e quali interessi difenda.

Al di là della pura propaganda – come “abbiamo alzato i salari”, in realtà una ridicola mancetta ritagliata abbassando di due punti l’Irpef e quindi le entrate dello Stato – per i lavoratori di qualsiasi tipo c’è un odio decisamente viscerale.

Ha colpito molti l’accanimento con cui sono stati cancellati diritti storici per i “lavori usuranti” e i “precoci”, ossia due fasce numericamente ristrette per le quali quel poco di anticipo sull’età pensionabile era contemporaneamente dovuto e ben poco “costoso” per le casse dell’Inps. Ma per “fare cassa” non si va più per il sottile, si gratta qualcosa da qualsiasi parte.

Poi si scopre che si finanziano le scuole private mentre si impoverisce quella pubblica, regalando 1500 euro a chi iscrive un figlio negli istituti per “benestanti che non si vogliono confondere con il volgo”. Alla faccia del dettato costituzionale che recita ancora “senza oneri per lo Stato”…

Ma è la norma – saltata – sui “lavoratori sottopagati” a dare il “tocco di classe”. Sappiamo tutti, per esperienza anche diretta, che ci sono una caterva di lavoratori che vengono retribuiti ben al di sotto dei livelli stabiliti da contratti collettivi già decisamente infami (firmati da CgilCislUil o addirittura da mini-organizzazioni inesistenti).

Una piaga che neanche una legge ancora esistente era riuscita a limitare. Di fatto un lavoratore può ricorrere al giudice e, se ottiene una sentenza favorevole (non sempre accade, perché anche la magistratura ha le sue magagne), il datore di lavoro deve pagare la differenza nella retribuzione per tutto il periodo in cui il salario è stato “tagliato” unilateralmente.

Con un emendamento apposito, qualcuno nel governo aveva pensato bene di aiutare non i lavoratori ma gli imprenditori-schiavisti abolendo l’obbligo a restituire il maltolto.

Con il provvedimento con cui il giudice accerta, in ogni stato e grado del giudizio, la non conformità all’articolo 36 della Costituzione dello standard retributivo stabilito dal contratto collettivo di lavoro per il settore e la zona di svolgimento della prestazione, tenuto conto dei livelli di produttività del lavoro e degli indici del costo della vita, come accertati dall’Istat, il datore di lavoro non può essere condannato al pagamento di differenze retributive o contributive per il periodo precedente la data del deposito del ricorso introduttivo del giudizio se ha applicato lo standard retributivo previsto dal contratto collettivo stipulato o dai contratti dello stesso settore economico che garantiscono tutele equivalenti per il settore e la zona di svolgimento della prestazione“, si leggeva nel testo della manovra 2026.

Ma non è stata una iniziativa furbetta presa così per caso… La stessa norma era stata infilata nel “decreto Ilva” da Fratelli d’Italia tramite l’ex sindaco di Catania, Salvo Pogliese, evidentemente terminale di gruppi di imprenditori piuttosto disinvolti. Anche in quel caso, fortunatamente, la cosa non era passata ma solo perché del tutto “estranea” alla materia del decreto.

Ci hanno riprovato e dunque ci proveranno ancora, visto che gli interessi a supporto non scompaiono soltanto perché respinti due o tre volte…

Il ministro dell’economia Giorgetti definisce ormai “prudenza” l’obbedienza assoluta ai diktat europei sull'”austerità”, smentendo con i fatti le chiacchiere che il suo partito – la Lega – ancora blatera affidandosi a Salvini e Borghi.

Ma non esiste alcuna “prudenza” in un governo che contemporaneamente decide di spendere per il riarmo e il finanziamento della guerra in Ucraina. C’è solo la ferrea determinazione di far pagare per intero il costo di scelte suicide alle fasce di reddito più basse, che lavorino o meno…

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *