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L’Europa si rende indipendente dalla tecnologia satellitare Usa

Il lancio del vettore Soyuz dalla base di lancio di Sinnamary nella Guyana francese è programmato per il prossimo 17 dicembre alle 12.51 ora italiana. Circa 3 ore e 48 minuti dopo il lancio, la nuova coppia di satelliti sarà rilasciata dal vettore all’altitudine stabilita di 23.222 chilometri e nell’orbita circolare prefissata. Così Arianespace si prepara all’ultimo lancio dell’anno, il dodicesimo del 2015, portando in orbita i satelliti 11 e 12 del sistema di navigazione satellitare europeo Galileo. Una volta completato, il complesso satellitare Galileo sarà formato da 30 satelliti (27 operativi e 3 di riserva), ma ne basteranno già 24 per rendere pienamente operativa la rete di navigazione satellitare europea. Operativa e indipendente dal sistema Gps a monopolio statunitense. “I primi sei mesi del 2016 saranno dedicati a un’intensa campagna di test, in vista dell’avvio ufficiale dell’operatività con la fase denominata ‘Initial Services’, che è l’obiettivo posto dalla Commissione europea per la fine dell’anno”, ha dichiarato alle agenzie Mario Caporale, delegato al programma Galileo per l’Agenzia Spaziale Italiana. L’Agenzia Spaziale Europea ha fatto sapere di aver terminato con successo i test sulla coppia di satelliti 7-8, lanciata lo scorso marzo, che dunque è pienamente operativa mentre sono in corso i test sull’ultima coppia, messa in orbita a settembre, che saranno perfezionati all’inizio del 2016. Non tutti i lanci per il sistema satellitare Galileo sono andati lisci. La coppia 5-6 – i satelliti Doresa e Milena – lanciata l’anno scorso e finita in un’orbita sbagliata, è stata poi integrata nella costellazione con funzionalità parziali in seguito alla stabilizzazione dell’orbita. I lanci riprenderanno nella seconda metà del prossimo anno, con una sola data e un diverso vettore: sarà infatti un lanciatore Ariane 5 a portare in orbita, entro fine anno, due coppie di satelliti Galileo in un unico volo, mentre l’ultimo lancio al momento contrattualizzato con la Soyuz sarà probabilmente utilizzato nel 2017.

Piazzare nello spazio tutti i 30 satelliti della costellazione Galileo permetterà così all’Unione Europea di dotarsi di un sistema di navigazione satellitare autonomo dal GPS americano. Secondo il programma, la costellazione sarà completata nel 2019. Tra meno di cinque anni, quindi, i navigatori delle nostre auto non si connetteranno più ai satelliti del GPS, ma a quelli di Galileo. Uno “schiaffo” all’egemonia USA in un settore strategico che ha provocato inevitabilmente forti malumori e tensioni con la Casa Bianca. Indicativo è anche il fatto che i finanziamenti per il programma satellitare Galileo provengano da un organismo politico come la Commissione Europea e non da un organismo tecnico come l’Agenzia Spaziale Europea. Una decisione quindi tutta politica. Inoltre la scelta di aver affittato per l’ultimo lancio per 100 milioni di euro un vettore russo – il Soyuz – piuttosto che uno statunitense, non deve essere stata una scelta molto gradita a Washington.

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